I forti temporali che annunciano l’inesorabile fine dell’estate,hanno divelto ulteriormente il fondo di queste strade di montagna già abbastanza dissestate di loro.
Il panda 4×4 avanza lentamente,trazioni inserite e in prima, par più d’essere su un trattore che su un automobile e sento i cani che dietro uggiolano.
Tra me e me mi domando se sarà per gli scossoni o per la voglia di andare per monti.
Passa un buon quaranta minuti e quando comincio a vedere i larici e gli ontani,la strada si spiana ,sempre sconnessa rimane,ma la pendenza al 30% non c’è più.
In lontananza vedo una fioca luce,e mi viene in mente la canzone,cantata tante volte in compagnia,dal titolo “rifugio bianco”.
L’aria ,fuori,è fresca e sente d’autunno,la camicia non da fastidio,anzi….
Il cielo cupo,il silenzio assoluto,i larici,l’alba lontana ed il fumo che esce dal camino della baita ,mi danno una sensazione di pace,di quiete,mi fanno stare bene.
Immerso nei miei pensieri mi rendo conto di avere un bel sorriso”stampato” sul viso,senza nessun motivo particolare,mi sento felice e in forma.
Entro nella baita e mio cugino ha già messo su il caffè,il grande camino è acceso,prendo una sedia e mi piazzo proprio davanti al camino e mi accingo a mettere gli scarponi.
“La baita,ristrutturata una decina di anni fa,dalla comunità montana,è adibita a malga,ma quando il malgaro lascia la “piazza”,il comune la mette a disposizione…..e all’asta,per chiunque volesse farne uso da fine agosto a aprile dell’anno successivo per 8 anni consecutivi.
Lo scorso anno appunto se l’è aggiudicata mio cugino e per 8 anni ne sarà l’affittuario.
Siamo a quota 1836 M/slm.”
Nel volgere di una ventina di minuti altri amici arrivano in baita,sono i “soci” di mio cugino.
Sono un forte “squadra” di seguisti.
Sapendo che è parecchio che non vado su in montagna si prodigano a darmi indicazioni sulle,non poche covate,di galli.
Ognuno dice la sua,ma io ho bene in mente cosa fare e dove andare.
Guardando a valle,si vedono le luci di altri mezzi che sono saliti e o che stanno salendo e sembrano tante lucciole.
L’acre odore di fumo,mischiato al profumo di caffè,mi porta indietro nel tempo,tantissimo tempo fa,quando mio zio (proprio il padre di colui che mi ospita!) aveva le mucche e tante volte salivo dove aveva la stalla,e nella stanza adibita a cucina c’era lo stesso miscuglio di odori.
Respiro questo odore e me lo godo.
Beviamo il caffè, in compagnia di un po’ di grappa,chiacchieriamo ancora un po’,poi ancora tra il chiaro/scuro,io prendo zaino e cani e mi avvio,per portarmi avanti prima che arrivino i segugi.
Ci si rivedrà il primo pomeriggio per pranzare tutti insieme.
La patti e il bo tirano,di solito li sgriderei,ma in questo momento,sinceramente mi fa anche comodo….
Sono anni che non salgo in questo posto,ma intendo raggiungere la fine della vegetazione,per sganciare i cani tra gli ultimi ontani,tra canalini e rocce.
Quel posto lo ricordo bene,e nella mia testa sento ancora il frullo del gallo che mi fa sobbalzare,mi ricordo anche una doppietta Poli cal.16,scarponi portati a casa dopo il servizio militare negli alpini,un setter irlandese recuperato chissà dove,mi ricordo le notti passate in giro con gli amici per poi arrivare a casa cambiarmi,prendere la motocicletta,zaino e fucile a tracolla,cane accucciato sul serbatoio con le zampe sul volante e sù per Dio!!!!!!
Rido pensando a cosa avrà pensato chi mi vedeva passare in moto con su il cane,ricordo anche che dalla stanchezza alcune volte mi sdraiavo sotto un abete o sotto un larice,per riposarmi un momento e finiva che mi addormentavo.
Immerso nei miei pensieri,giungo sul crinale e sotto di me c’è una grande distesa di ontani,interrotta frequentemente da spiazzi dove crescono rigogliosi i mirtilli e rododendri.
