Blattschuss - focus cinghiale ma non solo (1 utente stà leggendo)

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Il famoso colpo magistrale nel "blatt".
Che in Jägersprache significhi foglia o scapola, identifica una regione dietro l'articolazione della spalla che quando attinta darebbe una rapida **** all'ungulato.

Nella mia visione pragmatica ed assolutamente non teutonica della faccenda, una **** rapida...può non essere sufficientemente rapida.
In pochi secondi, un selvatico può percorrere decine o centinaia di metri per poi causare problemi nel ritrovamento o nel recupero.
Probabilmente maggiore è il diametro della cavità temporanea e permanente, più è veloce l'ogiva e più sono le regioni anatomiche colpite magari dallo shock idrostatico o da schegge (polmoni, grossi vasi, midollo - il cuore è in altra sede e nel cinghiale è ben distante) , minori saranno i metri percorsi...ma comunque l'animale percorrerà metri prima del collasso.

Specialmente nel cinghiale (unico ungulato che caccio), data la vitalità e gli ambienti sporchi in cui si infratta, il pericolo di essere caricati se ferito, darei massima importanza alle centraline: ovvero tirare da spalla piena (colpo non auspicabile visto che danneggia la spoglia) in avanti, pertanto collo-midollo cervicale fino alla base del cranio e agli orecchi - il colpo "piercing" come lo chiamo io.
Questi colpi quando eseguiti bene, persino con palle monolitiche durissime o persino fmj, fermano sul posto il cinghiale senza che percorra un metro.
Meglio sicuramente una buona palla morbida ed espansiva dato che il proiettile non incontrerà grosse difese se si tira - la piastra cartilaginea, o gristle pad dice Boddington, è intorno alla spalla e fa da scudo nei combattimenti rituali, e offre una notevole resistenza, motivo per cui tirerei lontano dalla spalla a meno di essere vicini ed avere un proiettile sufficientemente coriaceo da perforare cartilagine e omero.

Il colpo al blatt, che come pregio ha di non essere complicatissimo (a patto di sapere dove si identifica, varia in ciascuna specie) e di dare esiti sempre mortali, lascia percorrere distanze variabili e pertanto lo uso come...tiro di scorta e non come tiro principe come nella tradizione venatoria mitteleuropea.

...fuoco alle polveri...
 
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Reazioni: arsvenandi
Io dentro casa ho provato spesso lo blattschuss, con lo schiacciamosche, ma le blatte sono corazzate, resistentissime. Poi quelle dell'Alabama sono enormi e ci vuole uno schiacciamosche magnum...

Scherzi a parte, il tiro alla punta della spalla, nella parte anteriore della scapola, un po' in alto, e' paralizzante ed immediatamente mortale. Inoltre, se si usa un calibro esuberante e palla che non solo fa danni ingenti all'interno della cavita' toracica ma penetra molto (come la Nosler Partition), se l'animale si presenta di lato si rompono ambedue le spalle, e nessun ungulato, anche se per qualsiasi ragione il sistema nervoso centrale non e' stato affetto dalla palla, puo' muoversi anche di pochi metri prima di spirare se ambedue le zampe anteriori sono inutilizzabili.
Detto cio', non ho esperienza con i cinghiali e non ne conosco bene l'anatomia. Quindi il "punto magico" potrebbe essere non esattamente dove e' nei cervi, che conosco benissimo, ma sono convinto che una palla grossa abbastanza, che sia espansiva e anche penetrante, come la Nosler Partittion o la Swift A-Frame a velocita' ed energia cinetica sufficienti o (meglio) piu' che sufficienti, "cappotterebbe" l'animale e non gli permetterebbe di allontanarsi. Il tiro al blatt e' meglio lasciarlo ai cacciatorelli filoteutonici con vestiti di loden e cappelluccio con pennacchio di camoscio, che hanno a disposizione qualche cane da traccia, possibilmente Bavarese (probablilmente loro direbbero "Bayerisch" perche' fa tanto Deutsch) che li aiuterebbe a trovare un cervo che ha fatto 200 metri di corsa dopo un buco nel petto, e di ficcargli in bocca un "bruch" perche' e' cosi' che si fa da secoli nella terra dei lederhosen e dell'Oktoberfest dell'Heil Hitler! Io sono un romanaccio/americanaccio, preferisco mangiare io il brunch invece di dare il bruch ad un animale morto, e quando sparo voglio vedere l'animale cadere sulla sua ombra. E non intingo il rametto di quercia nel sangue onde infilarlo nel nastro del suddetto cappellucccio col pennacchio di camoscio, ma preferisco intingere un pezzo di pane nel sugo di un arrosto di cervo da me cucinato invece di mangiarmi una pizza sospirando perche' senza il Bayerisch l'animale colpito al blatt mentre io mi mangio la pizza se lo stanno mangiando i lupi (o da me i coyotes).

Poi ognuno faccia come gli pare, ma il fatto rimane che soltanto l'impatto della palla col sistema nervoso centrale (cervello e spina dorsale) garantisce al 120% l'arresto e caduta immediati dell'animale.

