Lo so che sono solo un vecchio testone e che non servirà a niente, ma ho replicato:

Caro Danilo, ringrazio la redazione per aver pubblicato la lettera e sono grato a te per avermi risposto.

Indubbiamente per un semplice cacciatore è difficile abbattere centinaia di ungulati con ognuno dei principali calibri e magari ad ogni distanza, in modo da maturare un’esperienza sufficiente a controbattere l’esperienza di operatori che fanno della caccia il loro lavoro.
Però l’esperienza che mi deriva dall’età mi porta a mettere in dubbio qualsiasi verità assoluta che mi venga propinata. Ti posso assicurare che l’impressione generale che si ricava leggendo le varie riviste venatorie è che le monolitiche sono la soluzione a qualsiasi problema.
Possibile che con tutti i capi che vi capita di abbattere mai le monolitiche mostrino un limite? O forse sono io che non ho avuto la fortuna di leggere proprio quei pochi articoli dove tali limiti erano evidenziati?
Possibile che i numerosi amici che frequento sul web, taluni dei quali usano con soddisfazione le monolitiche ma che ammettono che non sono adatte a tutti i calibri e a tutte le distanze, e che condividono praticamente all’unanimità i miei dubbi, sbaglino tutti?
Sui rimbalzi poi mi baso sicuramente su teorie altrui, mi auguro di non sperimentare mai di persona, ma non riesco proprio a convincermi che siano totalmente sbagliate e l’argomento è tale che dovrebbe essere affrontato con molta cautela da tutti.
Infine, sei veramente certo che le leghe delle palle in rame o lead free fra qualche anno non si dimostrino dannose quanto o più del piombo che è un metallo che l’uomo usa da sempre e di cui conosce ogni caratteristica?
Mi fermo qui perché vorrei che questo rimanesse un franco confronto e non un battibecco, d’altra parte non voglio dimostrare niente, vorrei solo che certi argomenti fossero trattati con più cautela e con il beneficio del dubbio.

Un caro saluto

Claudio
 
Lo so che sono solo un vecchio testone e che non servirà a niente, ma ho replicato:

Caro Danilo, ringrazio la redazione per aver pubblicato la lettera e sono grato a te per avermi risposto.

Indubbiamente per un semplice cacciatore è difficile abbattere centinaia di ungulati con ognuno dei principali calibri e magari ad ogni distanza, in modo da maturare un’esperienza sufficiente a controbattere l’esperienza di operatori che fanno della caccia il loro lavoro.
Però l’esperienza che mi deriva dall’età mi porta a mettere in dubbio qualsiasi verità assoluta che mi venga propinata. Ti posso assicurare che l’impressione generale che si ricava leggendo le varie riviste venatorie è che le monolitiche sono la soluzione a qualsiasi problema.
Possibile che con tutti i capi che vi capita di abbattere mai le monolitiche mostrino un limite? O forse sono io che non ho avuto la fortuna di leggere proprio quei pochi articoli dove tali limiti erano evidenziati?
Possibile che i numerosi amici che frequento sul web, taluni dei quali usano con soddisfazione le monolitiche ma che ammettono che non sono adatte a tutti i calibri e a tutte le distanze, e che condividono praticamente all’unanimità i miei dubbi, sbaglino tutti?
Sui rimbalzi poi mi baso sicuramente su teorie altrui, mi auguro di non sperimentare mai di persona, ma non riesco proprio a convincermi che siano totalmente sbagliate e l’argomento è tale che dovrebbe essere affrontato con molta cautela da tutti.
Infine, sei veramente certo che le leghe delle palle in rame o lead free fra qualche anno non si dimostrino dannose quanto o più del piombo che è un metallo che l’uomo usa da sempre e di cui conosce ogni caratteristica?
Mi fermo qui perché vorrei che questo rimanesse un franco confronto e non un battibecco, d’altra parte non voglio dimostrare niente, vorrei solo che certi argomenti fossero trattati con più cautela e con il beneficio del dubbio.

Un caro saluto

Claudio
Claudio....................sei un GRANDE!!!!![spocht_2.gif]
 
guardatelo tutto, io che nn mene intendo concordo pienamente...

