
Lupi che attaccano gli allevamenti, storni sui campi coltivati, cinghiali capaci di vanificare le semine o di distruggere interi raccolti di legumi: è quanto continua ad accadere in tutta la Puglia, con decine di segnalazioni da parte di aziende zootecniche e imprese agricole gravemente danneggiate. Nuovo allarme sull’emergenza animali selvatici da parte di Cia Puglia che richiama l’attenzione su una questione che torna a farsi problematica anche per effetto del lockdown necessario per contenere la diffusione del Coronavirus.
Gli ultimi episodi per quanto riguarda la Puglia -precisa la nota della Cia regionale- si sono verificati a macchia di leopardo in ciascuna delle 6 province della regione. La questione della convivenza con i lupi è più volte stata sollevata soprattutto nel Gargano e sui Monti Dauni, in provincia di Foggia, nelle zone rurali ubicate non lontane dai rilievi del Promontorio e dell’Appennino Dauno. La scorsa settimana, a Lucera in località San Giusto, due asinelli sono stati sbranati. Attacchi di lupi si sono verificati nella parte settentrionale della provincia di Brindisi. I cinghiali, invece, sono tornati recentemente ad agire nel Barese e in provincia di Taranto, dove branchi di ungulati hanno scavato buche profonde fino a 50 centimetri per attaccare le radici di un agrumeto.
“Le declinazioni provinciali della nostra organizzazione stanno segnalando la questione da tempo, anche attraverso veri e propri dossier che documentano gli effetti negativi della presenza incontrollata della fauna selvatica sul territorio -ha dichiarato il presidente regionale di Cia Puglia, Raffaele Carrabba-. Abbiamo avanzato le nostre proposte alla Regione Puglia per cominciare ad affrontare strutturalmente la questione -ha aggiunto Carrabba”.
“La necessità di passare dal concetto d’indennizzo a quello di un risarcimento vero e proprio, adeguato al ristoro dei danni effettivamente subiti -prosegue il presidente di Cia Puglia- è soltanto una delle questioni sul tavolo: occorre monitorare il numero, la crescita e la presenza degli animali selvatici, poter contare su una ricerca approfondita che rilevi anche i comportamenti delle diverse specie animali, i loro spostamenti, le abitudini nutrizionali, così da poter capire come affrontare il problema, con quali misure e con un programma di azioni volte a limitare al minimo l’impatto negativo della fauna selvatica sulle aziende agricole e zootecniche”.
Fonte:cia.it
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