Il colpo alla punta della spalla rovina un po' piu' di carne? Vabbe', che cosa e' meglio, perdere un kg o anche due di carne, o l'intero animale, se non lo si ferma sul posto?

Tutto quanto scritto, naturalmente, IMHO.
 
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Il blatt offre abbastanza margine di errore, il tiro è sempre mortale. Ecco il motivo del perchè è considerato un tiro "corretto e conveniente" Se colpito perfettamente il cinghiale crolla sulle zampe e non si rialza più, danni alla spoglia minimi. Questo è un dato di fatto, non sono pochi i cinghiali che crollano sul punto dello sparo se colpiti perfettamente dietro la spalla. Questo perchè nel blatt passa il nervo vago. Penso che viene chiamato vago perchè è difficile da individuare. :)

Io al capriolo gli tiro nel blatt, quando la distanza supera i 90/100 metri. In zone dove il tiro potrebbe presentarsi oltre i 100 metri utilizzo utilizzo il 7 rm. mag. danni, una o due costole rotte all'enrata e due tre all'uscita, una cinquantina di grammi di carne annerita tolta dalle circonferenze dei due buchi. Il capriolo quando non crolla su posto fa veramente pochissimi metri.

Il cinghiale (vista la corta distanza del tiro) sempre all'orecchio. Non abbatto molti cinghiali, ma in tanti anni ho sbagliato pochissimo, uno sicuro, l'altro potevo tirargli il secondo colpo, purtroppo tutte e due le volte non ero sulla mia governa e non tiravo con la mia carabina, quello che mi ha impedito di tirare il secondo colpo è stato che la disponibilità della cartuccia l'aveva il mio amico, secondo lui al cinghiale non occorreva tirargli il secondo colpo.

Per il resto non mi sento di criticare gli usi e costumi di nessun popolo. Io la lepre da morta la tiro su dalle zampe e non dalle orecchie, però non critico chi la prende dalle orecchie. La selvaggina si rispetta da viva, si ha già abbastanza rispetto quando si rinuncia al tiro per evitare al selvatico inutili sofferenze.

Da morta si rispettano le persone, che hanno la possibilità di vedere un capriolo messo ordinatamente su un letto di foglie con l'ultimo pasto. Anche chi non fa parte delle tradizioni preferisce guardare un selvatico morto, messo in modo composto, invece di uno buttato per terra come se fosse spazzatura.
Se dovessi valutare un ungulato dopo morto, la prima cosa che valuterei è il piazzamento del colpo.
 
quella storia del vago è indimostrabile e la marchio come folklore.
Nel cinghiale? è INFREQUENTE che un colpo al blatt lo fermi in anschuss.
Capitato a brevi distanze e con colpi molto violenti come una botta di 200+grani a velocità sostenute di .338 e 9.3, rarissimamente oltre i 60-70m.

Quando capitato, gira e rigira una scheggia birichina aveva centrato vertebra e midollo, paralizzando il retrotreno quei fatidici secondi che la **** sopraggiungesse per il danno letale inflitto ai vitali.
 
