Giuseppe era nato Povero & Cacciatore .…..sicuramente il destino, la genetica o forse lo stesso buon Dio avevano messo a dimora quel seme, quella passione ,che col tempo s’era sempre piu’ radicato in Lui fino a diventarne parte essenziale ! Erano lontani ormai gli anni della guerra quando la Caccia e la Pesca erano assolutamente necessarie per Lui affinche’ riuscisse a mettere insieme la sola cena, perche’ solo quella ci si poteva permettere, dato che il destino l’aveva lasciato solo ad accudire sei figlie femmine, la piu’ grande d’appena 13 anni e via a seguire tutte le altre….e proprio nel mettere al mondo l’ultima che la sua amata moglie Giovanna era purtroppo venuta a mancare. Fu’ forse il periodo piu’ buio per il povero Giuseppe che penso’ d’esser stato veramente beffato dal destino, che l’aveva lasciato solo in tali condizioni.

Ma questo era il passato, ora le piccole non senza penare eran cresciute, diventate grandi ormai, ognuna aveva trovato la sua strada, Giuseppe era rimasto solo nella grande casa, gia’ da tanto tempo non era piu’ necessario calare le reti o aspettare il passo primaverile per far incetta di quella manna che veniva dall’Africa sotto forma di piccole saette alate che arrivavano basse sulla sua amata spiaggia.
Non ricordava quando era stata l’ultima volta che la cucina aveva riecheggiato del vociare delle Figlie intente al tavolo con la selvaggina o il pescato da preparare . Tante cose eran cambiate, per fortuna in meglio, ora al paese era arrivato il benessere…. eran diventati una rinomata localita’ turistica… veniva gente da ogni parte del mondo….i soldi giravano.

Da imbianchino s’era reinventato imprenditore del bisogno di vacanza degli altri, non il suo che non s’era mai mosso da quel lembo di costa e nemmeno piu’ mai sposato, quando poteva portava un fiore all’amata Giovanna che da troppo tempo ormai se n’era andata. E gia’…tanti anni eran trascorsi per il buon Giuseppe…alla soglia dei ’70, aveva visto quasi tutte le figlie sposarsi e realizzarsi nel commercio , Lui le aveva sempre amate, seguite e aiutate quando doveva. Come tutti i Padri aveva una preferita, Lucia…l’ultimogenita,che era rimasta con lui aiutandolo nell’attivita’ turistica e nelle faccende domestiche. Non s’era infatti ancora sposata Lucia e questo preoccupava il buon Giuseppe che desiderava ovviamente tutto il bene per la Figlia. Accadde finalmente un giorno che la ragazza ormai quasi trentenne tornasse da una gita nella grande citta’ con il cuore in subbuglio : aveva conosciuto un uomo….e sembrava innamorata.

A Giuseppe parve una buona cosa…ma allo stesso tempo nutriva qualche dubbio su’ costui !?! Chi era…non era del paese…dunque un forestiero…avrebbe amato Lucia come lui ancor amava Giovanna? Come si conveniva ai tempi ci fu’ un pranzo di conoscenza e a Giuseppe sembro’ di riconoscere un qualcosa in quell’uomo venuto dalla citta’…ma non capiva ancora cosa fosse. Lo capi’ conoscendolo pian piano… era infatti il suo stesso essere ..ovvero Cacciatore. E gia’…costui che aveva preso il cuore delle figlia era un appassionato di Diana…come lui. Ora il buon Giuseppe nella sua passione era sempre stato un solitario, vuoi per necessita’nel momento del bisogno,vuoi perche’ nel paese arroccato sulla scogliera non eran molti a praticare l’arte venatoria e ben si guardavano di condividerla giungendo infine ad una pace armata su’ i pochi punti dove questa si poteva praticare. Per ironia del destino nessuno dei vari generi nutriva interesse per la caccia…men che meno i rari nipoti maschi….cosi’ che con gli anni la passione s’era un po’ affievolita’,andava ovviamente alle terrazze sulla scogliera per aspettare sempre le tortore e alla cala del Saraceno per le quaglie a primavera…ma non doveva piu’ sfamare bocche se non la sua e s’accontentava di qualche capo magari per l’occasione di qualche raro pranzo che preparava volentieri se capitava una delle figlie con famiglia al seguito.

