
Nella seduta del Consiglio Regionale Lombardo del 28 luglio sono state approvate due norme importanti. Con la prima si è definitivamente, almeno speriamo, chiarita la questione degli indumenti ad alta visibilità statuendo che coloro che cacciano ungulati o che praticano la caccia al cinghiale anche in forma collettiva debbono indossare giubbino con pettorale e dorsale, nonché un copricapo, ad alta visibilità. Questo significa che queste forme sono ritenute con un tasso di possibile pericolosità maggiore di altre. Anche le forme di caccia vaganti ad ogni tipo di selvaggina debbono adeguarsi ad un indumento qualsiasi ad alta visibilità, giubbino piuttosto che cappello o zaino. Rimangono esclusi da questo obbligo soltanto coloro che praticano la caccia da appostamento fisso o temporaneo. Nel considerare questa dizione notevolmente migliore della precedente ci permettiamo di chiedere: ma nei giorni concessi alla caccia non sarebbe utile qualche indumento visibile a tutti i frequentatori dei boschi, funghisti e tartufai in primis? La seconda modifica riguarda la quota di ammissione alla caccia da versarsi ad ATC e CA, quota ferma da più di vent’anni. Nella sostanza però non si tratta di un aumento particolare, da 51,65 a 55 euro, quanto la possibilità per ATC e CA di aumentarla per tutte le forme di caccia, anche per la sola migratoria, fino a 3 volte. Ora è chiaro che la disquisizione riguarda di fatto la caccia alla sola migratoria poiché anche ora le quote per altre forme che comprendevano la stanziale erano differenti e più alte. Ma nel tempo l’occhio di riguardo che era stato riservato a chi si dilettava esclusivamente alla migratoria ha dovuto fare i conti con chi ne ha fatto, e continua a farne un uso improprio, pagando il minimo e prelevando anche altro. E’ vero che i deputati al controllo possono e debbono far rispettare le norme, ma se una semplice modifica e qualche euro in più ci può aiutare nella gestione, pensiamo sia un sacrificio possibile, convinti che ATC e CA sapranno decidere un uso corretto delle nuove quote. Nel ringraziare di queste modifiche ci sentiamo però anche di suggerire, sommessamente, un po’ di cautela nel proporre modifiche ad ogni occasione, perché non accada che quanto si propone passi poi attraverso impugnative del Governo, come appena accaduto, e norme tutto sommato valide e di abituale applicazione, vengano messe in dubbio con il risultato contrario alle aspettative generate.
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