Nulla di nuovo, tutte cose fritte e rifritte...un ulteriore conferma che le altre storie tirate avanti da qualcuno sono tutte boiate prive di conferma scientifica....ma pensa te, mi è ritornata in mente la storia degli avvoltoi che si ammalano di saturnismo mangiando le carcasse degli animali sparati con le palle di piombo, ma non c'era qualcosa di più credibilie?!? Tra un po' verrà fuori che si ammalano anche le mosche che ci cagan@ sopra a quelle carcasse....
 
Viva,
la presa di posizione ti fa onore, ma vediamo se indovino cosa accadra' questa volta, se ti pubblicheranno quanto scritto... il buon vecchio odontoiatra rispondera' (se non legge questo forum hihihi) che tu, i tuoi amici ed io abbiamo pochissima esperienza sulla bonta' delle monolitiche in termini d balistica terminale in quanto limitata ad un occasionale utilizzo per il prelievo di qualche capo... Lui invece dispone di una base dati piu' solida escientifica dovuta al fatto che le percentuali su cui ragiona sono infinitamente superiori alle tue... :) E via di questo passo...
torno a dire: finiamo di comperare certe riviste che fan letteralmente pena (in italia non ne vedo una migliore dell'altra) e facciamoli riflettere sulla qualita' dell'informazione che passano. Cosi' facendo (non comprando) non si vedranno piu' rinnovare i contratti pubblicitari (numeri venduti in calo) e la finiran di far marchette. Magari valuteranno di reclutare firme piu' competenti ed oggettive...
weidmannsheil,
paolo
 
Lo so che sono solo un vecchio testone e che non servirà a niente, ma ho replicato:

Caro Danilo, ringrazio la redazione per aver pubblicato la lettera e sono grato a te per avermi risposto.

Indubbiamente per un semplice cacciatore è difficile abbattere centinaia di ungulati con ognuno dei principali calibri e magari ad ogni distanza, in modo da maturare un’esperienza sufficiente a controbattere l’esperienza di operatori che fanno della caccia il loro lavoro.
Però l’esperienza che mi deriva dall’età mi porta a mettere in dubbio qualsiasi verità assoluta che mi venga propinata. Ti posso assicurare che l’impressione generale che si ricava leggendo le varie riviste venatorie è che le monolitiche sono la soluzione a qualsiasi problema.
Possibile che con tutti i capi che vi capita di abbattere mai le monolitiche mostrino un limite? O forse sono io che non ho avuto la fortuna di leggere proprio quei pochi articoli dove tali limiti erano evidenziati?
Possibile che i numerosi amici che frequento sul web, taluni dei quali usano con soddisfazione le monolitiche ma che ammettono che non sono adatte a tutti i calibri e a tutte le distanze, e che condividono praticamente all’unanimità i miei dubbi, sbaglino tutti?
Sui rimbalzi poi mi baso sicuramente su teorie altrui, mi auguro di non sperimentare mai di persona, ma non riesco proprio a convincermi che siano totalmente sbagliate e l’argomento è tale che dovrebbe essere affrontato con molta cautela da tutti.
Infine, sei veramente certo che le leghe delle palle in rame o lead free fra qualche anno non si dimostrino dannose quanto o più del piombo che è un metallo che l’uomo usa da sempre e di cui conosce ogni caratteristica?
Mi fermo qui perché vorrei che questo rimanesse un franco confronto e non un battibecco, d’altra parte non voglio dimostrare niente, vorrei solo che certi argomenti fossero trattati con più cautela e con il beneficio del dubbio.

Un caro saluto

Claudio

Semplicemente ... GRANDE!!!
 
