germano56

Cacciatore platino (2500/5000)
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Il condizionamento classico è la base di partenza per cercare di ottenere dal cane ubbidienza e interazione fra il cane e il padrone, specialmente sul terreno di caccia. Ubbidienza e interazione sono sinonimi di collegamento. A sua volta il collegamento è la collaborazione (sottomissione) spontanea concessa dal cane al padrone. Quando parliamo di condizionamento classico non possiamo fare a meno di pensare a Ivan Pavlov. Consiglio a tutti quelli che vogliono addestrare il proprio cane di leggere cosa ha scritto Pavlov in riguardo alla salivazione dei suoi cani.

A noi cacciatori ci interessa sapere cosa succede al cane non quando vede il cibo, ma quando vede il terreno di caccia, se disciplinato per più e più volte sempre allo stesso modo, come non riesce a controllare la salivazione in prossimità del cibo, cosi non riuscirà più a controllarsi in presenza del terreno di caccia. Quindi è sbagliato portare il cane sul terreno di caccia e matematicamente slegarlo per farlo cacciare.

Facendo così è normale che avviene il classico apprendimento associativo, il cane non è più nelle condizioni di controllare questo tipo di risposta, allo stesso modo non riuscire a controllare la salivazione in presenza o in prossimità del cibo, è una questione ormonale, sono gli ormoni che influenzano il cervello. E' inutile incazzarsi o gridare o peggio prendere provvedimenti più drastici per indurre alla ragione il cane. Spero di essere stato abbastanza chiaro.
 
Suggerisci qualche libro da leggere di Pavlov. Cosa dovremmo fare arrivati sul terreno di caccia? dare l'idea al cane che decidiamo noi quando inizierà a cacciare? intendevi questo? Puoi fare un esempio concreto? ho letto gli scritti di Pavlov in merito alla salivazione: si parla di uno stimolo incondizionato associato ad uno condizionato. Come lo associamo al cane che arriva sul terreno di caccia? Grazie
 
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Il condizionamento classico è la base di partenza per cercare di ottenere dal cane ubbidienza e interazione fra il cane e il padrone, specialmente sul terreno di caccia. Ubbidienza e interazione sono sinonimi di collegamento. A sua volta il collegamento è la collaborazione (sottomissione) spontanea concessa dal cane al padrone. Quando parliamo di condizionamento classico non possiamo fare a meno di pensare a Ivan Pavlov. Consiglio a tutti quelli che vogliono addestrare il proprio cane di leggere cosa ha scritto Pavlov in riguardo alla salivazione dei suoi cani.

A noi cacciatori ci interessa sapere cosa succede al cane non quando vede il cibo, ma quando vede il terreno di caccia, se disciplinato per più e più volte sempre allo stesso modo, come non riesce a controllare la salivazione in prossimità del cibo, cosi non riuscirà più a controllarsi in presenza del terreno di caccia. Quindi è sbagliato portare il cane sul terreno di caccia e matematicamente slegarlo per farlo cacciare.

Facendo così è normale che avviene il classico apprendimento associativo, il cane non è più nelle condizioni di controllare questo tipo di risposta, allo stesso modo non riuscire a controllare la salivazione in presenza o in prossimità del cibo, è una questione ormonale, sono gli ormoni che influenzano il cervello. E' inutile incazzarsi o gridare o peggio prendere provvedimenti più drastici per indurre alla ragione il cane. Spero di essere stato abbastanza chiaro.
Ma la salivazione dei cani del famoso esperimento di Pavlov andava oltre la visione del cibo e anzi veniva stimolata non dalla vsione del cibo ma da una cosa che non aveva nulla intrinsicamente a che fare col cibo, ma era semplicemente il suono di una campanella. Pavlov, ogni volta che portava del cibo ai cani, suonava una campanella. Dopo alcune volte bastava il suono della campanella per fare salivare i cani. Mentre in natura il canide sbava alla vista del cibo, il cane "condizionato" in maniera Pavloviana sbava al suono di una campanella, che in natura non lo avrebbe fatto di certo sbavare. L'associazione fra cibo e campanella provocava la bava. Con un processo simile si puo', in una certa maniera e fino ad un certo punto far fare cose al cane (o al cavallo, o al gatto, o al pappagallo, o al ratto--o ai bambini--che allo stato naturale non si sognerebbero mai di fare, e che non vorrebbero fare.
 
Io pero' al "classical conditioning" preferisco l'operant conditioning." Qui ce ne e' un buon riassunto--ma dovete tradurlo

 
Suggerisci qualche libro da leggere di Pavlov. Cosa dovremmo fare arrivati sul terreno di caccia? dare l'idea al cane che decidiamo noi quando inizierà a cacciare? intendevi questo? Puoi fare un esempio concreto? ho letto gli scritti di Pavlov in merito alla salivazione: si parla di uno stimolo incondizionato associato ad uno condizionato. Come lo associamo al cane che arriva sul terreno di caccia? Grazie
Tonin, si parte col piede giusto fin da quando portiamo il cane a casa. E' bene non farsi mai anticipare dal cane.
In parole povere il cane non deve dare per scontato niente. Per esempio: prendere il guinzaglio e legare il cane per una passeggiata, vuol dire "far sbavare il cane alla solo vista del guinzaglio, alla vista del guinzagli il cane ci anticipa e va a sedersi vicino la porta, pensa alla passeggiata e non pensa più al padrone.

