Nella serata di giovedì 15 ottobre a Fornacette, frazione del comune di Calcinaia, oltre 200 dirigenti locali della CCT pisana, hanno incontrato l’Assessore regionale alla caccia e all’agricoltura Marco Remaschi.
L’incontro voluto dai dirigenti provinciali della CCT, vista la necessità di un confronto sulla presentazione della proposta di legge regionale, detta “legge obiettivo” della durata di tre anni, voluta fortemente dalla Regione per ricondurre a una presenza sostenibile gli ungulati su tutto il territorio regionale. Attualmente infatti la presenza numerosa degli ungulati in diverse zone della regione sta creando seri danni all’agricoltura, rischi per la sicurezza stradale e non certo di minor interesse, danni alla biodiversità presente.
La serata è stata introdotta dal coordinatore provinciale CCT Marco Salvadori, il quale ha ringraziato l’Assessore per aver accettato l’invito, il dirigente regionale Paolo Banti, i consiglieri regionali presenti, Andrea Pieroni e Roberto Salvini, il presidente dell’ATC pisano Mauro Bettini, e Vito Mazzarone, ex dirigente della Provincia di Pisa, presente in sala.
Il dirigente regionale Banti ha illustrato la bozza della cosiddetta “Legge obbiettivo per la gestione degli ungulati in Toscana” che nelle prossime settimane andrà in discussione in Consiglio Regionale. Successivamente si è aperto un dibattito dal quale sono emerse forti perplessità su alcuni articolati della proposta regionale.
Nei numerosi interventi è apparsa netta la contrarietà all’introduzione della caccia di selezione al cinghiale nelle zone non vocate, anche per evitare di creare incomprensioni con le squadre organizzate di caccia al cinghiale assegnatarie delle zone limitrofe dove compiono un faticoso lavoro di gestione in maniera del tutto volontaria per 365 giorni l’anno.
Altro aspetto di forte rilevanza la revisione, in conseguenza all’approvazione di questa legge, delle aree vocate: le modalità e i parametri esposti all’art 2 della proposta rischiano di stravolgere situazioni di equilibrio raggiunti dopo anni di faticoso confronto.
Sul numero minimo dei partecipanti alle braccate, riteniamo congrua l’attuale norma regionale; eventuali variazioni potrebbero essere disposte dagli ATC per particolari periodi e in zone individuate per ogni singola provincia.
A parere dei presenti deve essere chiarito il ruolo dell’ISPRA che, così come è stato fino ad ora, sembra costituire un ostacolo alla possibilità di interventi urgenti per la difesa delle colture agricole.
Interessante la gestione e la valorizzazione delle carni. Indubbiamente è necessario capire quali sono gli oneri e gli obblighi per quanto riguarda il ruolo degli ATC, già gravati di costi della gestione considerevoli.
In conclusione vogliamo affermare la nostra contrarietà a evitare stravolgimenti dell’attuale legge, mantenere la centralità delle squadre organizzate di caccia al cinghiale perché si consolidi con responsabilità e impegno una corretta gestione del territorio, prevenzione danni, presenza sostenibile a difesa di tutta la biodiversità.
Pisa in questi anni può essere indubbiamente presa come esempio virtuoso di gestione; la concertazione tra Provincia, ATC, Associazioni Agricole e Venatorie è stata vincente e i veri attori che hanno permesso il raggiungimento di questi obiettivi sono i cacciatori, che in maniera responsabile hanno compreso questa necessità.
Come già espresso verbalmente all’Assessore Remaschi, faremo pervenire tramite i quadri dirigenti regionali della Confederazione dei Cacciatori Toscani le nostre valutazioni, i nostri suggerimenti, le nostre discordanze agli uffici regionali preposti. (Confederazione Cacciatori Toscani PISA)
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