Una cosa che mi irrita tremendamente quando vedo un video di caccia ai cervi in America su YouTube, e' vedere due o tre cacciatori nel capanno che ridono e sghignazzano e agiscono come ragazzini o come tifosi del calcio del Napoli quando la Roma si becca un pallone nella sua rete quando un cervo cade colpito. La **** di un animale e' cosa seria. Almeno almeno gli si deve un po' di rispetto. Quelli che invece fanno rituali animistici da trogloditi mi danno altrettanto fastidio. Qualsiasi rito assurdo mi da' fastidio, persino quelli di certe religioni o superstizioni. Ma che gliene frega ad un animale morto se gli infili un ramoscello in bocca o no? Certo, hai ragione, la spoglia deve essere trattata con rispetto, ma farne quasi un Gesu' Cristo deposto dalla Croce, e dell'accompagnatore del lodenista che l'ha ucciso un Giuseppe d'Arimatea, o un druido celtico officiante alle esequie ed ai dovuti scongiuri e' altrettanto sgradevole, per me, come un graffio del gesso sulla lavagna. E' il Ventunesimo Secolo, per Zio! E gli psicologhi definscono questi comportamenti "ossessioni propiziatorie." Se non osservi alla lettera i comportamenti obblgatori di questi rituali primitivi, lo spirito dell'animale ucciso ne soffrira' e ti augurera' "IBAL" la prossima volta che esci, con lo scopo di portarti Jella... Arriverei quasi a perdonare certe stoltezze se parte veramente integrale di una tradizione etnico/culturale propria di certe parti dell'Europa del nord. Ma perche' cavolo deve lodenare, weidmainsallare e bruchare e un cacciatore di Frosinone o di Roccacannuccia che fino all'anno scorso non aveva neanche un rigato e cacciava soltanto tordi e quaglie, quando va in transferta in Slovenia o in Austria? Allora, se dovesse andare con sua moglie a fare un viaggio fra gli esquimesi del Canada, dovrebbe forse conformarsi alle tradizioni locali e lasciare che il suo ospite si faccia sua moglie, mentre lui si fa la moglie dell'ospite? Scambiarsi le mogli e' segno d'ospitalita', in quelle contrade ghiacciate...
Capisco ricomporre le penne di un'anatra abbattuta, ammirare a lungo una beccaccia, e soffermarsi pensosamente nel vedere gli occhi di un cervo abbattuto annuvolarsi nella ****. Ma poi la realta' prende il sopravvento. Ma quale rispetto? Anatre e beccacce vengono starnate e spennate, non sotterrate con una preghiera. Cinghiali e cervi vengono trascinati con una corda o sollevati con un verricello, come quasiasi vacca o porco al mattatoio, e vengono sventrati, fatti a pezzi, impacchettati, non tumulati in un mausoleo di marmo.
Se veramente vuoi rispettare un essere vivente, non togliergli la vita. Punto e basta. Ammiralo mentre vola, bruca, si accoppia, canta, bramisce, allatta... Ma che? Piantargli una palla in petto (o nella scapola. o nel collo) o investirlo con una manciata di pallini e' parte del rispetto? Per carita', che nessuno rispetti me, in quel modo! Ma quando rimuovi tutti gli orpelli artificiosi e sdolcinatamente romantici dalla caccia, quando eviti di sventolare la bandiera della "passione," quando arrivi al sodo, al nocciolo della questione, la caccia e' il procuramento delle proteine animali, ottenute con l'uccisione degli animali. La puoi verniciare di rosa, puoi inventarti cerimonie che dovrebbero mostrare il tuo rispetto per l'animale (bel rispetto! L'hai appena ammazzato!) puoi invocare etica, tradizioni, e quello che ti pare, ma e' pura ed assoluta ipocrisia. Si caccia per mangiare cio' che si uccide, e--ammettiamolo--anche per DIVERTIMENTO. Madonna! M'e' scappata quest' ammissione! Io a caccia mi diverto. Fino a un certo punto mi diverto anche se non sparo, ma se dovessi uscire a caccia cento volte di seguito senza sparare un colpo, senza uccidere nulla, non mi divertirei piu'. La soddisfazione di vedere un uccello stroncato in volo, o un cinghiale o un cervo crollato sulla sua ombra, l'adrenalina che si scatena nel nostro corpo prima dello sparo e dopo, il tornare a casa con la preda, fotografarla, vantarsene con gli amici... Queste sono cose che fanno parte della parola "divertimento" nella sua accezione lata, cioe' eccitazione, essere distolti dal tran-tran della vita quotidiana, dai guai, dai debiti, dalle corna, dalle malattie, dai lutti, dalla propria mortalita'.
Ma come? Non li sentite i discorsi dei caccitori reduci da una mattanza di tordi in Spagna o di Tortore in Macedonia? "Ci siamo veramente divertiti come matti. Abbiamo sparato mille cartucce e preso una marea di tordi (o tortore)." Mostrami un cacciatore che dica che non si diverte a sparare ed uccidere, e ti mostrero' un ipocrita. Poi qull'ipocrita cerchera' di abbellire la realta' cruenta della caccia con parole e frasi altisonanti come "etica," "passione," "animal management," blablabla...
Se uccidere animali non e' divertimento, allora perche' non andate in campagna con una macchina fotografica? Catturateli nelle foto, e non mostrerete loro alcuna mancanza di rispetto, anzi!. Se uccidere non vi diverte, perche non state a casa a leggere un libro o a guardare la TV?
Per quanto riguarda me, io lo ammetto apertamente: la caccia non e' soltanto uccidere, verissimo, ma quando un aniimale mi viene a tiro, gli sparo, e lo abbatto io provo un sentimento di soddisfazione, di felicita'. E se ne ho abbattuto diversi non lo nego: mi sono divertito un mondo. E se invece faccio nient'altro che padelle, provo frustrazione, rabbia, umiliazione e non mi diverto per niente.

Percio' per concludere questo sproloquio, IBAL a tutti per la prossima apertura e, mi raccomando, DIVERTITEVI!
 
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Reazioni: dorset e Franky@
Anch'io ho dei rituali, delle fissazioni che in fondo...non sono altro che roba da baciapile.
Sono rigorosamente ateo, simbolismi e sciamanerie non mi convincono neppure negli umani.
Per cui ho le mie fisse ma non le pubblicizzo e non le pretendo da altri.
Già malignate? no, semplicemente colleziono i denti, pure quando di valore trofeistico minimo.
lo faccio per serbarne il ricordo e avere una testimonianza "durevole" della vita che ho preso, che non vada dimenticata.
Ma sono ben conscio che è una baggianata ossessiva.

Prelevare resta prelevare, e nominare anche solo l'abbattimento come uccisione ormai è diventata tabù un pò come dire che piace la patata (in ogni tipo di cottura, non troppo frollata) perché i trend modaioli sono altri.
 
