Calamaro alla griglia ripieno di carciofi

Tordo72

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scarlino (grosseto)
• 4 calamari di circa 15 cm• 4 carciofi
• 1 mazzetto di maggiorana
• 2 carote
• 2 zucchine piccole freschissime
• 1 avocado
• 2 pomodori ramati
• 500 g di spinaci puliti
• 300 g di topinambur
• 3 limoni
• olio extravergine di oliva
• sale
• pepe

Lavate e mondate i carciofi, mettendoli a bagno, a mano a mano, in acqua acidulata con il succo di un limone; scolateli e tagliateli a spicchi sottili, quindi fateli saltare in una padella con un filo di olio per circa 3 minuti. Condite con sale, pepe e una presa di foglie di maggiorana ben lavata.
Lessate gli spinaci in acqua salata per 4 minuti, quindi scolateli senza strizzarli e frullateli con un filo di olio fino a ottenere una crema omogenea. Se necessario, aggiungete qualche cucchiaio di acqua di cottura. Sbucciate i topinambur e tagliateli a pezzi regolari, immergendoli a mano a mano in acqua acidulata con il succo di un limone; lessateli in poca acqua salata e frullateli con un filo di olio.
Tagliate le carote, le zucchine, l’avocado e i pomodori a dadini molto piccoli, mettete tutto in un’insalatiera e condite con olio, sale e succo di limone. Lasciate riposare per 1 ora.
Pulite i calamari, lavateli, asciugateli e farciteli con i carciofi, quindi pennellatene l’esterno con un poco di olio, salateli, pepateli e cuoceteli sulla griglia per circa 5 minuti.
Disponete la dadolata di verdure al centro dei piatti con l’aiuto di uno stampo rettangolare e adagiatevi sopra i calamari; guarnite con la rimanente maggiorana e accompagnate con una ciotolina contenente le due creme riscaldate, che verserete una di seguito all’altra senza mescolare, in modo da ottenere un effetto maculato

si puo abbinare un Primitivo di Manduria giovane della Puglia oppure un Isonzo barricato del Friuli
 
E’ il topinambur (helianthus tuberosus) anche conosciuto come patata del canada, tartufo di canna, pera di terra.
E’ una varietà di girasoli perenni coltivata per il tubero che assomiglia ad una piccola patata bitorzoluta ma ha un sapore che ricorda il carciofo. E’ una pianta poco appariscente che può crescere fino a 3 metri di altezza con foglie ovali e ruvide. La sua caratteristica principale è la fioritura autunnale per cui viene coltivata anche come pianta ornamentale. Terminata la fioritura la pianta si secca e sparisce ma in primavera è pronta a emanare nuovi getti.
Il topinambur è una delle migliori piante perenni che si possano coltivare in un orto perché ha poche esigenze e, a differenza di altre piante perenni, inizia a produrre sin dal primo anno. E, a differenza delle piante annuali (pomodori, melanzane, ecc.), una volta piantata non ci si deve preoccupare più di semine e trapianti perché continua a germogliare e moltiplicarsi.
I tuberi si diffondono rapidamente per cui in alcuni orti o giardini diventa incontenibile ed infestante. Conviene piantarla in un angolo abbastanza appartato, possibilmente in modo che i tuberi non possano spaziare senza limiti. Ad esempio un aiuola ben delimitata, un bordo non utilizzato. Per contenerli può essere utile mettere barriere profonde almeno 70 cm di legno, plastica o metallo. Attenzione, una volta piantati è difficile liberarsene!
Non è una pianta particolarmente esigente, ha bisogno solo di pieno sole. Piantalo all’inizio della primavera interrando pezzi di tubero che trovi nei negozi di verdura ben forniti. Taglia i tuberi assicurandoti che abbiano almeno un germoglio (occhio). Nel dubbio piantali interi. Mettili in buche profonde 10-15 cm alla distanza di 50 cm l’uno dall’altro.
Il topinambur cresce meglio se innaffiato regolarmente ma, una volta adattatosi, sopporta anche lunghi periodi di siccità.
I tuberi si raccolgono in autunno-inverno dopo che la pianta è seccata. E’ preferibile lasciarli nella terra fino a quando si vogliono consumare. Si estraggono con un forcone come le patate. I tuberi che rimangono nel terreno germoglieranno in primavera.
In cucina viene usato come le patate e può essere mangiato anche crudo per aggiungere una nota croccante alle insalate. L’aspetto interessante è che, a differenza delle patate, non contiene amido ma inulina che quando viene digerita non produce glucosio e quindi può essere mangiata dalle persone con il diabete.



 
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