Era il 14 dicembre dell’anno 2008, il giorno del mio onomastico, alle ore 2.00 suona la sveglia, ma io, come se fosse sempre la prima volta, ho già gli occhi spalancati nel letto che aspetto, come al solito, con ansia…… Bevo il caffè controllando, nel frattempo, che sia tutto in ordine fucile, cartucce, porto d’armi, stivali. Carico tutto in macchina ed avvio il motore, accendo, contemporaneamente, la prima sigaretta di questa lunga giornata e sento subito che ha un gusto particolare quello della frenesia …della speranza…dell’amicizia e della passione intensa. Vado a prendere i miei cugini con i quali condivido questa grandissima passione: LA CACCIA. Durante il viaggio verso il territorio pugliese, come al solito, iniziamo a fare previsione su come sarà la giornata di caccia e le nostre speranze vanno subito ai vecchi ricordi… , visto che sta piovigginando, si inizia a raccontare .. ti ricordiii.. quella volta che pioveva siamo arrivati lì..poi ha smesso di piovere abbiamo iniziato a sparare, ci siamo divertiti, poi ci siamo spostati e siamo andati ….. ecc, ecc.

Tra un ricordo e l’altro, ormai raccontati mille volte e mille volte sempre più affascinanti, arriviamo sul posto di caccia in un uliveto lambito da un fosso con folta vegetazione. In fretta, visto che è quasi l’alba, prendiamo i fucili e relative munizioni ci avviamo speranzosi ognuno verso la propria postazione. Durante il tragitto, come di solito qualcuno avverte il primo zirlo e dice: lo avete sentito.. sentii!!??.. sono tordi???!!! sì l’ho sentito risponde l’altro, ecco!! un altro. Speranzosi affrettiamo il passo e ci dividiamo per raggiungere ognuno il suo appostamento. Arrivato sul posto infreddolito mi accendo l’ennesima sigaretta mi guardo intorno e mi rendo conto che ancora una volta sono attorniato da mille colori e freschi profumi che solo una nuova alba ti sa regalare. Giusto il tempo di venerare l’ennesimo regalo che mi sta offrendo il nuovo giorno, mi rendo conto che la luce ha preso il sopravvento sul buio e sulla campagna circostante. L’incanto viene arricchito dallo zirlo dei tordi che iniziano a spostarsi. Si sentono i primi spari e così si inizia un’altra giornata di passione e di amicizia che dura da una vita e continuerà in eterno nei ricordi. Verso le ore 10.00, finito il passo dei tordi ci ritroviamo tutti vicino alla macchiane e dopo aver commentato la mattinata di caccia, risultata soddisfacente, decidiamo di spostarci per visionar alcune zone dove poter organizzare il rientro pomeridiano. Giunti vicino ad una pineta, 200/300 piante in tutto, Antonio mi fa notare stormi di uccelli, all’apparenza storni, che si spostano, sentito il rumore della macchina, dagli alberi di olivi verso i pini. Guardando meglio ci accorgiamo che non si tratta dei soliti storni riuniti in branchi numerosissimi, ma di tordi bottacci (in maggioranza), di merli, e di alcuni tordi sasselli. Ci guardiamo increduli e spontaneamente a tutti e tre viene fuori la stesa frase: “”Maa… sonooo.. tutti tordiii… (marivizzi)”” A tal punto ci ritroviamo subito giù dalla macchina e già pronti per fare un giro per vedere di spararne qualcuno. Decidiamo di far appostare uno all’angolo della pinetina, mentre io ed Antonio iniziamo a camminare tra i pini. Appena ci spostiamo sentiamo e vediamo i primi tordi che, disturbati, si spostano tra gli alberi. Udiamo i primi spari che col passare del tempo diventano sempre più frequenti e frenetici. I tordi come impazziti si alzano dagli alberi si involano, girano nel cielo grigio per poi far ritorno