Accadde pero’ che Quinto, questo era il nome del futuro ennesimo genero risveglio’ in Lui l’atavica’ passione…forse perche’ in lui vedeva quel figlio maschio mai avuto,forse perche’ anche la famiglia di costui ne’ aveva viste tante durante la guerra…..chissa’. Cosi’ quando veniva al paese a trovare la sua bella…se era periodo di caccia …Quinto si ritrovava fianco a fianco sulla scogliera con Giuseppe aspettando le frecce alate che risalivano dal mare sospinte dalle brezze di primavera o vicini nella barca a pesca d’estate….come se fosse stato sempre cosi’. Ci fu’ poi un giorno che Lucia spicco’ il volo verso la citta’ e Giuseppe rimase solo… aveva si le altre figlie…ma non era la stessa cosa. Non lo era nemmeno a caccia…..andava come poteva per vedere se il buon vecchio cal.16 faceva sempre il suo dovere…ma ora gli sembrava fin troppo grande il mare che vedeva da quel costone. S’illuminava pero’ quando i novelli sposi lo venivano a trovare sobbarcandosi ore d’auto dalla citta’ e non gli pareva vero poter organizzare una qualche cacciata col genero.

Furono cmq anni sereni per Giuseppe,tutto andava per il meglio, vedeva crescere i nipoti,nel suo sodalizio venatorio con quel genero di citta’ ma d’origini contadine, aveva ritovato la passione mai sopita,anche cimentandosi in qualche sortita fuori dal suo regno,addirittura un paio di volte era andato a trovarli in citta’,lui che guidava solo ed esclusivamente un Ape Piaggio,si fece ore di treno per raggiungerli e s’entusiasmo’ come un bambino quando ci fu’occasione di cacciare le starne con Quinto nel viterbese…..lui che non le aveva mai viste….ne aveva mai cacciato con i pointer.

Passando gli anni tutto cambiava…purtroppo anche le leggi : non si potevano piu’ aspettare le amate tortore sul finire d’Aprile su’ le terrazze della scogliera….men che mai le gustose quaglie sul filo del mare. Rimanevano i tordi d’ottobre che seppur desiderabili non suscitavano in Giuseppe..ne’ in Quinto, la passione delle cacce primaverili…le aveva praticate per passione da ragazzo,per fame da Padre, ora non piu’ per legge…ma in fondo a chi serviva piu’ quel ben di Dio?!? A lui no di certo…era vecchio ormai. Lucia e Quinto venivano sempre….anche se con meno frequenza,per lo piu’ d’estate…per far fare il mare ai bambini…e si,avevano avuto 3 bei maschietti! E Giuseppe da bravo nonno li scorrazzava con l’Ape o li portava in barca a fargli conoscere l’ebrezza della pesca in mare. Ma l’eta’ non fa’ sconti e Giuseppe sentiva che l’epilogo della sua dura esistenza stava per giungere…ormai non cacciava piu’ e la sua barca giaceva in secca gia’da mesi. Accadde proprio d’Aprile…..ci fu’ una telefonata, Lucia e Quinto si precipitarono..ma non fecero in tempo a salutarlo per l’ultima volta. Gli fu’ detto che s’era voluto far accompagnare due giorni prima alla sua “pezza”…quel terreno sulla scogliera dove cacciava…ed era felice perche’ era riuscito a vedere le prime tortore entrare. Per Quinto sul tavolo della cucina c’era il suo cal.16 “incartato” in un quotidiano e un biglietto : “Questo e’ per il tuo 1° Figlio… sara’ sicuramente un Cacciatore ,quando crescera’ digli che era di suo Nonno Peppe…t’ho amato come fossi figlio mio”.

Dedicato a mio Nonno Giuseppe

Achille.

Autore del racconto
Achille Pieretti
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