TORTORA: DAL MONDO ANIMALISTA LE CONSUETE GRIDA SCOMPOSTE E PRIVE DI CONTENUTO SCIENTIFICO

Il mondo anticaccia ha accusato evidentemente il colpo. Dopo l’unanimità raggiunta dalla Conferenza Stato-Regioni in merito alla proposta di approvazione del Piano di Gestione Nazionale della tortora – risultato per il quale moltissimo si è spesa Federcaccia, altre AAVV e le parti più attente del mondo politico – sono usciti i consueti comunicati allarmistici e, quel che è peggio, ricchi di dati faziosamente strumentalizzati. Capiamo la frustrazione di certe sigle, che fanno della guerra ai cacciatori la ragione di vita, ma non accettiamo le menzogne e lo stantio modo di procedere sui mezzi d’informazione, come sempre purtroppo in larga parte schierati su un “politicamente corretto animalista” che rasenta ormai il ridicolo.

Di seguito pochi punti per chiarire come stanno realmente le cose sulla specie tortora e sulla sua salvaguardia e conservazione:

– Il Piano di Gestione Nazionale della tortora è lo strumento per la conservazione di questo selvatico, attraverso il mantenimento e il ripristino degli habitat naturali come primo obbiettivo, assicurandone quindi la salute all’interno di un prelievo venatorio sostenibile.

– Federcaccia insieme alle altre associazioni venatorie chiede al Ministero della Transizione Ecologica l’approvazione del Piano alla luce del raggiunto necessario accordo unanime fra le Regioni italiane.

– L’ISPRA ha sempre condiviso fino al 2019 la possibilità di due giornate di pre-apertura alla tortora durante le riunioni preparatorie per il Piano e un limite di 20 capi stagionali, al fine di mantenere un prelievo sostenibile e soddisfacente senza mettere in pericolo la specie.

– Le Regione italiane hanno chiesto all’unanimità una riduzione rispetto a quanto proposto da ISPRA del carniere stagionale da 20 a 15 e il mantenimento di alcune giornate di pre apertura.

– Il mondo dei cacciatori è oggi l’unico soggetto che agisce sul territorio per ripristinare e conservare l’habitat per la specie, ad esempio un dato parziale dimostra che con i soldi dei cacciatori sono stati mantenuti 990 ettari di siepi e colture a perdere per la tortora con una spesa di 300.000 euro interamente proveniente dalle tasse di iscrizione agli ATC. Ci si domanda cosa abbia fatto il mondo anticaccia con propri fondi a favore della specie oltre a comunicati e post sui social.

– Ne consegue che mantenere il prelievo alla tortora contribuisce a determinare la realizzazione dell’obbiettivo primario per la specie: la conservazione e il ripristino degli ambienti naturali idonei.

Federcaccia auspica quindi una veloce approvazione del Piano con alcune giornate di pre apertura e il carniere stagionale previsto nella proposta della Conferenza Stato-Regioni.

Dispiace constatare ancora una volta che invece di trovare linee comuni di lavoro per la conservazione della tortora, come ad esempio sta facendo Federcaccia per la nuova PAC, le sigle animaliste e anche quelle che si professano meno radicali proseguono nella strategia dell’allarmismo sterile e della contrapposizione basata sull’emotività.

Le minacce sui ricorsi non ci preoccupano: da molti anni Federcaccia investe per la conservazione dei diritti dei cacciatori, continuerà a investire per questo e non ci sarà alcun problema a farlo anche per la tortora.