Il presidente della Provincia di Benevento Claudio Ricci stamani ha ricevuto i rappresentanti delle Associazioni Venatorie del Sannio. Al centro dell’incontro i temi connessi al ripopolamento faunistico, cioè all’insieme delle attività affidate alla Provincia dalla legge regionale che hanno per scopo la protezione della fauna selvatica cacciabile e la sua moltiplicazione sul territorio di competenza. Erano presenti la Dirigente alle Attività agricole e forestali dott.ssa Pierina Martinelli e il funzionario dottor Augusto Travaglione. Il Presidente ha avviato l’incontro con la presentazione ufficiale delle scuse della Provincia alle Associazioni e ai Cacciatori per aver mancato, per una serie di problemi tecnici e burocratici, l’appuntamento con il ripopolamento per l’anno in corso. Ricci ha dunque sottolineato la necessità di individuare, d’intesa anche con le Associazioni Venatorie, gli strumenti, i modi e i tempi per l’immissione sotto controllo sul territorio di selvaggina, certificata e garantita dal punto di vista sanitario, per favorire l’ambientamento delle specie fino alla ricostituzione e alla stabilizzazione della densità faunistica ottimale. Il Presidente ha fatto osservare che l’obiettivo della stabilizzazione della densità faunistica è, da un lato, la sentinella e, dall’altro, l’effetto, della salubrità del territorio stesso: dunque, il corretto ripopolamento è una garanzia della tutela dell’ecosistema. Ed un ecosistema integro può costituire, secondo Ricci, un potente attrattore turistico e, dunque, una buona opportunità per il Sannio nella competizione dei territori.
Su tali coordinate si è dunque sviluppato un ampio dibattito con l’intervento di tutti i rappresentanti delle Associazioni Venatorie. E’ stato quindi acclarato che obiettivo condiviso da tutti i partecipanti è quello di giungere ad un riequilibrio, ai fini della tutela dell’ecosistema, della presenza di tutte le specie faunistiche: in modo particolare, le Associazioni Venatorie hanno richiamato l’attenzione sulla presenza eccessiva di alcune specie di “predatori” (detti anche nocivi”). A quanto risulta alle Associazioni, particolare preoccupazione destano non solo i cinghiali, protagonisti di luttuosi fatti di cronaca nei giorni scorsi, ma anche (e forse sorprendentemente per i non addetti ai lavori) la “gazza” (“pica pica”), nota a tutti, per via dell’omonima opera di Rossini, come “gazza ladra”. La proliferazione di tale volatile, presente stabilmente persino nel centro città capoluogo, non è un buon segnale per l’ecosistema, secondo le Associazioni, in quanto la gazza, uccello onnivoro, dotato di straordinaria intelligenza e coraggio, si ciba, tra l’altro, anche delle uova degli altri uccelli, diventando dunque uno dei massimi responsabili della quasi sparizione di alcune specie, e oltretutto non teme a sua volta, in realtà, alcun altro “predatore” (nemmeno la volpe, il falco o la poiana) perché nessuno è in grado di cacciarla. Le Associazioni hanno dunque richiamato l’attenzione del Presidente su questo problema invocando anche la necessaria collaborazione con l’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) per avviare un censimento della specie.
Al termine del confronto il presidente Ricci ha assicurato di aver preso buona nota di tutti i suggerimenti e delle informazioni emerse nel corso del dibattito e di aver sollecitato gli Uffici per giungere al più presto alla indizione della gara per il ripopolamento faunistico.
Fonte della notizia:ottopagine.it
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