Tecniche d'allevamento del Fringuello e della Peppola

Re: Tecniche d'allevamento del Fringuello e della Peppola

di suguito vi trascrivo una delle piu' belle pagine sul Fringuello e la sua uccellagione con le panie, scritta da Amedeo Giacomini nel suo libro "Andar per uccelli"


Il fringuello è per certo il re di tutti i richiami. Pare dipinto a pastello da una mano crepuscolare con volontà di trar fuori la grazia un po' scabra dei colori d'autunno. È uccello scontroso, ma non solitario, dei più orgogliosi e lunatici. Vive stanziale in tutta la Bassa, ma i più celebrati scendono a noi, sul far dell' ottobre, fin dai lontani Carpazi, e invadono siepi e' boschine, cugini germani della parussa, che loro somiglia anche nel canto. Benché siano, per le piume, tutti uguali, se ne distinguono diciannove specie. Prendono nome dal verso che fanno, la conoscenza del quale è un vanto per i virtuosi, un banco di prova per neoteri e battzfrasche. Il più comune si chiama Francescomio, perché par dica in fretta, cantando, quelle due parole. C'è poi il Barbazio, flauto dei colli, e ci sono, meno frequenti, i due tipi di Ciccibeo1: quello semplice, che alloga sempre tra gli olmi, e quello, ricercatissimo, con il cik finale. Il Ciccicio e il Ciccipio, scontrosissimi e amati, prevalgono tra gli stanziali. Il Sarsifio, con i tre triès, i tre tròi e i tre çol, è il classico
cantore dei monti. Accanto a lui, rettorici un poco, ma più preziosi, vi sono il Crippiopeo, dal corpo snello e gentile, e il çescrio che vanta l'enjambement dei tre çoc a metà delle balze. Un musico particolarmente caro vien detto Ribaltone, dal modulare a scatti il suo canto, dal ribaltarne appunto le note; un altro Striscione, ma il non plus ultra di tuttti i cantori è il Monte Giove. Codest'araba fenice, che mai io conobbi, usa, a detta dei savi, anche tre chiavi, e batte, andando e tornando, fino a sedici balze.Il trevigiano Montello alloga invece un campione a cui si dà il nome di Boschereccio, che è un Francescomio più corto e più strapazzato, ma con tre quin e due çoc tra le balze, che lo rendono particolarmente squillante. E vi sono poi i due tipi di Fuicio: quello con il vuìço e quello col/riço, i tre çivetrio - a sei, a nove, a dodici balze - e il Visçò. Altri variano con minor grazia i canti più noti e son detti bolsoni o strappafrasche. I migliori comunque per l'uccellanda son quelli che usano doppiar la cantata o triplicarla, frapponendo alle battute un sonorissimo cik; altri, in luogo del cik, pronunciano lo s/rin e altri ancora il çoc, che è poi la più volgare delle fringuelllesche cantate, quella che l'uccello emette volando o in ferma tra i rami.

Tutti i sopraddetti cantori, se ingabbiati da adulti, diventano falsi. Per ottenere esemplari che mantengano la voce di bosco, occorre che li si tolga dal nido. L'uccellatore accorto lascerà pasturare i nati dalla lor madre, mettendoli in una gabbietta, che poi appenderà ai rami dell'albero natio. Li ritirerà appena sapranno un poco arrangiarsi e quando avranno messo la coda e rifatte le penne, sceglierà, tra i due o tre maschi della covata, il più bello, lo trasferirà in una gabbietta d'uccellanda; indi, accecatolo, lo porrà in una stanza ben riparata, intorno ad un vecchio campione da cui l'educando imparerà il verso base, che varierà da se medesimo, nell' anno seguente, secondo il proprio e il paterno talento. Riconosco con la legge esser crudele la cecatura, ma

il duro atto è, in questo caso, solo un precorrere i tempi, ché il fringuello, anche se tolto di nido, ama la libertà al punto che in gabbia non sta mai fermo e volge e rivolge tanto gli occhi intorno che in breve tempo accieca naturalmente per incurabile strabismo. Lo si orba, dopo averlo abituato gradatamente al buio, avvicinandogli alle spalancate pupille una laminetta di ferro rovente, onde egli s'accorge di perder la luce a cose già fatte. E non sbatte le ali intanto, non geme, sicché è lecito sperare che neppure soffra.

Ciechi, i fringuelli sono quieti e cantano meglio, eppure fa tristezza vederli con gli occhi bianchi saltare dai trespoli alle bandinelle sempre un poco intabarrati. L'ora per essi più amara sembra essere quella che volge alla sera. il cieco, percependo allora dal sapore dolci astro dell' aria l'avvento delle tenebre, scande il suo verso con sì struggente abbandono che pare sia entrato un filo di pena a sbarrar di traverso la rosso-villata sua gola; una trama sottile di pianto, che ne spezza il già di per sé rotto cantare e l'attrista. Ma si avverte anche una nota di forza in quei trilli, che nella notte della sua prigionia egli vive la solitudine come un dono ricco del più arduo amore, che in essa è rinato come nel seno di un privilegio, in uno scrigno capace di difenderlo da ogni umana ferocia, dallo stesso dolore ... Gli appassionati lo sanno e tengono cari quegli insuperabili cantori mutilati come e più di se medesimi.

