Se puo' interessare Brego, riporto notizie in merito , dell' Avv Luca Cecinati, Avvocato Cb, che mi sembrano interessanti, del 2010, magari qualche cosa puo' essere cambiata ai ns gg., ma credo sia molto interessante:
La custodia delle armi rappresenta sicuramente un'importante questione spesso sottovalutata da noi cacciatori ma che tuttavia può comportare gravi inconvenienti non sempre di facile soluzione. A tal proposito è necessario partire dall’analisi della normativa in materia e precisamente dalla Legge del 18 aprile del 1975 artt.li 20 e 20bis.
L’art. 20 della suddetta legge statuisce che “la custodia delle armi di cui ai precedenti articoli 1 e 2 e degli esplosivi deve essere assicurata con ogni diligenza nell'interesse della sicurezza pubblica. Chi esercita professionalmente attività in materia di armi o di esplosivi o è autorizzato alla raccolta o alla collezione di armi deve adottare e mantenere efficienti difese antifurto secondo le modalità prescritte dall'autorità di pubblica sicurezza”.
Da tale norma possiamo dedurre che la custodia diligente dell’arma è finalizzata a garantire la sicurezza pubblica. Questa affermazione è rilevante, perché fa capire come l’onere di portare un’arma non sia solo una questione privata, ma riguarda essenzialmente la sicurezza della collettività.
Il legislatore quando usa il termine “sicurezza pubblica” intende la tutela dell’incolumità fisica delle persone e la prevenzione dei reati in generale.
E’ palese peraltro che l’arma deve essere custodita non solo quando la si porta, ma anche quando viene depositata presso la propria abitazione.Pur nella sua evidente chiarezza la suddetta norma, tuttavia non prevede quali siano le modalità con la quali le armi e le munizioni debbono essere custodite, cioè se deve essere tenuta in cassaforte o depositata in un cassetto o altro. Il legislatore, pertanto, non ha voluto elencare le modalità antifurto da adottare perché dipendono dal contesto ambientale.
Dipende cioè dal luogo in cui si vive, dalla tipologia di casa e dalle persone con cui conviviamo. Per altro verso l’art. 20 bis prevede che “chiunque consegna a minori degli anni diciotto, che non siano in possesso della licenza dell'autorità, ovvero a persone anche parzialmente incapaci, a tossicodipendenti o a persone impedite nel maneggio, un'arma fra quelle indicate nel primo e secondo comma dell'articolo 2, munizioni o esplosivi diversi dai giocattoli pirici è punito, salvo che il fatto costituisca più grave reato, con l'arresto fino a due anni”.
Ed ancora al secondo comma si statuisce che “chiunque trascura di adoperare, nella custodia delle armi, munizioni ed esplosivi di cui al comma 1 le cautele necessarie per impedire che alcune delle persone indicate nel medesimo comma 1 giunga ad impossessarsene agevolmente, è punito con l'arresto fino ad un anno o con l'ammenda fino a lire due milioni.
Si applica la pena dell'ammenda da lire trecentomila a lire un milione quando il fatto di cui al primo comma è commesso:
a) nei luoghi predisposti per il tiro, sempre che non si tratti dell'esercizio consentito di attività sportiva;
b) nei luoghi in cui può svolgersi l'attività venatoria”.
Nella sua apparente chiarezza la predetta norma, come quella precedente, non elenca quali siano le “cautele necessarie” da applicare per impedire che la nostra arma diventi un pericolo reale per l’incolumità pubblica. Si potrebbe dire che il legislatore del 1975 pur regolamentando, o cercando di regolamentare, una materia delicata come quella del controllo e possesso delle armi e munizioni, con volontà “pilatesca”, lasci ampi margini di discrezionalità sia ai possessori di armi sia ai giudici che dovranno di volta in volta valutare se vi siano gli estremi per ravvisare il reato di omessa custodia di armi.
Tuttavia, la Suprema Corte di Cassazione ha più volte statuito in riferimento alla materia che ci occupa fornendoci delle indicazioni necessarie per la corretta custodia delle nostre armi. A questo punto è necessario applicare la fattispecie normativa precedentemente trattata a noi cacciatori.
E’ opinione ormai consolidata che i nostri fucili da caccia debbano essere custoditi presso le nostre abitazioni (o altro luogo in cui abbiamo denunciato il possesso delle armi) con diligenza e per far ciò molti cacciatori si sono dotati di armadietti di sicurezza blindati.