Come ho scritto in altre sedi ritengo che il tiro nel " blatt" sia uno dei più efficaci in quanto a mortalità, credo sia molto molto difficile ritrovare un animale vivo dopo un tiro in quel punto, il grosso problema è che un tiro che nella maggior parte dei casi non lascia l'animale dove tirato e costringe il cacciatore ad armarsi di "lente di ingrandimento" per cercare l'eventuale traccia di sangue. Sinceramente sul cinghiale è un tiro che non mi piace e non faccio ma lo scorso Giugno per errore mio ho colpito un bel verro a 260m con un tiro nel blatt con il mio 300wsm, animale che è partito a corsa nel campo di avena per poi andare a morire nel broto sottostante, fortuna ha voluto che aveva prodotto una discreta traccia e anche che ho sparato alle 19.20. Distanza percorsa circa 100m.

Qualche animale rimane fulminato con un tiro in quel punto ma non è la regola.





cinghio 300wsm .jpg
 
Qualche animale rimane fulminato con un tiro in quel punto ma non è la regola.
Il tiro alla testa è praticato sempre da più cacciatori, io sono uno di quelli che trovo conveniente tirare alla testa, lo faccio anche con un piccolo calibro, sempre nel rispetto della legge, però la maggioranza continua a tirare dietro la spalla. Molto probabilmente avranno una loro convenienza. Visto che nessuna legge ci dice dove colpire il cinghiale, ognuno è libero di colpire dove trova più conveniente.
 
Una cosa che mi irrita tremendamente quando vedo un video di caccia ai cervi in America su YouTube, e' vedere due o tre cacciatori nel capanno che ridono e sghignazzano e agiscono come ragazzini o come tifosi del calcio del Napoli quando la Roma si becca un pallone nella sua rete quando un cervo cade colpito. La **** di un animale e' cosa seria. Almeno almeno gli si deve un po' di rispetto
Da questo si capisce che non sono cacciatori. Ignorano cosa significa cacciare.
Quelli che invece fanno rituali animistici da trogloditi mi danno altrettanto fastidio.
Chiamali come vuoi, di fatto fanno parte degli usi e costumi di un popolo, sono tradizioni, anche se non capite vanno rispettate. Ovvio che non possono essere imposte in un contesto diverso.
se dovesse andare con sua moglie a fare un viaggio fra gli esquimesi del Canada, dovrebbe forse conformarsi alle tradizioni locali e lasciare che il suo ospite si faccia sua moglie, mentre lui si fa la moglie dell'ospite? Scambiarsi le mogli e' segno d'ospitalita', in quelle contrade ghiacciate...
Con questo tipo di tradizione un italiano dagli esquimesi ci va da solo. 🤣
Giovanni, per un cacciatore la caccia non è divertimento, uccidere non è divertimento. Idealmente vivo la caccia come nei tempi che furono, quando la caccia era sostentamento, era sopravvivenza. I nostri cani da caccia cacciano ancora per la sopravvivenza della loro specie, non cacciano per sport o per divertimento.
 
Io caccio, come tutti, per piacere.
E ugualmente tutti noi che siamo qui, levate scusanti psicologiche.

Che poi sia sostenibile, che sia utile per il controllo dei nocivi e sovrappopolazione, che sia pure eccessiva strumentalizzazione agricola etc con cui non concordo...ma l'esca rimane sempre il nostro "vizio"
 
Anch'io ho dei rituali, delle fissazioni che in fondo...non sono altro che roba da baciapile.
Sono rigorosamente ateo, simbolismi e sciamanerie non mi convincono neppure negli umani.
Per cui ho le mie fisse ma non le pubblicizzo e non le pretendo da altri.
Già malignate? no, semplicemente colleziono i denti, pure quando di valore trofeistico minimo.
lo faccio per serbarne il ricordo e avere una testimonianza "durevole" della vita che ho preso, che non vada dimenticata.
Ma sono ben conscio che è una baggianata ossessiva.

Prelevare resta prelevare, e nominare anche solo l'abbattimento come uccisione ormai è diventata tabù un pò come dire che piace la patata (in ogni tipo di cottura, non troppo frollata) perché i trend modaioli sono altri.
Ma conservi i denti degli animali che hai ucciso, o delle donne che hai avuto??? :)
 
A caccia se non prendo nulla oggi, domani, e dopodomani non mi diverto troppo. Se abbatto mi diverto di piu'. Quindi il divertimento e' parte della caccia, anche se non il tutto. Ma chi mi dice che non va a caccia per divertimento e che non prendere nulla non diminuisce il divertimento non mi convince affatto Uccidere non a caccia invece non mi diverte affatto, anzi lo odio. Uccidere per esempio polli per la tavola, polli che non si aspettano che quello che gli da' il becchime e li custodisce tutto d'un tratto diventa il loro carnefice, e' una cosa che odio. Non credo che sarei capace di tagliare la gola ad un agnellino o persino a un maiale. I polli li uccidiamo col sistema piu' indolore e meno stressante che mia moglie ed io seguiamo ogni volta. Lei prende il pollo da uccidere, si siede col pollo in grembo e lo coccola. A volta si addormentano pure. Poi, sempre carezzandolo lo mette giu' in un grosso vaso di gomma riempito di terra, e mentre lo continia a carezzare io pian piano gli metto alla nuca la canna di una pistola .22 LR caricata con una hollow point intagliata con un cacciavite Philips infilato e pressato nel foro, e premo il grilletto. La testa gli esplode, letteralmente, e senza il cervello dolore non ne sente. Il sangue scorre copioso dalle arterie e vene che erano collegate al cervello, ed il pollo e' ben dissanguato. Questo non mi diverte affatto, mentre una tortora, o un'anatra "ribaltata" a mezz'aria lasciando un nugolo di penne mentre cade al suolo, o un cervo che crolla sulla sua ombra allo sparo mi fa esultare. Mi fa dimenticare tante delle percosse e degli strali della vita--in una parola, mi diverte.

