Prelievo forzoso sui c/c di CIPRO

esatto enzo è molto difficile, per raggiungere l'obbiettivo i partiti tradizionali dovranno spogliarsi dei loro interessi per fare quelli per i quali sono stati " deputati " dal popolo. Altrimenti come highlander " ne rimarrà soltanto uno " ..... indovina chi ?;)

Colui che mira a prendere tutti o quasi i voti dei moderati che hanno votato monti...mica per merito suo...per demerito degli altri...è da vent'anni che è sulla cresta dell'onda per demerito degli altri...e gli altri, gli ottusi come capre (per dirla alla sgarbi) continuano con la storia dei giudici o con l'ineleggibilità dimenticando che un leader politico eletto dal popolo si può e deve sconfiggere esclusivamente attraverso un'offerta politica fattibile e alternativa...comunque questi discorsi sono, a dir poco, anacroistici in un momento come questo con l'urgenza di azione che il momento richiede...rischiamo di cappottarci alla prima curva.
 
...quando ho scritto "a livello europeo" intendevo che ci stanno pensado diversi stati non la UE(o se lo fa lo fa indirettamente attraverso i singoli governi) Alcuni tipo la Spagna hanno giàcominciato la trafila modificando leggi costituzionali (lo sta facendo anche la Nuova Zelanda). La Germania NON era affatto messa peggio di noi: aldilà del cambio con l'euro che è stato molto più favorevole del nostro ha goduto per diversi anni della mano d'opera a basso costo dell'ex germania dell'est. Per il discorso delle riforme hai ragione...in italia facciamo ridere. E comunque entro 2 anni massimo sapremo se è stato meglio starci dentro o no. Io ho ancora seri dubbi e lo penso da 12 anni senza che grillo me lo ricordasse.
 

Jago

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Dopo Cipro tocca all'Italia: "Ora tassa sul patrimonio"
di: WSI Pubblicato il 18 marzo 2013| Ora 10:31 Stampa Invia Commenta (35) .Commerzbank: "Un'aliquota del 15% sugli asset finanziari sarebbe sufficiente a spingere il debito sotto la soglia critica del 100% del Pil". Ma si rischierebbe di scatenare un altro tipo di crisi, sociale.


NEW YORK (WSI) - Sembra che l'Ue e l'FMI abbiano deciso che la strada da seguire per stabilizzare la crisi del debito e' quella di imporre una tassa "una tantum" sui risparmi e i patrimoni della gente. Una rapina senza precedenti nella regione.

Per dire le cose come stanno e non con le parole della macchina della propaganda delle autorita' europee a pieno regime, si tratta a tutti gli effetti di una confisca della proprieta' privata dei cittadini ciprioti. Senza nemmeno un dibattito ne' un accordo parlamentare e' stato violato il principio secondo il quale i risparmi dei cittadini sono sacrosanti. Insomma, uno stupro economico in piena regola. Un conto in banca non va confuso con un investimento. E' la proprieta' a cui tutti abbiamo diritto.

Come riporta il quotidiano tedesco Handelsblatt, le distorsioni enormi a livello di benessere tra le nazioni core e periferiche rendono al momento alcuni paesi piu' "in grado" di "dare" rispetto ad altri. Tra questi figura l'Italia.

Il chief economist di Commerzbank, Jörg Krämer, sottolinea che la mediana dei patrimoni italiani e' pari a 164.000 euro mentre per esempio nell'economia piu' in salute dell'Austria e' di circa 76.000 euro.

Questo significa che in Italia, in teoria, con un'aliquota del 15% sul patrimonio la crisi del debito potrebbe rientrare. Basti pensare che i beni netti degli italiani sono equivalenti al 173% del Pil, paragonati al 124% della Germania. Avrebbe insomma senso, secondo l'economista, "imporre in Italia una tassa sul patrimonio una tantum".

"Un'aliquota del 15% sugli asset finanziari sarebbe sufficiente a spingere il debito governativo sotto la soglia critica del 100% del Pil".