Viva,
la presa di posizione ti fa onore, ma vediamo se indovino cosa accadra' questa volta, se ti pubblicheranno quanto scritto... il buon vecchio odontoiatra rispondera' (se non legge questo forum hihihi) che tu, i tuoi amici ed io abbiamo pochissima esperienza sulla bonta' delle monolitiche in termini d balistica terminale in quanto limitata ad un occasionale utilizzo per il prelievo di qualche capo... Lui invece dispone di una base dati piu' solida escientifica dovuta al fatto che le percentuali su cui ragiona sono infinitamente superiori alle tue... :) E via di questo passo...
torno a dire: finiamo di comperare certe riviste che fan letteralmente pena (in italia non ne vedo una migliore dell'altra) e facciamoli riflettere sulla qualita' dell'informazione che passano. Cosi' facendo (non comprando) non si vedranno piu' rinnovare i contratti pubblicitari (numeri venduti in calo) e la finiran di far marchette. Magari valuteranno di reclutare firme piu' competenti ed oggettive...
weidmannsheil,
paolo
Paolo,
tu hai perfettamente ragione, e questo e' presumibilmente ciò che accadrà...anche perché le possibilità di replica nostre sono limitate al fatto di essere semplicemente dei comuni mortali ed alla loro bontà di concedere eventuali repliche...al di la del fatto che se dovessimo mettere insieme la nostra base statistica non sarebbe poi di tanto inferiore alla loro, in termini di numero di abbattimenti ed esperienza di caccia cacciata, almeno presumo...certo noi non possiamo vantare singolarmente centinaia ( ma alla fine neanche tanti di meno per quanto mi riguarda ) di animali sparacchiati maldestramente ( te lo fanno vedere anche in televisione ) , magari con lo sfondo di una bella rete metallica, e che sono anch'essi niente di più che marchette, come appropriatamente le hai definite....l'unica soluzione e' quella che tu stesso hai suggerito , di smettere di farsi abbindolare da queste marchette, comprando riviste e pagando i canali tematici,cosa che personalmente ho già smesso di fare da tempo perché c'erano cose del tutto inguardabili e non degne di essere chiamate caccia...ti assicuro che potrei entrare molto di più nel merito di queste marchette, non solo per quanto riguarda le monolitiche, ma forse è meglio parlarne in separata sede per evitare di sollevare inutili vespai, meglio andare per la nostra umile strada, fatta di certezze maturate sulla nostra esperienza e non di semplici ipotesi...
ciao e ibal
jack
 
Jack hai ragione. Il mondo delle riviste venatorie lo conosco dall'interno avendo scritto per gli anni a cavallo dello scorso secolo con il nuovo millennio per una che vedeva i suoi natali in quegli anni. Ed ho smesso in quanto la piega presa era piu' orientata alla persuasione del lettore all'acquisto di questo o quel prodotto piuttosto che non ad un'onesta informazione... Aggiungo poi che conosco parecchio bene molti di quelli che scrivono ostentando spesso competenze che di fatto non gli appartengono ma che si son costruiti solo in modo autoreferenziale :) passando tre volte in tv o scrivendo quattro pezzi a dx e a manca... Per andar poi a far la questua della tal ottica o della tal altra arma da avere in comodato gratuito o in regalo in cambio di un bel redazionale e quattro foto irriverenti di animali morti con in bella mostra l'oggetto da reclamizzare salvo poi scoprire che l'animale magari l'ha prelevato un altro... Tanto non vi e' mai facolta di replica immediata o di contraddittorio... Piccolo ot: vedo che tu sei di arezzo ed io ho carissimi amici a bibbiena, fortissimi conduttori di cani da traccia! Non alla ettore zanon per capirci che il suo cane l'ha regalato ma millanta di essere un superbo conduttore, un esperto cacciatore, un giornalista, un imprenditore (strano nel ramo caccia, chi l'avrebbe mai detto? E quali sono i prodotti che van meglio. sarn mica quelli le cui foto corredano i suoi articoli? Ma chi li vende? Ma no! Non me lo dire! Perche' pensar male? :)
Weidmannsheil,
Paolo
 
Jack aggiungo un ultimo pensiero, concedimi questo piccolo vezzo circa le basi statistiche. Io caccio veramente molto ed ho questa fortuna da tanti anni, sia in italia che all'estero e non in giardini zoologici. Perdona se pecco di presunzione ma le prime monolitiche le ho sparate nella seconda meta' degli anni '90. In 9'3, 300 ecc su un numero significativo di animali (non e' bello dare numeri i gentlemen non lo fanno mai nemmeno per le donne che hanno avuto). In quegli anni erano le barnes prima maniera e al di la del fatto che la precisione in alcuni calibri fosse accettabile ed in altri meno i risultati balistici terminali erano tutt'altro che omogenei e accettabili anzi buoni in animali molto corpulenti (cinghiali carpatici, cervi, orsi ecc) solo con calibri superiori agli otto mm e se ingaggiati a distanze brevi. Diversamente si trapanava e via di cane da traccia. Fatte queste prove fini a se stesse son tornato alle premium tradizionali, di casa nosler soprattutto e inutile dire che in tutti i calibri ed a tutte le distanze... Ho ripreso ad usare l
 
