Non esistono altre possibilità; se la caccia vuole sopravvivere ed avere un futuro noi cacciatori abbiamo il dovere di tornare indietro per andare avanti. Certo un motto simile farebbe bene alla nostra regione/nazione in quasi tutti i settori (anzi, in tutti) ma senza alcun dubbio è alla base della tutela, del rispetto e della valorizzazione della cultura rurale. Quella cultura contadina che giorno dopo giorno cerca di sopravvivere schiacciata dall'ignoranza cittadina e da una società che ha perso il contatto con la realtà e con le proprie origini. La genuinità della gente semplice, la trasparenza e la lealtà di coloro che vivevano e vivono a stretto contatto con la natura sono oramai in forte difficoltà al cospetto di una società povera di spirito fondata quasi interamente su pilastri denominati web, tablet e chi più ne ha più ne metta. Molti dei ragazzi di oggi non conoscono neanche il significato di un alba in montagna, in palude o al mare , non sono in grado di distinguere un fringuello da una lucertola o un cinghiale da un delfino, ma cosa ancor più grave non conoscono più il significato della parola rispetto. Si, il rispetto nei confronti di coloro che rappresentano il nostro passato, la nostra storia e le nostre origini. A noi tutti e senza alcun dubbio capitato di prima mattina (per noi) o a notte fonda (per loro) di incontrare ragazzi impomatati sin sopra i capelli, accesi come lampadine o bolliti "cummenti unu piloni e taccula" animare, in un qual modo, il "solito" bar mentre armati di buone speranze aspettavamo il caffè in attesa di metterci in macchina per raggiungere le nostre zone di caccia. Sfotto', sberleffi e qualche offesa di troppo sono più che frequenti nei confronti di chi vive la natura per passione ma anche nei confronti di chi dalla campagna o dal mare porta a casa il pane. Cacciatore, pescatore o contadino, figure distanti anni luce ma più vicine che mai, oggi, che l'appartenere a una di queste categorie non è più sinonimo di rispetto o ammirazione ma indica quasi un passato dal quale le nuove generazioni intendono prendere le distanze. Certo oggi esiste "C'è posta per te" " Amici " e "Uomini e donne", ballerini e vallette sono l'esempio massimo per gran parte della nuova gioventù e idioti che girano intorno a un palo hanno preso il posto dei cacciatori nelle campagne pubblicitarie di auto e motorini. Si, è facile infatti ricordare le immagini pubblicitarie di lambrette e utilitarie nelle riviste di caccia di un tempo non così lontano. Anni 70,80 giù di lì; ma oggi siamo nel 2016 e se continuiamo così nel 2020 in tanti cercheranno il significato delle parole cacciatore, pescatore e contadino nel dizionario per fornire una risposta a un quesito qualsiasi. Ecco perché noi oggi, insieme agli altri attori di una civiltà che giorno dopo giorno è destinata a scomparire abbiamo il dovere di "tornare indietro" per andare avanti. Abbiamo il dovere di far conoscere alle nuove leve i tempi andati con la speranza di fornire e produrre la possibilità di un futuro diverso da quello proposto da una società malata e globalizzata che intende livellare tutto e tutti verso il basso. Non so come e non so se siamo ancora in tempo per salvare il salvabile, penso però che noi tutti in un qual modo possiamo operarci per presentare alla "nuova società " un qualcosa di alternativo. E se ieri l'alternativa era rappresentata dal ribelle o dall'anticonformista, oggi visto il ribaltamento delle posizioni, noi potremmo essere quei ribelli che non vogliono cedere e che intendono sfidare quel mostro che intende cancellare un epoca e una storia. Possiamo fare tanto, in piccolo o in grande poco importa fatto sta che anche questa potrebbe essere una carta da giocare per dare un pizzico di speranza alla nostra passione.
Emanuele Farneti
Fonte:arsvenandisardegna.it
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