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di Antonio BUONO*
In Europa nove milioni di adolescenti tra i dieci e i diciannove anni, convivono con un disturbo legato alla salute mentale.
In Italia sono circa 956.000.
E’ questo l’allarmante quadro che emerge dal rapporto Unicef su: “la condizione dell’infanzia nel mondo”. Una leggera percentuale prevale tra le ragazze rispetto ai ragazzi.
Da quanto si desume, una delle ragioni tra le più eclatanti, che in molti casi ha spinto addirittura al suicidio tante giovani vite, è legata tra l’altro, allo stress da pandemia in relazione all’isolamento, alla perdita di familiari e ad un forte disagio sociale non più all’altezza della gravità in essere, al punto tale da non poter garantire ad ogni giovane, un tranquillo accesso al benessere mentale verso un’infanzia felice.
Potrebbe sembrare un paradosso ma, analizzando questa realtà così angosciante, in chi è cresciuto a pane e zucchero, poiché non sempre c’era il formaggio o la mortadella, subentrano una marea di riflessioni davvero imbarazzanti.
Da molti anni, tra di noi cacciatori vive una sorta di disagio, spesso dovuto alla mancata quanto chiara interpretazione delle ragioni per le quali una generazione senza meta e senza idee, ci vedrebbe a loro dire, molto volentieri “sotto tre metri di terra”.
Ci resta anche difficile comprendere come sia possibile scendere in piazza in quel di Milano per dire basta al flagello del vitellino, poiché mamma mucca piange, quando poi la stessa gioventù ama tanto le serate con la brace al chiar di luna in riva al mare!
Stesso discorso vale per certe signore che nei talk show s’inventano la storiella delle scrofe stressate perché i cacciatori non danno loro alcuna tregua, e quindi, ecco venir fuori il motivo per cui partoriscono cinghialotti in continuazione.
Verrebbe da pensare che la causa principale nelle donne che non hanno avuto figli, potrebbe essere la mancanza di stress…chissà!
Il grido di dolore che noi cacciatori stiamo lanciando in continuazione per i gravissimi danni arrecati alla natura ed allo stesso ambiente, (vedi pesticidi, microplastiche, inquinamento di mari e di fiumi, rifiuti tossici ecc..ecc..) luoghi in cui tutti ci muoviamo e viviamo, ci ritrova costantemente delusi per l’assoluto mancato ascolto, anzi, meglio ancora, restiamo sbalorditi di quanto proprio coloro i quali dovrebbero sostenere tali battaglie in primis, trovano più urgente di qualsiasi altra disgrazia sociale (si vede che noi lo siamo in peggio!) prendere delle firme per debellare la caccia come fosse il peggiore dei mali al mondo!
E da qui, a noi cacciatori, risulta facile se non logico, porre riflessioni, nonché valutazioni inquietanti in merito a quel disagio di cui si parlava poc’anzi.
Viene quindi d’obbligo chiedersi come possa, questa gioventù che ama definirsi “animalara” restando comodamente seduta in poltrona, non pretendere di andare alla ricerca di un facile “sfogo” che funga da sollievo a quello stress “disumano” che si porta addosso al pari un fardello dal peso immane.
Si chiede un referendum sulla caccia, bene, complimenti, ma si sappia che noi cacciatori siamo molto stanchi e certamente non ci fa paura essere messi alla gogna mediatica per poi dover riporre armi, passioni, tradizioni, sentimenti, storia e cultura in soffitta assieme ai nostri ausiliari. Discorso a parte meriterebbe l’indotto di centinaia di migliaia di persone che, grazie al settore caccia, pur se tra mille difficoltà, riescono ancora a mettere un piatto in tavola.
E infine, senza alcun dubbio, avendo ancora tra le “mani” la nostra meravigliosa infanzia, si sappia che a noi cacciatori se c’è una cosa che preoccupa tantissimo, è il futuro per nulla lontano di una gioventù alla deriva continuamente impegnata a rincorrere “fantasmi”, quello stesso futuro che dovranno affrontare senza capacità, esperienza, qualità, cultura e…
senza l’essenziale “gavetta”!
*Cacciatore a vita
Portavoce Naz. MSE
Coordinatore MSE Ischia
Foto dal web

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