Da leggere: l'etimologia e significato di "divertire," e lemmi connessi a questo verbo
 
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Reazioni: Torraiolo
tornando in topic, altrove venivano citate fonti più o meno autorevoli sull'origine di questo blatt.
Sarei curioso di saperne di più di quanto già detto..per quanto reputo il blattschuss evitabile nel cinghiale, poca esperienza in cervo daino capriolo ma altrettanto scettico.

Ma specie nel cinghiale dove tutti gli organi vitali sono posteriormente e avanti all'omero, tirare dietro la spalla non ha molto senso.
C'è un bordino di polmoni e poi subito fegato reni e milza; se si è fortunati aorta e cava...e il midollo che pure se attinto non paralizza tutto l'animale ma solo il retrotreno
 
Argomento dibattuto su cui sono stati consumati, non fiumi, ma diversi litri d’ inchiostro, poi, avete inserito anche i rituali…..e diventa immenso!!

Partiamo da una parte…..I rituali.

Io non ho assolutamente nulla contro chi li sente e li pratica, è una forma di rispetto nei confronti della preda abbattuta che per me è sempre giusta.

Quindi se un cacciatore si sente di dover fare il rituale dell’ ultimo pasto oppure più semplicemente si toglie il cappello, sistema la preda per la foto di rito ecc ben venga.

Personalmente non do mai l’ ultimo pasto ma il gesto di togliere il cappello o rimanere qualche secondo il silenzio e ammirazione lo faccio sempre e mi viene spontaneo. E’ un momento molto intimo in cui la gioia per l’ azione di caccia si mescola alla tristezza di una vita che non c è più.

Ammetto anche che col passare degli anni questa tristezza diventa sempre più presente e insistente..

Mi fanno assolutamente INCAZZARE quelli che, o scimmiottano riti per sentirsi FIGHI (e ce ne sono….oohh se ce ne sono) o, peggio ancora, si ritengono superiori perché loro mettono il rametto in bocca al povero animale ormai esanime e facendo così credono di poter far sua la cultura mitteleuropea alla quale, spesso a sproposito si richiamano.

Sia chiaro che, come per i riti, porto rispetto anche alle varie culture (e non solo a livello venatorio) ma…..lo pretendo anche per la mia!

E’ sicuramente vero che la caccia di selezione si rifà per certi aspetti al modello di caccia e gestione adottato nei paesi mitteleuropei (il termine “caccia di selezione” è stato coniato dal nostro Dott. Franco Perco) ma è anche vero che i nostri ambienti, la nostra storia, la nostra cultura, il nostro ordinamento, il nostro clima ecc ecc sono profondamente diversi!!

Quindi ben venga il prendere spunto ma…...ci sono aspetti che assolutamente non sono applicabili.

Va detto che anche nei paesi di origine le cose si stanno evolvendo e cambiano, come giusto che sia, sotto molti aspetti (tipo….armi plasticone…..calibri americani….finiture opache…..capi tecnici al posto del londen ecc ecc) non vorrei che ci siano più fissati in Italia piuttosto che onesti praticanti nei paesi di origine….

Giusto quindi il rispetto dovuto all’ animale morto ma quello che ritengo IMPRESCINDIBILE per ogni cacciatore è il rispetto per l’ animale VIVO!!

Reputo quindi molto molto più importante impegnarsi nella gestione, cercare di tutelare le specie, impegnarsi per cacciare nella maniera che sia quanto più efficace possibile affinché si riesca a abbattere la preda in modo che questa possibilmente non se ne renda nemmeno conto.

E allora ben vengano calibri e palle che, a costo di sciupare qualche etto di carne in più, riescano a fare abbattimenti quanto più veloci possibile.

Non amo per nulla assistere all’ ultima corsa sia che a farla sia un capriolo sia che, a maggior ragione, sia un cinghiale.

E qui si entra nel….blatt si….blatt no!!!
 
Ultima modifica:
puntualizziamo sempre sul cinghiale, perché sugli altri ungulati non è materia mia.