Il posto è questo.
Mi siedo a riprendere fiato ed ascolto il silenzio.
Che posto!!!
Metto il campano alle mie bestiacce,e li sgancio dal guinzaglio.
La patti,ha compiuto a luglio 8 anni, conoscitrice del mestiere,parte decisa tra gli ontani,fatica,considerata la sua statura,ma la passione gli fa fare anche quello a cui forse rinucerebbe volentieri,il bo da par suo,un po’ segue la patti un po’ cerca indipendentemente,il fisico e l’altezza delle gambe per cacciare tra ontani ,mirtilli e rododendri di certo non gli manca,ma compie gli 8 mesi solo tra un paio di settimane,grandi pretese non ho,anche se so che ha un buon naso e che ferma deciso,ma in montagna,ci vuole un bel po’ per imparare….i mezzi li ha tutti,vedremo se avrà anche la volontà e la passione,ha me basterebbe che ne abbia un quarto di quella che ha la patti.
I cani “sono in caccia” ed io li seguo un po’ a vista ed un po’ con l’udito,frequentemente il bo rientra,invece la patti la vedo “sfondare” su un costone a 200 metri da mè e forse più,si alza sotto delle rocce e rientra facendo passare canalino per canalino.
E’ lontana e la cosa mi irrita un po’,ma vederla a fare passare quegli anfratti è davvero uno spettacolo,considerato che sono senza fucile la lascio fare senza richiamarla.
E’ piccolina e anche vecchiotta,ma la passione che ha per la caccia è davvero tanta e la fa diventare una tigre.
Cammino lungo il dorso della montagna per circa un paio di ore senza vedere nessuno,e la cosa mi fa presagire che non ci sia selvaggina in giro,invece ad un certo punto,vedo la patti proprio davanti a me alzare il naso per aria e seguire il fatidico filo che la porta sul selvatico,la conosco e sono certo che ha sentito qualcosa,sale sopra di me sempre seguendo qualcosa,annusando l’aria,con la sua testina alzata per aria.
Mi alzo anche io cercando di incitare il bo perché riesca anche lui ad avventare l’emanzione.
La patti sopra di me una cinquantina di metri o forse più è in ferma,io salgo pian piano,con il fiatone,e smoccolo con il bò che non capisce cosa fare.
Finalmente vede la patti,parte di corsa,ma credo che immediatamente capisca qualcosa,perché consente molto seriamente.
Anche io,preso dalla foga e dalla bellezza della scena,non mi prendo il tempo per tirare fuori la macchina fotografica,ma mi avvicino al bo e lo accarezzo,poi mi avvicino alla patti e accarezzo anche lei dicendogli un sacco di cose che forse non direi neanche all’amante……!
La incito a proseguire,e lei guardinga avanza,poi rompe la ferma e poi la riprende,io mi guardo in giro cercando indizi,ma nulla,e la patti continua ed anche il bo,ignaro del tutto,comunque la affianca.
La faccenda va avanti ancora un bel momento,finche dietro alcuni pini mughi sparisce la patti ed anche il bo,e immediatamente non sento più i campani,vado a vedere e li vedo in ferma tutti e due,non credo che nessuno dei due sia in consenso ma entrambi sull’emanazione.
La patti con il suo solito modo,e il bo a testa alta,immobile,trema leggermente e sbava.
Mi mordo le dita di non avere appresso una telecamera.
Questa volta la patti non vuole saperne di avanzare ed allora scendo un po’ io,e alla mia sx,un bel pezzo,giusto dove puntavano i cani,un frullo,poi un altro,poi altri a susseguirsi.
Sono Cotorne!!!!
Bravi bravissimi!!!!!
Li lascio andare all’inseguimento,sopratutto il bo,in modo che prenda passione.
Io li aspetto sul pianoro,tolgo lo zaino e faccio colazione.
A breve rientrano e mi saltano addosso,come a dirmi “vedi come siamo stati bravi??”…..e hanno ragione.
