I FIGLI DEI FIORI…”APPASSITI”

di Antonio Buono*
Da anni nel nostro paese, c’è una sottocultura ecologista dilagante, totalmente disinteressata a tutti i seri problemi ambientali che attanagliano l’intero pianeta.
A loro non interessano i pesticidi che seminano morte ovunque e che arrivano fin sulle nostre tavole tra insalate e fragoline, che il mare sia pieno di plastica che ingeriamo assieme ai pesci che mangiano, per questa gente, quanto sopra, non è un problema degno di interesse, i fiumi inquinati da discariche di migliaia di fabbriche, i rifiuti tossici, la stessa aria che respiriamo che sa di atrazina e diossina, pare non sia affatto un qualcosa di cui doversi preoccupare.
L’unica cosa che interessa a questi figli dei fiori contemporanei è… chiudere la caccia in Italia.
Gente strana, gente ipocrita, che sta male se mamma mucca soffre perché non vede rientrare a casa il suo vitellino, che rimane angosciata al solo pensiero del vile cacciatore che spara ad uccellini indifesi e, per questa ragione, non vede l’ora che lo stesso finisca sotto tre metri di terra.
Questa gente non ha nulla a che vedere con gli encomiabili valori che riecheggiavano nel corso degli anni ’60, questi “figli dei fiori nostrani”, appassiti sul nascere, non sanno cosa sia l’educazione, la famiglia, le tradizioni, l’amore per l’essenzialità delle cose buone che madre terra continua ad offrirci, nonostante l’imperterrito disinteresse di chi dovrebbe proteggerla al fine di… proteggere se stesso, questa gente è davvero la brutta copia dei loro predecessori hippy!
La cultura hippy, nota con il termine figli dei fiori, è un movimento di controcultura giovanile che ha avuto inizio negli Stati Uniti d’America nel corso degli anni sessanta del XX secolo e diffuso in Europa e in altri paesi del mondo.
Il loro straordinario ideale di pace e libertà era sintetizzabile in slogan quali “Mettete dei fiori nei vostri cannoni” e “Fate l’amore, non la guerra”, che risuonavano in maniera evidente nel periodo della guerra nel Vietnam.
La ricerca sfrenata della totale libertà era il significato insito nel loro stile di vita. Questo movimento toccò particolarmente l’opinione pubblica, tanto da impressionare le pellicole di molti registi, nonché la musica di molti artisti.
Definirsi ambientalisti restando seduti su di un comodo divano, non ha alcun senso, pensare di salvare il mondo attaccando solamente i cacciatori come fossero il peggiore dei mali, serve solo a distrarre l’opinione pubblica becera ed ignorante sulla falsariga dei protagonisti di scellerate iniziative referendarie.
Di queste sceneggiate che sanno di pagliacciate, ce ne accorgeremo tutti all’alba di un brutto giorno che nessuno avrebbe mai desiderato.
C’è un mostro dalle mille teste che imperterrito continua a seminare morte tra di noi esseri umani, c’è gente che si vaccina perché convinta di fare un bene a se stessa e nel rispetto di chi gli passa accanto, c’è chi non si vaccina perché convinto di dover pensare solo a ste stesso.
Abbiamo tutti un futuro incerto davanti a noi, fatto di evidenti disastri ambientali che stanno portando il mondo alla deriva e l’unico problema per cui doversi preoccupare è… fermare i cacciatori.
Se questo non è un gioco che sa di suicidio, se questa non è follia allo stato puro…qualcuno mi dica cos’è!
*Cacciatore a vita
Portavoce Nazionale Movimento Scelta Etica
Coordinatore MSE Ischia