Con la 9.3x62, distanze medio-corte, animale tranquillo..il colpo al blatt funziona molto meglio e molto più spesso.
Oltre, con una V0 sui 700 e un CB da ferro da stiro, iniziano i problemi: quindi meglio colpire dalla spalla in avanti, condizioni di tiro permettendo.
C'è di buono che il 9.3 in genere è passante e marca molto l'anschuss per cui anche qualche decina di metri permette di seguire l'animale, sperando non si sia infossato in qualche posto inarrivabile.

Con i .30, assolutamente meglio tirare direttamente altrove...la minore reazione allo sparo e la radenza permettono maggiore accuratezza.
 
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Reazioni: teufel.35
Argomento dibattuto su cui sono stati consumati, non fiumi, ma diversi litri d’ inchiostro, poi, avete inserito anche i rituali…..e diventa immenso!!

Partiamo da una parte…..I rituali.

Io non ho assolutamente nulla contro chi li sente e li pratica, è una forma di rispetto nei confronti della preda abbattuta che per me è sempre giusta.

Quindi se un cacciatore si sente di dover fare il rituale dell’ ultimo pasto oppure più semplicemente si toglie il cappello, sistema la preda per la foto di rito ecc ben venga.

Personalmente non do mai l’ ultimo pasto ma il gesto di togliere il cappello o rimanere qualche secondo il silenzio e ammirazione lo faccio sempre e mi viene spontaneo. E’ un momento molto intimo in cui la gioia per l’ azione di caccia si mescola alla tristezza di una vita che non c è più.

Ammetto anche che col passare degli anni questa tristezza diventa sempre più presente e insistente..

Mi fanno assolutamente INCAZZARE quelli che, o scimmiottano riti per sentirsi FIGHI (e ce ne sono….oohh se ce ne sono) o, peggio ancora, si ritengono superiori perché loro mettono il rametto in bocca al povero animale ormai esanime e facendo così credono di poter far sua la cultura mitteleuropea alla quale, spesso a sproposito si richiamano.

Sia chiaro che, come per i riti, porto rispetto anche alle varie culture (e non solo a livello venatorio) ma…..lo pretendo anche per la mia!

E’ sicuramente vero che la caccia di selezione si rifà per certi aspetti al modello di caccia e gestione adottato nei paesi mitteleuropei (il termine “caccia di selezione” è stato coniato dal nostro Dott. Franco Perco) ma è anche vero che i nostri ambienti, la nostra storia, la nostra cultura, il nostro ordinamento, il nostro clima ecc ecc sono profondamente diversi!!

Quindi ben venga il prendere spunto ma…...ci sono aspetti che assolutamente non sono applicabili.

Va detto anche che anche nei paesi di origine le cose si stanno evolvendo e cambiando come giusto che sia, sotto molti aspetti (tipo….armi plasticone…..calibri americani….finiture opache…..capi tecnici al posto del londen ecc ecc) non vorrei che ci siano più fissati in Italia piuttosto che onesti praticanti nei paesi di origine….

Giusto quindi il rispetto dovuto all’ animale morto ma quello che ritengo IMPRESCINDIBILE per ogni cacciatore è il rispetto per l’ animale VIVO!!

Reputo quindi molto molto più importante impegnarsi nella gestione, cercare di tutelare le specie, impegnarsi per cacciare nella maniera che sia quanto più efficace possibile affinché si riesca a abbattere la preda in modo che questa possibilmente non se ne renda conto.

Quindi ben vengano calibri e palle che a costo di sciupare qualche etto di carne in più riescano a fare abbattimenti quanto più veloci possibile.

Non amo per nulla assistere all’ ultima corsa sia che a farla sia un capriolo sia che, a maggior ragione, sia un cinghiale.

E qui si entra nel….blatt si….blatt no!!!

SANTE PAROLE!!!!!! 👍 👍 👍 👍 👍


.....chiedo scusa per il maiuscolo ma quando ce vo' ce vo'......😜:rolleyes:

Un salutone
Alberto
 
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Reazioni: Franuliv
E qui si entra nel….blatt si….blatt no!!!
Springer, in base alle proprie capacita basterebbe prefissarsi delle regole. Fermo restando che in caccia di selezione si tira a un punto preciso del selvatico. Tutto il resto sono opinioni. La mia è che il tiro alla spalla non è conveniente, se coretto o non corretto non me ne frega niente, idem per quelli che asserisco che il tiro all'orecchio non è corretto. Il "corretto e conveniente" è molto soggettivo.
 
Veniamo quindi al blatt si o.....blatt no?

