LA MONACHELLA DEL DESERTO UN TURDIDE DI 15 CM

 

DALLE SABBIE AFRICANE E ASIATICHE ALLE PRATERIE DELL’EUROPA

Monachella del deserto (Oenanthe deserti)

Una delle soddisfazioni del birdwatching svolto in autunno è scoprire specie di uccelli rari in luoghi inaspettati, come avviene in questi ultimi anni con la Monachella del deserto (Oenanthe deserti), un turdide di 15 cm e dal peso di 26-30 gr. Pur essendo accidentale nel nostro continente e proveniente dalle calde aree desertiche del Nord Africa, del Medio Oriente e dell’Asia centrale, negli ultimi anni il numero di dati registrati di Monachella del deserto in Europa è piuttosto importante, con, ad esempio, 97 osservazioni in Gran Bretagna e più di 40 in Francia. Ma questa specie è stata trovata anche in Norvegia, in Finlandia, in Estonia nonché nella nostra penisola con più di 45 osservazioni registrate sino alla fine del 2022. Sul territorio europeo, la maggior parte delle osservazioni viene effettuata tra settembre e dicembre, principalmente tra ottobre e dicembre e gli uccelli sono spesso avvistati in aree sabbiose o sassose che ricordano (vagamente) il loro habitat originario. Come si spiega l’arrivo in Europa delle Monachelle del deserto? É sempre sorprendente che passeriformi tipici dei deserti del Nord Africa o dell’Asia Centrale possano arrivare sulle spiagge dell’Europa settentrionale e occidentale, ma a volte si scoprono altre specie originarie delle stesse regioni aride in Europa. Solitamente sono uccelli nati nell’anno, più propensi degli adulti a raggiungere aree molto lontane dal normale areale della specie. Questi arrivi in Europa potrebbero essere causati del fenomeno della dispersione giovanile o dal fenomeno delle migrazioni inverse (disfunzione della bussola interna) e dalle migrazioni speculari (simmetriche rispetto alla rotta normale). Va anche sottolineato che l’arrivo di tutte le specie considerate rare potrebbero essere causati dalla meteorologia che influenza il viaggio dei migratori durante il loro spostamento. La Monachella del deserto si sta espandendo nell’Africa nord-occidentale dopo diversi anni di siccità, il che, secondo osservazioni e studi sui suoi movimenti, potrebbe aumentare la probabilità di arrivi soprattutto nell’Europa meridionale. (Walter Sassi)

Fonte:anuu.org