Il cane non riesce a controllarsi alla vista del guinzaglio, perchè è una reazione viscerale è una questione ormonale, sono gli ormoni che influenzano il cervello, la reazione del cane è involontaria. Il condizionamento del cane non si manifesta solo con la salivazione. Se usassimo il guinzaglio solo per punire il cane, il cane non sbaverebbe più, ma quasi sicuramente andrebbe a nascondersi, questo se il guinzaglio fosse nelle mani del padrone, se fosse nelle mani di un estraneo potrebbe attaccare e mordere. Anche in questo caso la risposta lotta o fuggi è involontaria.

Il cane non deve dare mai nulla per scontato, quando va in campo libero non deve mai sapere il motivo del perchè si trova in quel determinato ambiente. Quello che farà lo deciderà il padrone. Se ogni volta che portiamo il cane sul terreno libero, lo mettiamo a cercare la selvaggina il cane non riuscirà più a controllarsi, per un periodo di tempo sarà refrattario a qualsiasi richiamo, e sarà restio a svolgere altri lavori al di fuori della cerca. La selvaggina diventa più importante del padrone.

Adesso mi fermo altrimenti diventa tutto molto lungo, sicuramente sull'argomento ci ritorneremo.
P.S. Il cane che incomincia a saltare nel box come una scimmia alla vista del padrone vestito in divisa da caccia è un cane indisciplinato, la passione per la caccia non c'entra niente.
 
Ho trovato un articolo sul condizionamento operante del cane. Questo condizionamento e' basato sulle teorie psicologiche di Skinner, psicologo molto piu' moderno di Pavlov. Noto che l'autore dell'articolo deve essere un'altra persona che non ha capito come si usa il collare elettrico, in quanto lo associa al "dolore." Il collare elettrico, se usato come lo si deve usare non produce dolore ma fastidio,come un prurito forte.

 
Devo aggiungere che--come "americano adottivo"--ho a mia volta adottato due delle caratteristiche principali delle filosofia americana, l'ecletticismo e il pragmatismo. Legarsi mani e piedi ad una singola filosofia ignorando tutte le altre, ed ostinarsi ad usare metodi che non funzionano bene o per niente e' da folli. Io preferisco attingere il secchio a diverse fontane e ad adottare cio' che funziona nel caso particolare anche se si tratta di un metodo poco ortodosso. Basta che un metodo mi faccia ottenere cio' che voglio, ed io l'adoperero'. Percio' non ci vedo nulla di male a combinare i due tipi di condizionamento e ad escogitare qualcosa di nuovo che funzioni bene con un certo cane o (come quando ero insegnante) con un certo studente. Tutti i cani sono individui--proprio come noi--e insistere con un metodo che con un individuo non funziona e' assurdo.
La teoria e' bella, e bisogna conoscerla, senza venerarla come fosse Vangelo. Ma bisogna anche avere abbastanza saggezza e discernimento da non impantanarci in elementi teoretici che non reggono al test della pratica.
 
Quello che hai copiato e messo è interessante, è scritto anche bene, però temo che un neofita non riuscirebbe a capire e ad applicare al 100%. Se invece dico al neofita, premiare sempre è come non premiare mai, perchè il premio continuo non si fissa nella mente del cane, come il premio dato ad intermittenza, il neofita capisce meglio di cosa si sta parlando.

Se per esempio voglio tenere il cucciolo in casa fino a 6/7 mesi lo posso fare, però una volta messo fuori in giardino, il cane non deve mai più dormire in casa. Se abbaia e lo faccio entrare una sola volta, sarà ancora più duro cancellare la risposta appressa. A un cane da ferma se gli dovessi abbatte i merli ogni volta che va a caccia, il cane incomincerà a fermare i merli, se i merli non glieli abbatterò mai più il cane smetterà di fermare i merli, e tornerà a fermare la selvaggina adatta al cane da ferma. E' un esperimento fatto dal sottoscritto.
 
Gli obiettivi si possono raggiungere in diversi modi, anche in modi sbagliati. Ovvio che quelli raggiunti con metodi gentili, rendono di più e sono più duraturi, il cane preferisce il premio al fastidio del collare elettrico. Il cane le punizioni le dimenticherà, nella natura del cane i ricordi duraturi riguardano gli interessi del cane. Il pregio del collare elettrico è quello che fa risparmiare tempo all'addestratore, il tempo per l'addestratore è danaro. Si torna sempre sullo stesso strumento.
 
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