LA PAGLIUZZA E NON LA TRAVE!

di Antonio Buono*
Spesso mi chiedo perché in un’epoca come la nostra, tra covid, guerre, malattie e disastri climatici che mettono in serio pericolo la quotidianità di ognuno se non la vita stessa, ci possa essere gente che si preoccupi della paventata sofferenza di un cavallo che da sempre aiuta il suo padrone a mettere “il piatto in tavola”.
Perché si insiste a voler togliere la pagliuzza dall’occhio e mai la trave? Che senso ha tutto questo?
Un’analisi più attenta verso ciò che si ritiene incomprensibile, non sarebbe una cattiva idea.
Un male che sa di inquietudine, paura ed incertezze per un domani tutt’altro che sereno, potrebbe avere le sue valide ragioni, al contrario, aggrapparsi a delle banalità per fuggire da una realtà che affligge, non ha alcun senso!
Forse non a caso la risposta potrebbe nascondersi in quelle storture psicologiche che sanno di facile preda sociale, tra le altre, vedi l’apprensione per le famose “botticelle”, le storiche carrozzelle trainate da cavalli, che altrimenti diverrebbero mortadella in breve tempo, proprio come nel famoso film di Sordi “Nestore l’ultima corsa”.
Che senso ha provare sollievo dando un contributo per la salvezza di un animale, quando poi, non c’è nessun tipo di interesse verso ciò che realmente sta uccidendo lo stesso essere umano?
Questa gente, dall’anomala sensibilità che va oltre l’immaginabile, come fa a non manifestare orrore nei confronti di un’insalata densa di pesticidi, quella che compra al supermercato e che ingerisce e digerisce bella pronta, per poi sbraitare all’untore contro il solito cacciatore che ormai da anni dice che “i conti non tornano”, che grida aiuto perché c’è una tragedia in atto!
Nessuno più del cacciatore può essere in grado di comprendere quali siano i mali che affliggono la natura, perché la conosce in modo diretto, la vive, ne avverte il suo dolore osservando la direzione dei venti ed i suoi assurdi “contrasti”, non ci sono più “regole”, il clima è impazzito, i continui disastri ambientali ne sono una conferma in tutto il pianeta.
La maggior parte degli insetti impollinatori (vedi le api, i bombi) sempre grazie ai pesticidi sono scomparsi, la loro distruzione ha provocato la morte per fame di milioni di piccoli uccelli insettivori…rondini, passeri, stiaccini, codirossi, gruccioni, gli stessi pipistrelli… scomparsi!
E da qui, sorge uno storico dubbio nel capire chi sia il vero ambientalista: chi si alza a mezzogiorno dal letto e si gode la colazione al solito bar trendy, oppure chi il bosco lo vive da sempre?
Perché si insiste a dare la “caccia alle streghe” e si dà credito a degli ottusi che non hanno nemmeno la più pallida idea di dove il mondo stia andando a sbattere?
Continuare a perseguire con preconcetti ambigui e talvolta di comodo, chi di un una passione ne fa una ragione di vita attraverso conoscenze e consapevolezze, non ha alcun senso, c’è da guardarsi intorno, è necessario fare fronte comune…
il tempo sta per scadere!
*Cacciatore a vita
Coordinatore MSE Ischia
Portavoce Naz. MSE