IL MANUALE DEL GIOVANE CACCIATORE

In questi anni abbiamo sentito parlare di un abbandono sempre più frequente da parte dei giovani verso la caccia, purtroppo non possiamo metterci il prosciutto sugli occhi e questa è la verità, le difficoltà economiche un continuo allontanamento dal mondo rurale ha fatto sì che i ragazzi non venissero attratti dal mondo venatorio. C’è un sogno che dobbiamo coltivare però, far tornare la voglia a tutti quei giovani che magari guardano allo spioncino tutto ciò che ruota intorno alla natura. Ciò che mi fa sorridere è ricordare i miei primi giorni di licenza, sacrifici, al letto presto e tanta emozione la mattina appena svegli un quadro da favola. Poi, il primo vero amore Maria Lucia, forse si ero un pó preoccupato, magari che facesse un pò di storie per le uscite venatorie la domenica, invece no, rispetta la mia passione in modo impeccabile anzi la condisce con regali impeccabili. Ma torniamo al nostro argomento, come deve essere e come deve comportarsi oggi il giovane cacciatore?
Questa domanda è importantissima, ma ancora più importante è la risposta, perché attraverso essa possiamo proiettare nel futuro il nostro modo di essere. Il ragazzo che si avvicina al mondo della caccia deve aver presente, prima di tutto che ha a che fare con delle armi, quindi deve attuare uno stile di vita sano, serio e non deve avere colpi di testa senza senso, capendo che è molto fortunato per il suo porto d’armi e che andrà a portare con se un fucile quindi da usare con la massima cautela e prudenza. In seconda battuta, deve conoscere un territorio, lo deve conoscere al massimo, rispettandolo e rispettando la selvaggina, perché il cacciatore è colui che per primo ha l’obbligo di far mantenere intatto l’equilibrio naturale. Per fare questo c’è bisogno di studio e monitoraggio continuo del territorio in cui si va a caccia. Ma una cosa è certa, l’attività venatoria ha delle regole etiche che vanno ben oltre le leggi vigenti in materia, e queste si imparano soltanto da cacciatori più anziani e soprattutto saggi, che hanno vissuto i periodi floridi della caccia ma hanno saputo gestirla nel migliore dei modi. Una cosa la più importante è che non conta il carniere, ma come si arriva a fare carniere, anche “misero”, il lavoro dell’amico più fedele, il cane, l’azione venatoria, la furbizia del selvatico, insomma un carniere di poco conto, vi assicuro che diventerà una giornata di caccia che non dimenticherete mai anche un lungo cammino senza sparare un colpo, resterà sicuramente nella mente perché un giorno tra alberi e prati è da incorniciare nella storia della nostra vita. In conclusione, cari ragazzi, avvicinarsi al mondo venatorio è bellissimo, perché ci vuole tanto amore, amore per l’ambiente, rispetto per esso e per ciò che ci permette di andare a caccia e assaggiare i magnifici sapori rurali.

Vittorio Venditti