Terza uscita nel mio chiaro, le previsioni sono " da papere " la giornata dei soci e quindi ci prepariamo.
Ormai centillino le uscite, non appartengo alla categoria dei " basta che esco ". Gli impegni, la famiglia, la testa altrove mi impongono riflessioni che si riflettono sulla mia visione circa la frequentazione del territorio agro silvestre pastorale scopo venatorio.
L'ars non è lavoro
La pur magnifica firma di uno stimato toscano del gruppo non posso farla mia, a me non basta un tordo per riempire il cielo come non basta un'alzavola, ma mi serve la speranza di vedere qualche volo per svutare il cervello dai problemi della mia routine quotidiana.
Mi bastano le previsioni funeste di venerdì sera per creare quella frenesia speranzosa di un pomeriggio di un giorno da Alzavole, ancor meglio se si aggiunge la mattina.
Così eccoci in capanno.
Non voglio descrivere appositamente le azioni che hanno conseguito il carniere, ma voglio soffermarmi di più in quelle perse in una giornate che seppur lontana parente in emozioni di certe del passato a parità di condizioni climatiche, visto il periodo ormai inoltrato non posso che ritenere appagante.
Tutto concentrato in 2 momenti dopo la coppia di maschietti di alzavola dell'alba chiara. Tra le 11,00 e le 13,00 e tra le 15,30 e le 16,00 in occasione delle piogge con vento da scirocco le prime, con maestrale dopo il chiaro d.t. ci ha riservato tante emozioni e in relazione a queste poche sono state sfruttate ai fini del carniere, ma l'importante non è la ciccia ma sono i battiti del cuore.
Si comincia con un certo languorino dopo alcune ore avare ed allora bin bum bà le giù e tra me l'albanese e Roberto, tocca a quest'ultimo recarsi a prendere in macchina, vettovaglie per il pranzo. Sono solo 500 mt che separano il capanno dal parcheggio, ma prima i lavori d'aratro poi le piogge hanno reso quel tratto di breve percorso al pari di una sfida contro il fango scivoloso e proprio mentre l'amico Roberto ha quasi concluso l'andata comincia a piovere ed ecco 5 alzavole che dopo frenetiche curate si rimette davanti il capanno a scirocco a 100 mt da quello principale. Neanche il tempo di concordare con l'albanese sul da farsi in cielo si materializzano altri 2 branchetti di anatre, il primo formato da 16 garganelle il secondo 4 mestoloni, mentre le alzavole cominciano a fiondarsi e risalire in cielo i mestoloni prendono vento e si calano a struscio tra i 30 e 40 mt. dalle nostre attenzioni. Abbiamo il tempo di avvisare l'amico che nel frattempo s'era messo dentro la macchina per riparsi dalla pioggia e li deve rimanere. Le anatre ancora in volo ogni tanto sparivano verso mare per poi ricomparire i 4 mezzani sempre lì rimanevano. Noi, ingordi che invece di " meglio un uovo oggi che una gallina domani " aspettavamo il resto per tentare filotto se non chè, dopo qualche minuto d'attesa, un **************************************************************** di collega del chiaro più vicino và a tirare un singolo colpo ad un codone che lo sorvolava nella stratosfera e noi colti di sorpresa rimanevamo a bocca asciutta nel vedere le anatre posate fare fuggi fuggi così come le altre in volo ormai con le ali accoppate per ammarare. Roberto che aveva visto tutto, torna zuppo in capanno con pentole, piatti, e cinghiale preparato la sera prima dall'albanese. Neanche il tempo di accendere la fiamma del fornello e diversi voli, singoli o a coppia di Alzavole precedute da un fischione e poi da 2 mestoloni ci gratificano concedendo qualche colpo.
Ma proprio una di queste anatre abbattute e rimaste a pancia in sù vanifica un'altra ben più ghiotta occasione con un branchettino di 10 alavole che si posa proprio accanto quel fagotto gallegiante per poi rialzarsi in un batter d'occhio ed andare a posarsi sempre a tiro, ma del lontano e vuoto capanno a scirocco, tanto da far riflettere il socio sullo spostarsi dal " ristorante " per posizionarsi all'altro appostamento, ma non prima del succolento pranzo preparato dall'lbanese chef rurale di cui si allega " cartolina ".

Tra un'anatra e l'altra che interrompevano l'appetito riusciamo comunque a mangiare, smette la pioggia e Roberto và all'altro capanno, ma dopo quasi 2 ore senza penna vedere rientra per un caffè. Cambia vento mette a maestrale i nuvoloni si avvicinano dall'interno verso la costa e rimette la pioggia e rigirano le anatre. Stavolta si sentono colpi a mò di scarica anche dai colleghi verso l'argentario precedentemente silenziosi. Tirano 2 , 3 4 volte prima che anche noi cominciamo a vedere anatre e comincia l'inverosimile. Mezz'ora di anatre in volo. Prima una coppia si mette di fronte al capanno lasciato vuoto per un banale caffè, poi se ne aggiungoo 5, poi altre 2 si rimettono tra quelle e noi, ma ancora troppo lunghe, ma il bello sono state ben 10 che sfilano 3 volte sopra il capanno e si rimettono a tiro sparpagliate.
Io col tungsteno dico agli amici che mi dedicherò alle 2 lontane di prima per poi recuperare su quelle che si involeranno, cosi al 3 io fermo una delle 2, Roberto padella clamorasamente la sua sia a fermo che successivamente in aria, l'albanese aveva il fucile in sicura e daje che premeva sul grilletto, ma non succedeva nulla

, io riesco a sorprenderne un'altra. Pochi minuti ed un'altra singola alzavola si materializza un pò lunga in acqua venuta dal nulla tiriamo all'unisono e si cappotta. Roberto và per prenderla recandosi all'altro capanno e come d'incanto, miracolata riparte senza danni visibili seguita dai nostri occhi sino a mare.
Evidentemente il capanno a scirocco porta sfiga ed appena roberto si siede smette la pioggia così come anche il movimento d'anatre.
Altre anatre singolarmente ieri si rono rimesse a tiro del capanno lasciato vuoto ed i ricordi di quelle sono più chiare rapporto agli uccelli incarnierati che alla fine saranno 18 di cui 1 fischione 2 mestoloni ed il saldo in garganelle.
Oggi sarei stato di turno al chiaro di Latina, ma ho preferito cullarmi nei ricordi di ieri tra lenzuola e calde cosce
La caccia in fondo non è un lavoro.