Fasano di Puglia,1963.
Il 17 febbraio,giorno del mio 16° compleanno ho già tutti i documenti pronti
per ottenere la licenza di caccia.Mio padre ha firmato il consenso e i Vigili
Urbani di Fasano mi hanno rilasciato il certificato di “maneggio dell’arma”.Nel
mio pensiero il porto d’armi mi dovrebbe arrivare entro qualche giorno.Tutta la
documentazione è stata consegnata al “corriere” Pagnelli che fa la spola con
Brindisi per le pratiche più svariate.Arriva il sabato e vedo zio Franco in
grandi preparativi: nel portone pile di pacchi di cartucce.Capisco subito che
deve andare a caccia in Calabria e quando glielo chiedo mi dice di si ma mi
avverte che senza licenza non se nhe parla neppure;purtroppo soltanto meno di 2
anni prima ero stato “beccato” nella zona di Mesagne dai guardiacaccia che mi
avevano sequestrato il fucile(il mio cal.28 ad 1 colpo) ed essendo minorenne
(14 anni) anche zio Franco aveva passato i suoi guai dato che il fucile era
intestato a lui.
Dunque verso le 19 vado a casa di Pagnelli per vedere se è arrivata la
licenza: non c’è,deve ancora tornare da Brindisi.Sarò andato non meno di 4 o 5
volte e quando finalmente lo trovo,la licenza non c’è! La tensione viene
sfogata con un grande pianto.Per la cronaca zio Franco si recò a caccia a
Rossano Calabro nella tenuta “Cherubini” e si ritirò con una valanga di tordi
(80 o più).
Sbollita la rabbia attesi con calma la mia licenza di caccia che finalmente
arrivò verso il 7 marzo.Assalito dalla frenesia della Calabria organizzo subito
una spedizione.Per prima cosa interpello Raffaele,factotum dell’Armeria
Carrieri, per sapere dove posso andare a trovare dei tordi.Mi dice che lui è
impegnato con il lavoro e non può muoversi e che c’è un posto pieno di tordi:
Aliano in Basilicata.
Progettiamo la spedizione per la domenica successiva (sarà stato il 10 o 11
marzo).Prenderemo una macchina a nolo da Di Bari (Iaretidd) che ci dà una Fiat
1100 Rondinella che sarà guidata da Armando (Beghelli) che ha la patente.Ci
saranno anche Bebè e come accompagnatori non cacciatori mio fratello Gino ed il
mio futuro cognato Nicola.Bebè procurerà la benzina,mentre io mi occuperò delle
vettovaglie.Appuntamento in via Forcella dove abitiamo sia io che Bebè alle
3,30.Siamo pronti ma Bebè non si vede.Dopo una decina di minuti vediamo
apparire la sua testa da un finestrino:”Mio padre ha sbarrato sia la porta del
terrazzo che quella di casa! Non posso venire,in bocca al lupo”.Il piano era
che lui dovesse arrivare a casa mia dal terrazzo (il padre don Ciccio non
voleva che andasse a caccia!).Per fortuna la benzina che doveva procurare era
stata già sistemata in macchina in 3 taniche di plastica.Dopo aver riso a
crepapelle alle spalle del povero Bebè,siamo pronti: partenza!
Prendiamo la strada per Martina Franca – Taranto e quindi proseguiamo in
direzione Reggio Calabria.Ad un certo punto,non ricordo se a Scanzano o a
Montalbano,vediamo un cartello con l’indicazione di Aliano.Svoltiamo subito e
proseguiamo.Dopo una decina di Km la strada da asfaltata diventa bianca e
proseguendo andiamo a finire sopra le montagne dove non si incontra anima viva,
nè persone nè macchine.Dopo un tempo interminabile cominciamo a pensare di aver
sbagliato strada.Allora dico che è meglio fermarsi ed attendere l’albe per
decidere.Vedo al lato della strada un albero di olive e ci fermiamo vicino:se
ci sono gli ulivi ci saranno i tordi!
Non avendo chiuso occhio ci addormentiamo brutalmente in macchina per circa
mezz’ora.Quando ci svegliamo ci accorgiamo di essere in un paesaggio desolato:
non c’è anima viva,montagne brulle e senza alberi, quello era l’unico albero
nel raggio di chilometri.Ormai sfiduciati pensiamo sia meglio tornare indietro:
Aliano è un miraggio!
Rifacciamo la strada al contrario ed arriviamo nella piana sotto il bosco
Orimini di Martina Franca verso le 10,nella speranza di sparare qualcosa.Prima
di tutto però decidiamo di mangiare e prendiamo le vettovaglie.Aperto il
portabagagli vediamo che una delle taniche ,rovesciatasi,aveva fatto uscire la
benzina che era andata a finire sui panini.Nonostante il forte sapore di
benzina,mangiamo avidamente i panini e,Armando ed io, ci scoliamo anche una
bottiglia di vino.Sono quasi le 11 quando usciamo per andare a caccia,Armando
con il suo sovrapposto Beghelli cal.12 ed io con il mio sovrapposto Beretta S55
cal.20.
Ma,all’infuori di qualche allodola smaliziata. non si vede proprio niente.
Ormai è andata male e verso l’una si decide il rientro.Quando arriviamo a
Fasano,dopo aver scaricato mio fratello e Nicola, siccome ho voglia di guidare
la 1100,con Armando ce ne andiamo al rientro sotto i nostri monti in un posto
chiamato “La macchia di Don Beniamino”. I tordi sono pochissimi,tuttavia
riesco a prenderne due.
Rientrati a Fasano andiamo a riconsegnare la macchina dopo esserci accorti che
non c’era ruota di scorta: pazzesco!! Se avessimo forato su quelle montagne chi
ci avrebbe soccorso?
La spedizione è stata un fallimento completo ma rimarrà un ricordo
incancellabile.Nel frattempo già penso alla prossima stagione di caccia alle
tortore (aprile-maggio) che per me sarà la prima in regola con la legge.

Riccardo Turi