Le mono poiche' obbligatorie all'interno di un parco ove collaboro per il controllo del cincghiale, nella fattispecie le ttsx da 185 gr in 338 win mag. E con queste negli ultimi tre anni ho tirato animali per numeri a tre cifre. Credo che quelli caduti sul posto si contino sulle dita di mani e piedi di un bipede normodotato :) per il resto minimo 50/75 metri di corsa se attinti in area polmonare. Talvolta anche peggio. Ovvio e certo! Gli animali muoiono ma il mio hannover e' in gran forma perche gli amici che le usano su calibri un po piu scarsi (7mm esenpio) mi offrono ottime tracce a cadenza settimanale e non e' un fatto di cui essere felici perche qui si controllano scrupolosMente gli anschuss, a caccia si Non va sempre cosi e si lasciano in giro animali morti che si crede di non aver colpito soprattutto lontano perche senza espansione non mrcano la fucilata... Ora certo le ttsx di oggi sono meglio delle vecchie palle capostipite, ma lontane anni luce da palle in piombo soprattutto premium. Detto questo sul mercato esistono, occorre sottolinearlo, anche monolitiche decisamente migliori delle barnes ma di difficile approvvigionamento in quanto importate in maniera discontinua e di cui poco si parla su stampa e tv specializzate (come mai?) Ed anche ottimi prodotti nazionali (vedi chimera) ma guarda caso la fan da padrone le barnes... In questi giorni con alcuni amici stiamo testando un prototipo nazionale studiato da un valente esperto balistico ed armaiolo valtellinese (e lo e' davvero e non sono a suo libro paga credimi facendo ben altro lavoro nella vita) che stanno dando risultati incoraggianti e abbastanza costanti anche in calibri vecchi e lenti garantendo espansione buona. Vediamo se mantengon le promesse cosi laddove ci troveremo ns malgrado obbligati ad usarle (potendo scegliere userei solo piombo) disporremo di un prodotto meno peggio di altri...
 
Jack hai ragione. Il mondo delle riviste venatorie lo conosco dall'interno avendo scritto per gli anni a cavallo dello scorso secolo con il nuovo millennio per una che vedeva i suoi natali in quegli anni. Ed ho smesso in quanto la piega presa era piu' orientata alla persuasione del lettore all'acquisto di questo o quel prodotto piuttosto che non ad un'onesta informazione... Aggiungo poi che conosco parecchio bene molti di quelli che scrivono ostentando spesso competenze che di fatto non gli appartengono ma che si son costruiti solo in modo autoreferenziale :) passando tre volte in tv o scrivendo quattro pezzi a dx e a manca... Per andar poi a far la questua della tal ottica o della tal altra arma da avere in comodato gratuito o in regalo in cambio di un bel redazionale e quattro foto irriverenti di animali morti con in bella mostra l'oggetto da reclamizzare salvo poi scoprire che l'animale magari l'ha prelevato un altro... Tanto non vi e' mai facolta di replica immediata o di contraddittorio... Piccolo ot: vedo che tu sei di arezzo ed io ho carissimi amici a bibbiena, fortissimi conduttori di cani da traccia! Non alla ettore zanon per capirci che il suo cane l'ha regalato ma millanta di essere un superbo conduttore, un esperto cacciatore, un giornalista, un imprenditore (strano nel ramo caccia, chi l'avrebbe mai detto? E quali sono i prodotti che van meglio. sarn mica quelli le cui foto corredano i suoi articoli? Ma chi li vende? Ma no! Non me lo dire! Perche' pensar male? :)
Weidmannsheil,
Paolo
Io abito si e no a 10 km da bibbiena, il conduttore di cui parli sarà mica uno le cui iniziali sono A.F. ??? ;-) grande Ago.....ce ne sono anche altri qui in zona, tutti molto bravi, e tutti buoni amici...io non posso certo vantare la tua esperienza, ne in termini venatori ne in termini giornalistici, ma qualche marchettaro della tv e della carta stampata l'ho conosciuto anch'io per varie circostanze,e tu adesso non fai altro che confermare le mie idee di povero comune mortale....per quanto riguarda le monolitiche io le ho utilizzate abbastanza timidamente, ho escluso subito le barnes perché a livello di rosate erano un disastro ( almeno per me ), migliori risultati li ho avuti con le chimera, che vengono prodotte proprio qui ad Arezzo e i cui titolari sono grandissimi amici miei...con le chimera ho anche fatto un po' di abbattimenti di daino e cinghiale, le cui foto le puoi anche vedere nel loro sito, mai comunque un animale raccolto sul posto,seppure ben colpiti, tranne un daino l'anno scorso ma perche preso un po alto e toccato sulla colonna vertebrale...ti devo in tutta onesta dire che sicuramente per il 300 wm l'anno prossimo tornerò alle tradizionali perché preferisco di gran lunga abbattimenti più puliti ed istantanei, 50 / 100 metri percorsi da un animale pur ben colpito a volte sono pochi, altre troppi , perché magari c'è il bosco fitto, fa buio, non si trova il sangue ecc ecc...mi sembra che lhai scritto tu in un altro post , tra morto e più morto non c'è differenza...tra morto e quasi morto cambia il mondo, aggiungo io...di un chilo di carne in più da buttare non mi curo, tanto più che la carne del costato non se la mangia neppure il cane, del problema tossicità delle carni a causa del piombo mi preoccupo ancor meno, mentre spegnere l'animale sul posto mi interessa eccome...ho anch'io degli amici veneti che stanno mettendo a punto delle monolitiche , magari sono gli stessi di cui parli tu, gli ho promesso che le proverò in poligono e a caccia , ma non ho nascosto neppure a loro il mio scetticismo...se poi un giorno le renderanno obbligatorie, valuteremo , ma per ora non si cambia....
ti saluto con stima
giacomo
 
