PICCIONI E STORNI, NEL LAZIO IL NULLA

Da sempre sentiamo parlare del problema cinghiale in ogni parte d’Italia, ma non c’è solo ciò. Da un bel po’ di anni storni e piccioni hanno popolato e spopolato molti territori, infatti diverse regioni prevedono un piano di controllo per tutte e due le specie o soprattutto per il piccione che distrugge raccolti e deturpa centri storici. Tutto giusto, infatti ultimamente proprio la Toscana e le Marche hanno approvato il piano di controllo per il piccione con regolamenti seri e ben specifici senza possibilità di critiche o altro. Una costatazione da fare però c’è, mi riferisco alla regione Lazio, chi veramente cammina per i boschi, per i prati o i vicoli di piccoli borghi assiste ad una popolazione di storni e piccioni molto, ma molto grande e in delle parti sono un problema irrisolvibile. Molte volte perché, sia i comuni, che la regione o per ragioni ideologiche o per paura di manifestazioni anticaccia non muovono un dito facendo finta di nulla, relegando il Lazio, la regione della capitale, ad essere quella meno all’avanguardia su questo tema. Le pagine di giornale sui danni procurati dai suini selvatici ormai sono all’ordine del giorno, ma nessuno sembra rendersi conto anche di altri problemi, più piccoli, ma non di poco conto. Speriamo che anche la regione più “centrale” d’Italia sappia affrontare ciò, magari guardando ai piani proprio di Toscana e Marche.
Un caro saluto amici di Mygra.

Vittorio Venditti