Me li coccolo e divido con loro il panino che stò mangiando,la patti calma mi si accuccia vicino,il bò con la sua irruenza salta ,corre,mordicchia sia me che la patti,per voler giocare,e la patti ogni tanto gli fa qualche bel “sorriso”,ed allora lui capisce che è il momento di girargli alle larghe.
Che mattinata!!!!!
Riparto e deciso scendo lungo un rigagnolo d’acqua,che scorre tra gli ontani ed un insidiosissima “ganda” (dicasi morena composta da grossi e piccoli massi),che ricoperta di vegetazione diventa davvero pericolosa e capisco che devo fare davvero attenzione.
I cani mi avanzano,la patti negli ontani è “a casa” e da davvero il meglio di sé,il bo mi gira intorno e frequentemente si inciampa tra la ganda,ma devo stare attentissimo già di mio e non riesco a prestare attenzione ai cani,senonchè,quando riesco a rimettermi un po’,al pulito su un pianoro,cerco di prestare attenzione al campano della patti,che già da un momento sentivo un po’ si e un po’ nò.
La fischio,la chiamo e invece della patti,mi giunge di gran carriera una femmina di gallo,accompagnata dall’abbaiata “di saluto” della patti,azione che fa sempre quando è in ferma e io non sono nei pressi.
La richiamo per farla scendere ,ma non sento il campano e mi viene il dubbio……..allora cerco una posizione dominante e in silenzio ascolto.
Fiuuuuuu….fiuuuuuuuu,lo sbattito d’ali mi fa venire la tachicardia,due galli,due maschietti,mi sfilano di lato,sembra una coppia di caccia in volo,da par mio mi sogno….un doppietto ai galli,e sinceramente in questo caso non sarebbe stata cosa remota,marco la rimessa ma non intendo andare a disturbarli.
Richiamo la patti,voglio scendere al sicuro,sento il campano,per farla scendere devo chiamarla con voce dura sennò lei fa orecchio da mercante e non molla,di certo ha ragione lei,ma io ne ho a sufficienza,e voglio scendere fino al pantano,dove forse mi infangherò non poco,ma almeno avrò caviglie e ginocchia al sicuro.
Il bo dall’altezza dei suoi 7 mesi e mezzo mi guarda e io lo accarezzo,chissà cosa penserà,ed io gli dico,come parlassi con una persona,che quando saprà fare anche lui quello che ha appena fatto la patti allora si che sarà un bullo…..
In cuor mio ci conto….ha tutte le caratteristiche per farcela,deve solo prendere passione,e serve che io gli ammazzi qualcosa sotto ferma,poi lo sento che ce la può fare
Oppure sono io che sono invecchiato ed intenerito e questo cuccioline,sia quel che sia,per me ha qualcosa di speciale,è un testardo,non ha paura di niente,quelle quattro stupidate che gli ho insegnato le ha apprese in un attimo,ha un riporto naturale senza nessun addestramento,ed in ferma ha un espressione tanto tanto tanto seriosa….mha vedremo!!
Il tempo passa e io continuo il mio giro,la patti non molla ,e è sempre in caccia,incontro un po’ di gente,conosco tutti,mi salutano facciamo due parole e ci allontaniamo,mi fermo anche ad ascoltare una splendida canizza ,oltre una decina di segugi che inseguono la lepre fanno un baccano incredibile,ma mi piace ascoltarli.
Verso l’una sono di nuovo in malga,sono il primo che arriva,attizzo il fuoco,il bo lo lego fuori e la patti la lascio entrare,un attimo ed è acciambellata che dorme.
A breve cominciano ad arrivare anche gli altri,ognuno si da da fare per organizzare il pranzo,la tavola è imbandita in maniera spartana,la fame si fa sentire,per pranzo niente di che…un piatto di pasta,qualcosa alla griglia,ma non farei cambio con il miglior ristorante,l’atmosfera che si respira è magica,d’altri tempi.
Finiamo a sera tra una partita alla morra,una cantata e un grappino…………(qua dissento e mi prendono in giro…io preferisco limoncello o whiski)
Non so se prenderò tanta o poca selvaggina,quest’anno a caccia,ma di certo,so che conterò i gg che separano il mercoledì dalla domenica….e viceversa.
Ciao
Stefano…..quasi in stato di grazia……
 

Autore: Stefano Camplani