Allora, intanto va chiarito che il blatt non è ne un' organo, ne un punto preciso ma identifica un' area, variabile in base al tipo di animale (e a dire il vero anche in base a chi ne parla o scrive) che corrisponde agli organi vitali interni. Quindi colpendo quell' area con un proiettile si ha le (quasi) certezza che esso interessare importanti organi vitali e quindi provocherà la **** certa dell' animale.
Il proiettile posizionato in quest' area inoltre non andando a toccare ossa importanti ma solo costole provocherà i danni minori possibile alla spoglia.
Quest' area si colloca, subito dietro la spalla e più o meno a metà del corpo in senso verticale, infatti nel dire comune si dice nel blatt o subito dietro la spalla.
E' un colpo che funziona? Senza dubbio si, nessun animale sopravvive con una palla piazzata dietro la spalla.
E' un colpo conveniente? Dipende.
Intanto va detto che il concetto è stato secondo me elaborato ragionando e analizzando anatomia e reazioni dei CERVIDI e contestualizzato in ambienti dove, anche se il campo percorre alcune decine di metri esso non rappresenta un problema.
Vi posso dire che sul capriolo (unico cervide che caccio) è un colpo che faccio quasi sempre e, soprattutto col 223, i metri precorsi dal capo dopo il tiro sono veramente pochi (quando non punti) e raramente rappresentano un problema.
Ma sul cinghiale?
Sul cinghiale.....intanto secondo me chi ha traslato il concetto di blatt sul cinghiale e sostiene che al cinghiale va quindi sparato dietro la spalla.....al cinghiale all'aspetto, nelle nostre zone ci è andato poco o.....punto!!
Un cinghiale colpito dietro la spalla, CON QUALSIASI CALIBRO, percorrerà da poche a diverse decine (o centinaia) di metri soprattutto se si muove in discesa. Certo se hai colpito dietro la spalla l animale lo troverai sicuramente morto ma....dopo quanta strada?
Facciamo un' esempio…

Sei in selezione ai primi di luglio…..esce il cinghiale agli ultimi minuti di luce. E' quello che aspettavi, sei ben piazzato, spari mirando dietro la spalla.
La fiammata ti acceca un' attimo e poi vedi il cinghiale che, a tutta velocità si butta in discesa ed entra nel bosco, come sempre, nel punto più fitto.
Viene buio.
Ti armi di lampadina e vai sul tiro.....non trovi nulla, poi, inizia a seguire la strada percorsa dal cinghiale e inizi a trovare sangue. Cerchi di capire che tipo di sangue e quindi che tipo di ferita ha subito ma....non facile come quando si scrive sul forum.
Ti trovi quindi davanti alla "fora" dove è entrato, c è un po di sangue. Il macchione è enorme e intricatissimo, per entrare devi procedere " quattro zampe", facendoti luce con la lampadina.
Se il cinghiale lo hai preso nel blatt ora è già morto quindi potresti entrare nel macchione senza problemi ma se il colpo è andato più dietro e/o più basso ora lui è fermo, in preda a dolori atroci e incaxxato nero…...che fai??
Nelle mie zone il colpo nel blatt su cinghiale è assolutamente S B A G L I A T O!!
Certo se invece di un fossaccio ci fosse un bel bosco d’ alto fusto….puoi seguire il sangue con (relativa) tranquillità….
 
pienamente d'accordo.
non capisco però perchè quando lo scrivo io non va bene:unsure:

Così come quando asserisco che per i miei appostamenti quando il tiro previsto è breve su un tratturo di un verro habituè, in tiri di massimo 50-60m non dovrei usare un calibro dal potere di arresto superiore in tutti i punti possibili di impatto, canonici o padella.

Tirargli 286grani softpoint a 700ms o 232 a 800ms in pieno torace, il cinghiale allertato pronto a scattare me lo butta giù, blatt sblatt o sbratt che sia.
Farà qualche passo? magari sì, dato che magari non ho avuto il tempo di tirargli in centralina e ho dovuto imbracciare di fretta. ma lo farà penosamente, probabilmente ricrollando a due tre passi, o avrò anche il tempo di doppiare o triplicare.
tale è lo shock di un calibro importante con una palla adatta ad un verro massiccio - perchè i verri grossi vanno fregati solo in questo modo: al varco.
Non li sorprenderai mai al pascolo a tiro pulito, trottano e mangiano sempre "in trincea", copertissimi.
Se invece è uscito di quarto e tranquillo beato, mirerò ovviamente alla "nuca", a distanze così brevi.

Se invece sono ai margini di un campo o di un vigneto e ho visuale, mi attrezzo con un .338 o un .300 o .30-06 , probabilmente ho anche lo spazio per vedere come reagisce e magari metri per lasciarlo "spomparsi" e tiro alla sede anatomica che reputo adatta al circondario (rovi etc), qualità del mio appoggio, stato psicofisico....e andrò di avantreno (spalla, avanti spalla, collo, nuca/orecchi)
Dietro la spalla ho avuto tante, tante brutte esperienze. a volte per mia colpa (il "blatt" del cinghiale è identificato molto avanti, praticamente ascellare - altro che metà sagoma... che cagionerebbe, a differenza dei cervidi, un pessimo impanciamento.
Non sto qui a enumerare gli improperi e anatemi pronunciati in tali occasioni.
Altre volte il tiro era magistrale pure all'autopsia...ma tante, troppe volte, il cinghiale aveva fatto fin troppi metri dall'anschuss.
E non tutti cacciamo in una comoda altana, tirando a 20m tra i faggi senza neppure uno straccio di sottobosco.
Qui gli ambienti sono intricatissimi e difficili da affrontare...a volte pure quando l'animale cade secco come una pera matura e scopri che il fuoristrada proprio non vuole collaborare.
 