Eccolo il 'new deal' in salsa europea. Testare la capacita' di sopportazione dei ciprioti per mettere in ordine i conti. Sempre nella speranza che lo scontento e rabbia della gente non sfoci in guerre civili. In particolare da noi - come gia' visto su queste pagine - i rischi ci sono, eccome.

A prescindere dal pericolo di effetto domino, la manovra di Nicosia interessa da vicino anche gli stranieri: nessun risparmiatore sano di mente continuera' a conservare i suoi soldi in un sistema bancario all'estero che ha appena imposto un prelievo forzoso del 10% senza preavviso.
 
ragazzi. siamo un popolo di ciucciaroni,ci stanno scippando di tutto,dalla casa,ai conti corrente,i beni di prima necessita,alle stelle,facciamo sempre piu fatica,stiamo arrancando,ma cosa apettiamo............................
 
“Nel nostro Paese la forma più comune di imprudenza è quella di ridere, ritenendole assurde, delle cose che poi avverranno”. Di tutti gli aforismi di Ennio Flaiano è forse il più spaventoso e anche, disgraziatamente, il più vero. Ogni ipotesi “assurda” genera palpitazioni: e se poi succede davvero?
Così è meglio non immaginare scenari “assurdi” di cui ridere e di cui poi, un giorno, potremo ritrovarci a piangere. La crisi di Cipro – e la sua soluzione temporanea – è un buon esempio. Vero che qui le manine sui conti correnti fecero già il loro sporco lavoro (1992, governo Amato), ma vero che anche solo immaginare la Troika che ti frega il 40 per cento dei risparmi di una vita per salvare le banche e una finanza da farabutti fa tremare le vene ai polsi. Dunque – se non altro per scaramanzia “flaianesca”, meglio non immaginare “modelli ciprioti” per l’Europa.
Esagerate fin che volete: l’allegoria, il paradosso, sono elementi-base della satira e ci si può anche fare una risata consolatoria. Poi, dopo, quando si legge che le grandi case farmaceutiche non forniscono medicinali alla Grecia perché non ci guadagnano abbastanza, il sorriso del paradosso sparisce, e nessuna risata seppellisce più nessuno, dato che presto ci sarà altro da seppellire (i malati greci, per esempio).
Naturalmente, la rapina del vicino è sempre più verde. E così siamo di fronte a un paese (noi) che prova sgomento per la situazione di Cipro e sembra curarsi pochissimo della propria. Perché qui, anche se non con l’esproprio sui conti correnti, la grande rapina c’è già stata, ed è tuttora in corso.
 
“Nel nostro Paese la forma più comune di imprudenza è quella di ridere, ritenendole assurde, delle cose che poi avverranno”. Di tutti gli aforismi di Ennio Flaiano è forse il più spaventoso e anche, disgraziatamente, il più vero. Ogni ipotesi “assurda” genera palpitazioni: e se poi succede davvero?
Così è meglio non immaginare scenari “assurdi” di cui ridere e di cui poi, un giorno, potremo ritrovarci a piangere. La crisi di Cipro – e la sua soluzione temporanea – è un buon esempio. Vero che qui le manine sui conti correnti fecero già il loro sporco lavoro (1992, governo Amato), ma vero che anche solo immaginare la Troika che ti frega il 40 per cento dei risparmi di una vita per salvare le banche e una finanza da farabutti fa tremare le vene ai polsi. Dunque – se non altro per scaramanzia “flaianesca”, meglio non immaginare “modelli ciprioti” per l’Europa.
Esagerate fin che volete: l’allegoria, il paradosso, sono elementi-base della satira e ci si può anche fare una risata consolatoria. Poi, dopo, quando si legge che le grandi case farmaceutiche non forniscono medicinali alla Grecia perché non ci guadagnano abbastanza, il sorriso del paradosso sparisce, e nessuna risata seppellisce più nessuno, dato che presto ci sarà altro da seppellire (i malati greci, per esempio).
Naturalmente, la rapina del vicino è sempre più verde. E così siamo di fronte a un paese (noi) che prova sgomento per la situazione di Cipro e sembra curarsi pochissimo della propria. Perché qui, anche se non con l’esproprio sui conti correnti, la grande rapina c’è già stata, ed è tuttora in corso.

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