L’ACQUA ALLA GOLA

di Antonio BUONO*
Chiedersi perché noi cacciatori ci ritroviamo ad un bivio è oramai d’obbligo.
Le ragioni che hanno fatto sprofondare la nostra passione in una realtà estremamente pericolosa, le conosciamo (quasi) tutti, ma come sempre, tutti, ci aspettiamo che il “maltempo” passi grazie ad “altri” che correranno in nostro aiuto.
No, questa volta non sarà così!
Dall’altra parte c’è sempre la solita gente furba e cattiva che ancora una volta, ha un’assoluta necessità di sfruttarci come cavalli mediatici.
Gente “onesta, integerrima ed irreprensibile”, pienamente convinta che noi siamo “subumani di abietta viltà”, peccato per quel buonismo che si ritrovano, non ha mai consentito loro di accorgersi che vengono sfruttati ancor più di noi dal perfido politico di turno.
Una cosa però è certa e va detta: definire questa deriva socio-ambientalista non è cosa facile, di sicuro rimane il fatto che siano “scappati di casa”, poiché nessun genitore consentirebbe ad un figlio di gridare in piazza… “un cacciatore buono è solo quello morto…tre metri sotto terra, merde”! Se ritengono che questo sia il miglior modo per “estorcere” firme in favore del referendum, credo si debbano vergognare a prescindere.
C’è un “sistema ben collaudato” che scatta periodicamente, quasi sempre in concomitanza delle elezioni, qualunque esse siano.
Si tratta di un sottilissimo sotterfugio ancor oggi per nulla chiaro alla maggior parte di noi cacciatori. Un gioco perverso che da una parte sfrutta l’infatuazione di chi della vita ha capito ben poco e che oggi si sente in dovere apporre la sua “firma” per la “salvezza del pianeta”, dall’altra, gente semplice che della ruralità ne ha fatto il proprio pane quotidiano.
Noi cacciatori, veniamo usati da sempre per squallidi interessi politici.
C’è un “suggerimento” di meschina un’ambiguità, al quale noi cacciatori pare ci si debba attenere in modo scrupoloso: “essere apolitici”. Un “affettuoso consiglio” che in genere viene dal circolo di periferia, affinchè in caso di consultazioni si voti l’amico dell’amico, quello che ci stima, ci conosce benissimo e che resterà sempre a nostra disposizione…giammai uno di noi!
Attualmente ci sono molti politici con l’acqua alla gola, per questa ragione, già da tempo è stato elaborato un piano diabolico nei minimi particolari che includesse l’ennesimo referendum contro i cacciatori.
Noi…trasformati negli ultimi decenni in “bestie” da immolare.
Noi…vittime sacrificali per compiacere e propiziare la “salvezza” del “divin politico” al tramonto della sua pochezza… gente sbagliata al posto giusto che ha trasformato la propria “qualunquezza” in un qualcosa di cui potersi vantare.
Si fa un gran parlare di “sviluppo sostenibile”, una sorta di ancora di salvezza che possa dare un senso al futuro dei nostri giovani.
Ebbene, le ragioni del Movimento Scelta Etica di cui sono onorato di far parte, includono soprattutto la rinascita dei tanti valori andati perduti: ruralità, tradizioni, passioni, virtù, educazione culturale, gli stessi valori che i giovani d’oggi non hanno e senza i quali avvertono la necessità di fermare “assassini” come noi.
Stiamo cercando in ogni modo di far comprendere all’opinione pubblica che intendiamo difendere un patrimonio inestimabile.
La “perdita” del cacciatore nel nostro Paese, verrebbe a significare la totale distruzione di un bagaglio di esperienze fatto di tradizioni, passioni, cultura, storia, immagini, ricordi, arte, poesia.
Perdendo noi, i giovani perderanno inevitabilmente il loro futuro.
E’ questa la consapevolezza che mi addolora ancor più di ogni altra cosa.
La caccia per me ha un significato molto profondo, è una ragione di vita, veder minacciati i miei principi, i mei sentimenti, l’orgoglio dei miei trascorsi, la mia passione, la mia educazione culturale fatta di storia, tradizioni, racconti, miti, leggende, favole, ricordi… provoca in me un vuoto incolmabile ed un’immensa sensazione tristezza.
*Cacciatore a vita
Portavoce Nazionale MSE
Coordinatore MSE Ischia