Tutto ciò è naturalmente corretto, ma non è sufficiente.
Le misure anti impossessamento o anti furto devono essere tali da non permettere a soggetti terzi di appropriarsi “agevolmente” delle nostre armi. Ciò significa che se le chiavi del nostro armadietto blindato vengono lasciate inserite nella serratura o vicino all’armadio stesso ovvero in luogo accessibile a tutti, in caso di furto o impossessamento del fucile, con ogni probabilità, verremo denunciati per omessa custodia di arma perché abbiamo permesso, nei fatti, al soggetto terzo di appropriarsi del nostro fucile con estrema facilità.
E’ necessario pertanto nascondere in un posto sicuro le chiavi del nostro armadietto portafucili, debitamente chiuso a chiave, specialmente se in casa ci sono minori che molto spesso sono attirati ed incuriositi dalle armi. Per maggiore zelanteria, consiglierei di chiudere a chiave anche la stanza in cui è presente l’armadietto blindato quando non si è in casa.
I suddetti accorgimenti e consigli, oltre ad essere necessari per ottemperare alle disposizioni di legge precedentemente citate, rappresentano norme di buon senso che ogni cacciatore o possessore di arma dovrebbe regolarmente adottare.
Detto ciò i problemi più gravi si realizzano quando trasportiamo l’arma al di fuori dalla nostra abitazione.Quante volte ci è capitato di uscire alle prime ore del mattino per recarci sul posto di caccia e, prima di giungerci, ci fermiamo al nostro solito bar per gustarci un buon caffè e per scambiare due chiacchiere con gli altri cacciatori? Questo piccolo gesto rituale che ognuno di noi sistematicamente compie può nascondere numerose insidie.
Una semplice tazzina di caffè può trasformarsi in un sorso di cicuta! Cari amici sono decine i casi da me trattati sull’argomento e vi posso assicurare che un semplice caffè, per molti, ha rappresentato una sospensione di anni della propria licenza di caccia. Molto spesso infatti usciamo dalla nostra automobile lasciando il fucile e le cartucce incustodite, sicuri (non lo siate mai) che in soli cinque minuti, a prima mattina, nulla possa accadere.
Dopo aver bevuto il nostro caffè usciamo dal bar e ci rechiamo tranquillamente verso il nostro veicolo e constatiamo che qualche ceffo ha rotto il vetro del finestrino ed ha rubato fucile e cartucce.
A questo punto celermente denunciamo l’accaduto per furto del fucile e delle cartucce e contestualmente ci denunciano per omessa custodia di arma e munizioni. A nulla varranno le nostre giustificazioni sull’aver chiuso l’auto a chiave ed essersi allontanato solo per cinque minuti. A riprova di ciò la Suprema Corte, più volte intervenuta in fattispecie analoghe al caso trattato, con sentenza del 2004 n. 24271, ha statuito che “non può ritenersi diligente la custodia di due fucili da caccia lasciati in una vettura a porte chiuse”.
La Cassazione infatti ha ritenuto che lasciare un fucile da caccia all'interno di un'autovettura parcheggiata integra, senza dubbio, gli estremi del reato contestato, sussistendo la possibilità che estranei entrino agevolmente in possesso dell'arma lasciata alla loro portata per violazione dell'obbligo giuridico di usare le necessarie cautele.
Tutto ciò peraltro si aggrava nel caso in cui la zona in cui abbiamo parcheggiato la vettura è un luogo con alto tasso di delinquenza abituale. E’ del tutto evidente pertanto che l’automobile, certamente, non è un luogo sicuro per la custodia delle nostre armi perché si può facilmente rompere un cristallo e accedere all’interno dell’abitacolo.
Ciò detto, quando vi recate a caccia con la vostra automobile e non volete rinunciare al vostro meritato caffè, o lasciate il vostro compagno di caccia nella vettura e vi recate uno per volta nel locale, oppure portatevi con voi l’arma all’interno del bar, rigorosamente scarica e chiusa in apposita custodia.
E’ evidente, cari amici, che non sia assolutamente il caso di rischiare una denuncia nonché la sospensione o addirittura la revoca del porto d’armi per una nostra semplice disattenzione.
In bocca al lupo
Personalmente preferisco non tenere nulla in auto di tutto cio'..........