Impariamo ad osservarli, i loro riti potrebbero sorprenderci
Di gabbiani si parla e si scrive spesso, di frequente a sproposito, di solito senza conoscerne la biologia o senza nemmeno riconoscere le specie che abitano i nostri cieli e i nostri mari.
Al gabbiano reale, ad esempio, vengono spesso attribuiti doti, o difetti, piuttosto particolari. Si dice che è “opportunista”, perché sfrutta ogni fonte alimentare a sua disposizione, ma è solo un “generalista”, un animale che ha preferito non specializzarsi in niente. Gli viene contestata una notevole aggressività, specie per difendere il nido, aumentata “perché i gabbiani hanno perso la paura nei confronti dell’uomo”. E’ una sciocchezza. I gabbiani nidificano in colonie che difendono in gruppo dai predatori col normalissimo comportamento del “mobbing”. Ma da alcuni anni stanno nidificando nelle città, sui tetti delle case e semplicemente continuano a fare quello che fanno nelle colonie sulle scogliere o nelle paludi. Vengono poi pubblicate foto e video in cui degli “sfrontati” gabbiani reali strappano gelati o panini dalle mani di “malcapitati”. Non si perde l’occasione per nominare quel famoso registra e l’altrettanto famoso film horror, ma si dimentica di citare le centinaia di volte in cui viene offerto loro da mangiare, perché sono belli e facili da fotografare abituandoli a soffiar via il cibo dalle mani. Aggressivi, dannosi, sfrontati, opportunisti! Non vi ricordano qualcuno?
Cerchiamo di conoscere i gabbiani che più frequentemente ci volano intorno, adesso, nella stagione invernale. Non tratterò, volutamente, di specie rare o scarse, ma dei gabbiani che, ci piaccia o meno (a me piace) fanno parte del nostro “panorama quotidiano”. Conosceremo meglio solo due delle ventuno specie di gabbiani osservati in Italia. Avete letto bene! Ventuno specie. Un incubo per il povero ornitologo…
Il “principe” è senz’altro il gabbiano reale (Larus michahellis). La specie, che nidifica in tutto l’Arcipelago, è ben distinta e diversa dalle altre specie europee. Il piumaggio da adulto, con dorso e parte superiore delle ali grigi, il resto del piumaggio candido, becco e zampe gialle, occhio chiaro bordato di giallo, viene acquisito gradualmente nei primi quattro anni di vita. I giovani gabbiani appena involati appaiono invece marroni chiari screziati, talmente differenti dagli adulti da essere scambiati per una specie diversa. Sul gabbiano reale si potrebbero scrivere pagine e pagine. Ma credo sia interessante soffermarsi su quante energie questa specie dedichi alla comunicazione. Non solo attraverso una innumerevole quantità di emissioni sonore differenziate, ma anche per mezzo di posture, gestualità a volte complesse e ritualizzate, offerte di cibo, pantomime infantili, minacce e aggressioni simulate. E persino con in colori. La macchia rossa che ha sulla punta del becco, ad esempio, è importantissima nella delicata fase dell’allevamento dei nidiacei che devono colpirla per ottenere il cibo! Una sorta di supplica rituale. Sono moltissimi poi i “riti” di coppia, finalizzati al rafforzamento del legame o alla inibizione dell’aggressività. Ad esempio la “passeggiata nuziale” durante la quale, dopo l’accoppiamento, il maschio guida la femmina sul luogo da lui prescelto per la costruzione del nido: i due gabbiani camminano fianco a fianco, romantici e solenni, emettendo dei versi caratteristici. O la cerimonia di “pacificazione” durante la quale maschio e femmina, l’uno di fronte all’altra, voltano ritmicamente il capo evitando con cura di puntare il becco verso il compagno. Osservateli a debita distanza, per non disturbarli: è uno spettacolo unico. Del resto, senza una comunicazione raffinata la vita in una colonia affollata di soggetti nervosi e bene armati potrebbe complicarsi. Non vi ricorda qualcosa?
L’altro gabbiano che, in inverno, incontriamo abbastanza di frequente, in particolare nella Rada di Portoferraio, dal traghetto o nei porti minori è Il gabbiano comune (Larus ridibundus). Lo si nota subito per la sua minor dimensione rispetto al gabbiano reale, per il volo più leggero, per le proporzioni delicate e gentili. In pieno inverno ha un piumaggio simile a quello degli altri gabbiani, con la sola peculiarità della parte anteriore della punta dell’ala con le penne più esterne candide e quelle immediatamente vicine grigie; un disegno contrastante caratteristico. Col finire della stagione fredda inizia a mutare il piumaggio della testa e comincia ad indossare un “cappuccio” marrone molto scuro che completerà la livrea riproduttiva. Arriva in fretta all’età adulta; infatti in inverno è possibile vedere solo i giovani, dal piumaggio screziato di marrone e il becco arancione chiaro, oppure gli adulti e i subadulti, grigi e bianchi col becco e le zampe rosso scuro. Rispetto al gabbiano reale cattura prede molto più piccole e una grande quantità di insetti nei campi allagati o direttamente dalla superficie dell’acqua. Anche su questo piccolo gabbiano se ne sentono dire di tutti i colori. Talvolta viene chiamato “gabbianella”, anche per un altro richiamo cinematografico, assai più simpatico e meno ansiogeno! Pure il gabbiano comune è un raffinato comunicatore. La cerimonia di formazione della coppia, ad esempio, culmina con una passeggiata o una nuotata parallela a becco all’insù e durante la postura di pacificazione i partners si rivolgono la nuca nascondendo il becco e il marrone sulla testa, segnali di potenziale aggressività! Anch’esso è coloniale e scatena rumorose aggressioni di gruppo verso potenziali predatori e anche lui accetta volentieri il cibo dall’uomo arrivando a strapparlo dalla mani, se occorre. Ma l’aspetto minuto e l’occhio scuro gli conferiscono un’espressione “pacifica” che tutto gli fa perdonare. Così fan gli esseri umani!
Giorgio Paesani
Ascolta il canto: GABBIANO REALE (1.494kB – MP3)
Fonte:tenews.it
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