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di Antonio BUONO*
La Storia insegna che ogni tempo ha la sua guerra tra poveri.
Noi cacciatori siamo bravissimi a farci la guerra l’un l’altro, lo siamo al punto tale da non accorgerci che i soliti lupi vestiti da agnello, pur di derubarci un ruolo che ci appartiene per competenze, s’inventano battaglie contro la caccia al pari di una panacea per tutti i mali.
Noi cacciatori, depositari dei segreti del bosco, abbiamo un dono particolare: sappiamo riconoscere profumi, suoni, colori, di tutto ciò che è ambiente ne conosciamo addirittura i “dolori”, quelli provocati dalla scellerataggine di tanta gente ipocrita, spregiudicata ed incompetente.
Il nostro pianeta avrebbe un immenso bisogno di giocolieri dell’anima… artisti, risolutori pacifici, guaritori, portatori sani di entusiasmo, amanti di ogni sorta.
Nel frattempo, ci ritroviamo una sorta di ambientalisti laureati in divanologia, i quali, si direbbero convinti che per risolvere i tantissimi problemi ambientali, sia assolutamente necessario chiedere delle firme per un referendum che in assoluto fermerebbe il peggiore dei mali: la caccia!
In pratica, noi cacciatori che siamo la parte vera, quella attiva, quella propositiva, quella in grado per competenza e conoscenze di poter suggerire iniziative da intraprendere per salvare il salvabile di un disastro ambientale in atto, verremmo ad essere demonizzati!
Assurdo chiedere una firma in piazza con argomenti ambigui e strumentali per fermare “gli assassini”, è semplicemente fuori da ogni logica… noi siamo parte lesa.
Vedremo poi quanta gente avrà il coraggio di firmare contro un “male” come la caccia, poiché una sola firma saprebbe di ipocrisia nei confronti delle mille tragedie in atto… quelle sotto gli occhi di tutti.
Siamo pronti a mettere i nostri tavolini di fronte ai loro… noi, a chiedere firme per ben altre cose.
Noi cacciatori , a quei tavoli in piazza, vorremmo sapere perché non sarebbe il caso di firmare per proporre un referendum contro pesticidi, microplastiche, rifiuti tossici, spazzatura di ogni genere, discariche e ciminiere di fabbriche che inquinano i fiumi, i mari e la stessa aria che respiriamo, un’aria che semina lacrime, dolori, rassegnazione e morte.
Perché non chiedere firme per tutto questo, perché?
Perché tanta ipocrisia?
Se la caccia è un male da debellare con urgenza, allora si trovi il buon senso di fare una scaletta in merito a tutte le priorità che affliggono il nostro vivere quotidiano.
Per le assurdità di cui sopra, dovremmo essere noi a chiedere firme contro simili arroganti e presuntuose proposte: un referendum contro l’ipocrisia.
È a noi che spetta quella parte che ci compete di diritto, quella di attori in difesa dell’ambiente e non certo di “gladiatori morituri” grazie ad un manipolo di “Caesar animalari”.
Questa gente ha organizzato una “giostra” in difesa di un qualcosa che nemmeno conosce…é purtroppo questa l’amara verità.
E intanto, il tempo sta per scadere.
Il mondo sta andando in rovina, è assolutamente necessario divulgare un pensiero nuovo.
La nostra ragione di vita, la caccia, non è una priorità, c’è in gioco ben altro, c’è in gioco il pianeta!
Noi non siamo affatto dei maghi, tantomeno prestigiatori come i nostri presuntuosi detrattori, ma di una cosa ne siamo certi, c’è una spaventosa drammaticità ambientale in atto, spetta a noi dare il giusto contributo di idee, in prima fila…
non certo nelle retrovie.
*cacciatore a vita
Portavoce Nazionale Movimento politico Scelta Etica
Coordinatore MSE Ischia

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