Caro Giacomo, proprio di Ago si tratta. Quando saro' la prossima volta da quelle parti (capita abbastanza di frequente) se ti fa piacere mettiamo le gambe sotto il tavolo insieme! Un caro saluto, paolo
 
Caro Giacomo, proprio di Ago si tratta. Quando saro' la prossima volta da quelle parti (capita abbastanza di frequente) se ti fa piacere mettiamo le gambe sotto il tavolo insieme! Un caro saluto, paolo
Sicuro che mi fa piacere, fatti sentire per tempo quando sarai in zona....
un saluto
giacomo
 
Per correttezza riporto questo editoriale che mi è stato segnalato. Si potrebbe obbiettare che i calibri citati non sono di uso comune. Ma non ho voglia di piccarmi, mi basta di avergli dimostrato che non tutti si fanno comprare facilmente.

Ciao

Claudio - siena


Editoriale Cacciare a Palla di gennaio 2013

Monolitiche? Certo sì, ma discutiamone…

Sono sempre stato davvero poco incline a riconoscere l’autorità fine a se stessa, non supportata dalla conoscenza e dal rassicurante valore garantito dall’autorevolezza. Le imposizioni fatte cadere dall’alto, l’autorità di chi ha in mano le leve di comando senza possedere la più pallida idea di quali siano le regole (quelle vere) che dovrebbero normare l’argomento specifico che le suddette leve vanno a modificare, le decisioni prese senza pragmatismo, ma con pressapochismo e demagogia, sono purtroppo tutte realtà della società attuale. Realtà che trovano terreno fertile anche nel mondo venatorio, tenuto da decenni dalle AAVV in un oscurantismo culturale degno di oligarchie di regime. Certo, una bella fetta di colpa l’abbiamo tutti noi cacciatori, che alla fine, chi per un motivo chi per un altro, paghiamo la nostra tessera assicurativa poco prima dell’apertura perché “ci fa comodo prenderla lì” o perché “tanto una vale l’altra” (sbagliando clamorosamente). Potremmo andare avanti giorni a parlare dell’inutilità, anzi, della dannosità delle attuali AAVV, ma non è il tema di cui mi voglio occupare. Vorrei parlare di palle monolitiche, ma in modo scevro da interessi di bottega e da quel senso di crociata sia pro, sia contro, che vedo prendere piede preoccupantemente nel mondo venatorio. Io sono per l’utilizzo del monolitico, lo vado dicendo e scrivendo ormai da qualche anno non con autorità, ma con l’autorevolezza che deriva dalla pratica, da un uso intenso di questo tipo di palle. Ormai, in questi tre anni di caccia durante i quali ho utilizzato esclusivamente (fatta salva qualche eccezione) palle monolitiche in rame, ho tirato e fatto tirare un numero di capi che supera abbondantemente le cento unità (caprioli, camosci, daini, mufloni, cinghiali e cervi, più qualche capatina all’estero per animali di specie diverse, ma si tratta solo di “spiccioli”, che non pesano sulla statistica). Io che sono sempre stato un estimatore del lento e pesante ho dovuto ricredermi sull’efficacia e sull’incredibile effetto terminale di queste palle, generalmente appartenenti a una fascia di peso molto più leggera rispetto al range medio del calibro utilizzato (per quanto mi riguarda, la maggior parte degli animali è stata tirata con un 255 GS e con palle Barnes TTSX da 100 grani). Nel momento in cui si è trovata la “ricetta” giusta, ben digerita dalla propria arma, le palle monolitiche in rame non hanno praticamente difetti, ma solo vantaggi: costano come le Premium, volano bene, sono precise, si affungano sempre allo stesso modo a qualsiasi velocità (certo, non tirate con una fionda…), mantengono un peso residuo prossimo al 99%, creano un tramite coerente intracorpore