abbattere animali domestici appunto non è caccia.
Lo vedrei abbastanza sadico godere dell'accoppare animali domestici.

la caccia è ANCHE abbattimento, ma non sarebbe caccia senza abbattimento.
Ci stiamo perdendo in una superc@zzola.
Si', ma viste le mie tendenze politiche sta' sicuro che il mio scappellamento e' a destra!
 
un colpo letale non significa animale recuperato.
Questo i blattofili continuano ad ometterlo. ogni secondo di animale cosciente e in moto sono metri di difficoltà nel recupero.
Appunto. Un colpo letale non significa animale recuperato. Un bel "centro" nelle budella e' anche quello "letale," ma ci vorra' molto tempo prima che l'animale muoia--perduto dal cacciatore, e dopo atroci sofferenze. Ma anche se colpito nel blatt, sebbene le sofferenze siano meno prolungate, la corsa dell'animale puo' essere piu' o meno lunga. Sono pochi gli animali che ho colpito nel blatt che siano caduti sulla loro ombra, mentre tutti quelli colpiti alla punta della spalla sono crollati, paralizzati, e se non morti immediatamente sono spirati entro pochi secondi. Alla testa ho tirato anch'io, ed al collo, ma solo se l'animale e' vicino (non piu' di 50 metri ed e' assolutamente immobile, e soltanto se ho un buon appoggio per l'arma.
 
Il punto da attingere dipende da cosa un cacciatore vuole fare e ricavare dalla preda abbattuta. Ho più volte detto che al cinghiale tiro sempre e solamente in testa. Visto che il tiro è quasi sempre a corta distanza e al buio, considerato che non tutte le notti sono buie allo stesso modo, qualche volta ho dovuto rinunciare. E' innegabile che il tiro all'orecchio, anche a corta distanza, con il buio è molto più complicato del tiro alla spalla o al blatt.

Per rinunciare di meno o quasi mai, potrei andare con un calibro più potente. Qualsiasi calibro non potrà mai garantire il potere d'arresto. I fabbricanti di munizioni possono garantire il potere lesivo di una cartuccia, ma non quello d'arresto.
Di conseguenza o tiro in testa o tiro dietro la spalla, tirare nella spalla lo escludo, visto che le spalle sono buone da mangiare, e fanno bella figura se regalate. Senza disturbare, l'etica che va d'accordo con la convenienza, queste insieme prevedono un minimo spreco di carne.

Non ci dobbiamo inventare niente, salvo eccezioni, un cinghiale colpito dietro la spalla con un proiettile di calibro sufficiente ad attraversare la cassa toracica, potrebbe fare 30/40 metri, i 100 metri ed oltre li potrebbe fare se non colpito dietro la spalla, o se colpito da una brutta angolazione. Neanche una freccia che viaggia a una velocità 90 metri al secondo, dal peso di una trentina di grammi, riuscirebbe a far fare 100 metri al cinghiale. Un cinghiale che pascola in tranquillità dopo essere stato attraversato da una freccia (se ricordo bene) potrebbe fare dai 30 ai 70 metri.
Con questo ognuno è libero di tirare dove ritiene più conveniente.
 
Ritengo il buon appoggio e l animale fermo imprescindibili per il tiro.
Parlando di cinghiale il bersaglio che offre l insieme spalla collo testa è più grande del fantomatico Blatt, quindi anche per tiri lunghi per me quello è il target.
Io anche a lunga distanza cerco sempre il tiro davanti la spalla.
Altra cosa che curo particolarmente è quella di cercare di appostarmi in modo da essere sempre in vantaggio.
Così facendo il 99% delle volte posso prepararmi al tiro e farlo con la dovuta calma.
Franky le palle indicate del 9,3 hanno sicuramente molta energia ma.... sparando nel blatt escono (come giusto che sia) portandosi, però tanta energia. In pratica ne scaricano poca.
Una palla più piccola, leggera e veloce, riuscirà a cedere più energia e a volte non uscirà nemmeno
 
Ritengo il buon appoggio e l animale fermo imprescindibili per il tiro.
Parlando di cinghiale il bersaglio che offre l insieme spalla collo testa è più grande del fantomatico Blatt, quindi anche per tiri lunghi per me quello è il target.
Io anche a lunga distanza cerco sempre il tiro davanti la spalla.
Altra cosa che curo particolarmente è quella di cercare di appostarmi in modo da essere sempre in vantaggio.
Così facendo il 99% delle volte posso prepararmi al tiro e farlo con la dovuta calma.
Franky le palle indicate del 9,3 hanno sicuramente molta energia ma.... sparando nel blatt escono (come giusto che sia) portandosi, però tanta energia. In pratica ne scaricano poca.
Una palla più piccola, leggera e veloce, riuscirà a cedere più energia e a volte non uscirà nemmeno
Pero' una palla che esce crea una scia di sangue molto piu'ingente. Il foro d'entrata e' piccolo, ed il grasso lo richiude facilmente. Quello d'uscita e' grosso e slabbrato, e il sangue ne esce a grossi fiotti.
 

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