In allegato  una poesia scritta da me nel 1984 con lo pseudonimo di "Zippone" (che era il soprannome di un barcaiolo della San Floriano di Zapponeta). I due personaggi della poesia sono due persone realmente esistite i cui soprannomi erano "Cita" (per intuibili ragioni) e "Cinquemila" (ignoro però l'origine).Queste due persone erano state invitate alla valle San Floriano da un certo Pansini il quale a sua volta era riuscito ad avere un invito.Va detto che l'appostamento degli invitati,dipendeva dalla "potenza" di colui che riusciva ad avere l'invito (Sindaco,Regione,Forze dell'ordine,ecc.) Al mattino il direttore della riserva,che allora era un certo commendator Zarattini (veneto) assegnava le botti agli invitati. Superfluo aggiungere che la "19" era allora una delle peggiori. I vari invitati (tutti a coppie) erano accompagnati nella botte (in genere un cassone di cemento per 2 persone, più raramente due botti affiancate) da un barcaiolo al quale allora venivano corrisposte circa 60.000 lire (30.000 a testa). La mia poesia fu affissa per parecchio tempo nel Circolo dei cacciatori di Molfetta, paese di origine dei due protagonisti.

Riccardo Turi

 

 

Al mattino nel casone

Tutti ansiosi (poverini!)

Per saper la postazione

Che decide Zarattini.

Mentre i più raccontan balle

Silenziosi a far la fila

All’esordio nella valle

Stanno “Cita” e “Cinquemila”

Guardan quadri di germani

I due soci ormai confusi

E li toccan con le mani

Già sognando ad occhi chiusi.

Chi è Pansini?Chi è Pansini?

Ecco grida Zarattini

Ma Pansini sono loro

Lì arrivati di straforo.

Si risveglia all’improvviso

“Cita” serio e rosso in viso:

“Ha chiamato un tal Pansini,

poco fa sior Zarattini?”

“Giusto lei,vada in malora,

sto chiamando da mezz’ora!”

Ora “Cita” è imbarazzato,

“Cinquemila” costernato.

Nella sala alcun si muove,

Zarattini ormai s’affanna:

“Alla posta diciannove!”

E’ sentenza di condanna.

“Cita” euforico e beato

Gli risponde senza fiato:

“Sissignor commendatore,

la ringrazio ben di cuore!”

Finalmente nella botte,

son le cinque,è ancora notte!

Perché s’oda il suon del corno

Deve fare quasi giorno.

“Cinquemila” sta in ascolto,

“Cita” scaccia le zanzare,

che lo pungono sul volto,

ma non c’è niente da fare!

 

Vien da un argine il segnale,

s’incomincia la battuta,

sparatoria generale,

ma la diciannove è muta!

“Cinquemila” con lo sguardo

Scruta intorno un buon minuto,

ma non vede alcun mallardo,

è lo zero più assoluto!

Gira a destra e gira a manca

La sua testa e mai si stanca

Tal che sembra proprio “Cita”

Un macaco vietnamita.

“Cinquemila” grida forte:

“C’è una folaga,coraggio!”

Esce “Cita” dalla botte

Ma si tratta di un miraggio.

“Cinquemila” ormai vaneggia,

l’occhio destro gli lampeggia,

tutto il Wishky che ha portato

d’un sol fiato s’è scolato.

“Cita” invece è nel pallone,

spara un pesce ed un moscone.

Alle dieci sfiduciati

Escon fuori e van per prati..

Stanno afflitti e sconsolati,

sono ormai squalificati.

Grida “Cita” alle farfalle:

“Non verrò mai più alla valle!!”

Si dispera “Cinquemila”:

“Ho pagato trentamila!!”

 

 

 

 

 

 

(Zippone 1984)