e fuoriescono praticamente sempre, provocando, se piazzate in cassa, uno pneumotorace bilaterale o comunque sanguinamento, fattore a volte decisivo per il ritrovamento dell’animale tirato (se colpito in una zona non immediatamente mortale) e, cosa molto importante, generano limitatissimi danni alla carcassa (che non inquinano sarà una caratteristica da prendere in considerazione? Mah… io credo proprio di sì…). Nella mia casistica c’è un unico capo (una femmina di capriolo) che, ricevuta una palla passante in cassa, ha percorso alla massima velocità circa venti metri prima di cadere morta; tutti gli altri animali o sono crollati sugli zoccoli oppure hanno percorso due o tre metri prima di cadere. Chi parla male delle monolitiche o non le ha mai provate e ripete a pappagallo quello che sente dire in giro (fenomeno molto diffuso nel nostro mondo), oppure è in malafede e ha interessi personali che lo portano a non essere obiettivo. Persino l’amico Flavio Farè, noto gunmaker italiano, con il quale da anni sopravviveva una simpatica querelle che ci vedeva schierati pro (lui) e contro (io) le palle polymer tip ad alta frammentazione, ormai da più di un anno si è convertito al monolitico (palle proprietarie made in Farè per il suo 6,3x57), dimostrando di essere una persona intelligente e lungimirante oltre che un ottimo armaiolo. Malgrado questa soverchiante serie di caratteristiche positive verificate nella pratica, trovo però non sia stato - e non sia attualmente - corretto obbligare cacciatori di selezione di molte regioni a passare tout court al monolitico (o comunque al munizionamento lead free). E dico questo per due ragioni principali; la prima è di carattere economico-organizzativo: chi caccia con la carabina sa benissimo che non si compra una scatola di cartucce per volta, ma si cerca di avere una certa scorta di scatole provenienti dallo stesso lotto. Questo vuole dire avere in casa alcune centinaia di cartucce a palla; dovranno essere tirate solo più al poligono, buttando via diverse centinaia, quando non migliaia, di euro proprio in un momento di crisi come questo? In secondo luogo, per una media di 7/8 grammi di piombo di una cartuccia a palla da carabina ne abbiamo 36 (minimo) di una cartuccia dedicata alle armi lisce, ancora largamente utilizzate nelle cacce in forma collettiva al cinghiale, durante le quali, nelle giornate buone, vengono sparsi per i boschi (gli stessi dove un selecacciatore deve usare una palla lead free) magari anche diverse centinaia di grammi di piombo. Solite incongruenze tutte italiane… A queste due ragioni ne va aggiunta una terza: la diffusione, sia di caricamenti commerciali sia di palle per la ricarica domestica, non è così capillare e in molte regioni risulta veramente difficile trovare la cartuccia o la palla che si vorrebbe utilizzare. È necessario che le norme non siano sempre e solo vessatorie, o comunque gestite come tali, fatte cadere dall’alto, e che il cambio fra monolitiche e “tradizionali” (questo termine mi fa sempre venire un po’ di orticaria, ma lo uso lo stesso…) segua un percorso innanzi tutto culturale, ma più che altro che rispetti una tempistica che non metta in ginocchio né le aziende produttrici, né i poveri consumatori finali, sballottati come palline da flipper dalle decisioni di un funzionario regionale o provinciale incompetente, mal informato, il più delle volte anche anti-caccia, che firma delibere senza mai aver messo un paio di scarponi ai piedi. Monolitiche? Certamente sì, ma parliamone…

M.C. di Danilo Liboi & C.
 