negli alberi da dove sono partiti. Dopo un po’ ci avviciniamo al nostro amico rimasto fermo all’angolo della pineta, ove è ancora intento a sparare senza alcuna sosta. Arriviamo lì ed osserviamo che intorno a lui ci sono sparsi bossoli vuoti di ogni colore e tipo. Lo guardiamo e scopriamo sul suo viso lo stupore di quanto accaduto. Lui entusiasta di quanto visto ci chiede aiuto per recuperare i bossoli vuoti ed i tordi abbattuti che sono sparsi dappertutto: “” sotto i pini, nell’erba, sopra agli alberi, lontano, vicino…. Dopo aver recuperato tordi e bossoli decidiamo di andare a pranzo. Mentre gustiamo con buon appetito la cucina pugliese presso un ristoratore amico, i pensieri corrono sempre alla pineta ed ai tordi visti al mattino, così decidiamo di ritornarci anche nel pomeriggio per il rientro “masone”.
Verso le 14,30 siamo già sul posto. Ai nostri occhi appare la stessa scena del mattino; tordi che zirlano e “schizzano” da tutti i lati della pineta. Decidiamo di ripercorrere quanto già fatto al mattino con altri buoni risultati.
Alle 15,30 ci appostiamo ai nostri “capanni” ed aspettiamo che i tordi iniziano a rientrare. L’attesa non dura a lungo, infatti, dopo pochi minuti si iniziano a vedere i primi tordi che “come missili” sfrecciano tra gli alberi posti alle nostre spalle. Iniziamo a sparare ai tordi che sembrano sbucare all’improvviso da ogni parte. Dopo una mezz’ora il mio inseparabile Beretta A303, mai successo prima in più di venti anni di utilizzo, inizia a fare i capricci, si blocca e si sblocca il carrello a suo piacimento per cui sono costretto a smontare l’arma più di una volta, mentre i tordi mi sfrecciano così vicino quasi a volermi prendere in giro.
A fine giornata ci ritroviamo tutti e tre vicino alla macchina con sorrisi di soddisfazione ed entusiasti di una giornata di caccia irripetibile con carnieri degni di Paesi rinomati per la caccia ai tordi. Il viaggio di ritorno è tutto un entusiasmo nel descrivere come i tordi ti sbucavano da ogni parte, di “tiri” eccezionali, di cartucce che facevano miracoli o che non andavano per niente, di padelle .. ecc….
Si arriva a casa tutti eccitati per la giornata trascorsa e con la certezza che un altro ricordo indelebile si va ad aggiungere ai tanti altri già vissuti grazie a questa grande passione: “LA CACCIA”.

LA CACCIA: passione non condivisa e disprezzata da chi non la concepisce e non la conosce a fondo; passione estasiante ed incantevole da chi la vive fin da ragazzino, allorquando si andava dietro ai genitori, ai nonni, che ti insegnavano in primis il rispetto per la natura ed in secondo luogo i segreti della caccia.
La CACCIA è una PASSIONE che senti pulsare nel cuore che ti inebria, come il primo amore, la mente fino a farti sentire ancora “bambino” quando correvi nel mese di agosto a piedi scalzi o con stivali di qualche numero più grande del tuo piedino a raccogliere la prima preda di una nuova annata venatoria, pregustando già le prossime che dovevano ancora arrivare. Questa non è più certezza dei tempi moderni, che, a prescindere, tutto travolge, tutto contesta, lasciando dietro di se solo un campo arso senza semina e senza futuro. La Passione, qualsiasi essa sia, ti fa vivere in eterno nei ricordi dei posteri. Tralasciamo i pregiudizi che la nuova società ci impone e come i nostri AVI cerchiamo di trasmettere con AMORE, senza tanti se e senza tanti ma, questa nostra grande PASSIONE: LA CACCIA.

 

Autore del racconto: Aniello Adiletta by BERETTA64 

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