PETTIROSSI E PASSEROTTI…NI !

di Antonio BUONO

La storia narra che il pettirosso, impietosito da Cristo morente sulla croce con in testa una corona di spine, si avvicinò a lui per togliere con il becco una spina dal suo capo sanguinante.
Una goccia di sangue gli macchiò le piume del petto, ma l’uccellino la conservò in ricordo di quel grande atto d’amore fatto per Cristo…
Quella macchia rossa sul petto di un uccellino così piccolo, così come quel passero dal canto gioioso e festoso che rammenta la nostra infanzia, per noi cacciatori sa di storia, di cultura, di tradizioni, d’amore e rispetto verso valori che si tramandano di padre in figlio, i quali, non possono che riportarci al significato che vede nella “famiglia” un valore supremo.
Si, per noi cacciatori la famiglia ha un valore assoluto: una simbiosi d’amore intrisa di sentimenti: affetti, emozioni, passioni, dolori, gioe… un volersi bene che sa di buono, proprio come una tavola che sa di festa in ogni occasione, come di un Natale che non passa mai!
E da qui, i brividi: com’è possibile che noi cacciatori, si possa andare a caccia di pettirossi e di passerotti-ni? (si osservi attentamente quel “ni”, poiché c’è tutto un mondo fatto di perfidia che da anni tende ad intenerire il “tedoforo dell’imbecillità”, in pratica, un dolce diminutivo che la sa lunga) estinti grazie al pane avvelenato, quello per eradicare i topi nei centri urbani.
Ebbene, tutto questo sa di aberrazione, di ignoranza, di odio verso altri dovuto al “sentito dire”, quel passa parola organizzato ad arte per sfruttare politicamente una categoria di gente perbene, di chi per esercitare un diritto deve sottostare a regole ferree e pagare tasse esorbitanti, ed infine essere messi alla gogna per il rumore delle fucilate, per poi, guarda caso, essere trasformati in cavalli mediatici al fine di racimolare “consensi” che null’altro hanno, se non lo squallido sapore del voto di scambio “inconsapevole” ad ogni occasione elettorale.