La mia opinione verso Liboi .....& Company? (perché adesso gli ci vuole la compagnia?), con il passare del tempo si rafforza sempre di più.

Non fa bene alla caccia, lui.....and company. Quello che vuole, lui....and company, è che si lasci campo libero alla sua schiera di "fucilatori". E dico FUCILATORI non a caso, perché ho il massimo rispetto per coloro che praticano la caccia di selezione con coscienza e passione, non da....fucilatori.
 
Sinceramente non credo che Liboi sia fra i peggiori, se vuoi ti faccio i nomi dei molti peggio di lui, ma tanto li sai benissimo. Il complesso che viene fuori però non è sicuramente di mio gradimento.

Ciao

Claudio - siena
 
La mia opinione verso Liboi .....& Company? (perché adesso gli ci vuole la compagnia?), con il passare del tempo si rafforza sempre di più.

Non fa bene alla caccia, lui.....and company. Quello che vuole, lui....and company, è che si lasci campo libero alla sua schiera di "fucilatori". E dico FUCILATORI non a caso, perché ho il massimo rispetto per coloro che praticano la caccia di selezione con coscienza e passione, non da....fucilatori.


Ti quoto al 100%

e aggiungo per Viva che purtroppo non ce ne sono di migliori!!! la stampa che definire specializzata in Italia (vedasi quella specializzata vera austriaca e tedesca o USA) e' popolata da improvvisati che - ribadisco . fan marchette a chi regala o cede in comodato gratuito un'arma, un cannocchiale, un viaggio di caccia ecc. Leggete con attenzione gli articoli pubblicati e vi renderete conto che esplicitamente o implicitamente contengono messaggi commerciali (nome di questo o quel prodotto, foto di quello o quell'altro)... Sono elementi realmente necessari a trasmettere cultura venatoria al lettore? Vanno tutti veramente cosi' bene? avete mai visto la prova di un'arma che spara male? Beh, vi faccio riflettere ancora un po': di recente ho visto una recensione italiana sulla blaser R8 che ne magnificava genericamente le doti in piu' pagine senza scendere nel dettaglio tecnico mai e solo con artistiche foto dell'arma nel suo intero ben ambientate... La stessa arma analizzata sul campo e smontata e fotografata pezzo per pezzo su una rivista tedesca ( e dico tedesca proprio la terra natale delle blaser) la r8 veniva massacrata per scarsa ergonomia, finiture approssimative, eccessivo ricorso a materie plastiche, materiali stampati ecc... fino a dire che il prezzo di vendita non appare giustificato!!!
weidmannsheil,
paolo
 
Ti quoto al 100%

e aggiungo per Viva che purtroppo non ce ne sono di migliori!!! la stampa che definire specializzata in Italia (vedasi quella specializzata vera austriaca e tedesca o USA) e' popolata da improvvisati che - ribadisco . fan marchette a chi regala o cede in comodato gratuito un'arma, un cannocchiale, un viaggio di caccia ecc. Leggete con attenzione gli articoli pubblicati e vi renderete conto che esplicitamente o implicitamente contengono messaggi commerciali (nome di questo o quel prodotto, foto di quello o quell'altro)... Sono elementi realmente necessari a trasmettere cultura venatoria al lettore? Vanno tutti veramente cosi' bene? avete mai visto la prova di un'arma che spara male? Beh, vi faccio riflettere ancora un po': di recente ho visto una recensione italiana sulla blaser R8 che ne magnificava genericamente le doti in piu' pagine senza scendere nel dettaglio tecnico mai e solo con artistiche foto dell'arma nel suo intero ben ambientate... La stessa arma analizzata sul campo e smontata e fotografata pezzo per pezzo su una rivista tedesca ( e dico tedesca proprio la terra natale delle blaser) la r8 veniva massacrata per scarsa ergonomia, finiture approssimative, eccessivo ricorso a materie plastiche, materiali stampati ecc... fino a dire che il prezzo di vendita non appare giustificato!!!
weidmannsheil,
paolo
ecco,meno male che mi hai smontato l'idea dell'acquisto di una R8, che mi avrebbe comunque costretto a cedere altre cose perché costa veramente tantissimo...
tengo quello che ho e i soldini li tengo in tasca....
 

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