Dopo tanti sforzi fatti attraverso le mie conoscenzedi Dirigente della Cassa di Risparmio di Puglia,finalmente il 28 febbraio 1988 riesco ad avere un invito nella Riserva di caccia "Terra Apuliae",che si trova fra Zapponeta e Manfredonia.Si tratta di una valle per l'allevamento del pesce,che esiste ancora oggi,con numerose vasche di acqua salmastra senza vegetazione e soltanto 2 piccole vasche con l'acqua dolce,frequentate in genere dai proprietari. Dunque alle 4,30 del mattino siamo alla casa di caccia che è una costruzione ottagonale dove siamo ricevuti da due dei proprietari,appena alzati,che ci offrono il caffè. Scambiamo qualche battuta con loro ed apprendiamo subito che c'è pochissima "caccia bianca",e soltanto un pò di folaghe. Ma noi non ci scoraggiamo anche perchè ci facciamo forti del detto:"A caccia tutto è possibile,niente è sicuro!".Finalmente alle 5 siamo all'imbarcadero e > >carichiamo fucili e cartucce sul barchino e ci avviamo con il nostro barcaiolo Luigi.Fa un freddo cane e mentre avanziamo sull'acqua il vento ci taglia la faccia.Finalmente siamo nella botte e sistemiamo le nostre cose mentre il barcaiolo mette giù gli stampi.Lo preghiamo di tenersi a tiro di voce perchè se la mattinata è sfavorevole potremmo decidere di uscire dalla botte abbastanza presto.Fischi zero,soltanto un freddo che ci entra nelle ossa.Quando comincia ad albeggiare,mentre il cielo rimane vuoto di uccelli il freddo aumenta. Nonostante batta continuamente i piedi sul fondo della botte sono congelato. Con il passamontagna completamente calato la sofferenza non accenna a diminuire. A ciò si aggiunge il fatto che di anatre non c'è l'ombra e solo qualche isolata folaga si vede in lontananza.Alle 9 non riusciamo a resistere al freddo e cominciamo a chiamare il barcaiolo il quale sicuramente se ne era andato al paese a dormire.Inutilmente per oltre un'ora le nostre grida si perdono nel vuoto senza che neppure qualche tiro ci aiuti a non pensare al freddo. Quando dopo un'attesa interminabile stiamo per diventare 2 ghiaccioli ecco che il barcaiolo si fa sentire e lo vediamo in lontananza avnzare col barchino: sono le 11,30! Quando dista da noi circa 100 metri ecco che una folaga,sicuramente alzata dalla barca,ci arriva a tiro e la abbattiamo con 3/4 colpi sparati con rabbia. Il barcaiolo arriva mortificato e si giustifica trovando una scusa alquanto improbabile ma noi,contenti di tornarcene finelmente alla macchina,non ci facciamo neppure caso anche se avremnmo voluto strozzarlo! E' stata una giornata incredibile,completamente vuota di uccelli e con freddo che non avevamo mai sentito così e che mai più avremmo sentito in quel modo.

 

Riccardo Turi