Andar per fringuelli è cerca che· richiede, oltre che buoni richiami, perfezione di mezzi e grande pazienza. Nondimeno i maestri (ma sono i soli) attendono la stagione del passo, che è ottobre, con un'ansia tutta speciale. Non vi sono giorni stabiliti per pigliarli, ché tutti, in tempo di passo, al pari son buoni e parimenti loro conviene ogni ora del giorno. Operano quindi bene quei savi che, per sereno o per pioggia, tengono sempre pronta le tesa e stanno al casotto tutti i giorni dalla mattina alla sera: il momento propizio viene quando meno lo si attende. Le ore più ricche, ad

ogni modo, cominciano dalle undici antimeridiane e giungono fino alle quattro o cinque della sera; le mattutine contano poco, ché i fringuelli sdegnano giuocare intorno ai pali con la rugiada.

Di sera tardi giunge lo stroppo detto dell' amont, il quale cerca fratte ove passare la notte ed è atteso con molta impazienza perché facile a pigliarsi. li giorno di S. Francesco e quello di S. Luca, che cadono rispettivamente il quattro e il diciotto di ottobre, sono detti della buttata rossa, perché pare che in quelle occasioni tutti i fringuelli si diano appuntamento nella Bassa e se ne prendono a centinaia. In altre giornate, anche se apparentemente belle, i migranti restano insensibili al grande cantar dei richiami e tirano via diritti il volo come neppure li udissero. In altre ancora li si vedrà a lungo fermi intorno alla tesa, abbassarsi sopra le gabbie, scendere accanto ai giuochi o sul bosco, dimostrare a mille segni il piacere che godono del verso e della compagnia dei loro simili, restar tranquilli in terra senza curarsi del tenditore; e in certe altre, specie se il tempo sta per farsi piovoso, essendo essi uccelli barometrali, li si vedrà svolazzare qua e là irrequieti, prillar per l'aria dietro alle mosche, scendere, risalire, frullarsi, partire appena posati, ritornare ... Sono uccelli intelligentissimi, è l'ora di dire, ma senza malizia. Li si direbbe signori anche nel farsi pigliare: la vista di foglie secche, di un palo male infrascato, di poche piume che la brezza trascini, di una goccia soltanto di sangue sullo smalto dell' erba li turbano tanto che si vedono balzar da terra arruffati per lo schifo; il sibilo di un richiamo traditore li terrorizza; e il quinio di un compagno (la spia) che dagli alberi chiami a raccolta, basta ad aggruppargli intorno anche quelli che sono già scesi ... Occorre sapienza allora per prenderli e tutto l'amore che basta perché si possa conoscere ogni loro capriccio, ogni fisima e luna.

Per la cerca del fringuello i pali vanno infrascati dalla base alla cima con rami minuti d'acero, di olmo o di. cerro.

li bosco va basso e ben fatto; celate dove il verde è più folto le piccole gabbie con i richiami. Non s'ha da usare filaina, ché i fringuelli avendo vista acutissima, adocchierebbero il filo prima che le femmine imbastate. Ci si può invece servir di pastore, ma con parsimonia, badando a che siano bene addestrate, che non si muovano scompostamente al suolo, e soprattutto che non si lascino trascinare da fregole canore, ché i migranti, sospettosi come sempre sono anche del palo meglio infrascato, preferirebbero gettarsi in terra accanto a loro ... Son regole queste che s'apprendono con l'uccellare; ciò che non s'impara è, ancora una volta, il gusto. Senza di esso non si può esser certi di riuscire e la cerca del fringuello, diventando infruttuosa, non riuscirebbe più che un soggetto di noia.

I veri maestri fringuellai sanno stare alle poste, comunque vada, fino a notte profonda. Alcuni fanno addirittura pranzo e cena in campagna. Tornano dondolando come imbastati nella chiaria della luna ottobrina. Sulle spalle recano la stanga e sotto la giacca, a corona, la sfilza delle prede ancor calde. Appena a casa il primo pensiero che si danno va ai richiami. Offrono loro cibo e acqua fresca, puliscono le gabbie, premiano i più bravi con ogni sorta di oleose leccornie. Solo quando li sanno tranquilli vanno a riposare, e questa, grama, testarda, faticosa, è, finché dura la stagione del passo, la loro vita quotidiana. Non chiedere, lettore, quale sia la ragione di tanta costanza. Se conosci e ami gli uccelli la saprai da te solo; viceversa non capiresti. E a questo punto da me non aspettarti neppure una morale. Ti saluto e vado a infrascarmi. Tu abbimi caro, se puoi, compatisci le mie debolezze e vivi a lungo felice.

(1) Ciccibèo O ciccibio è nome molto antico. Nel Veneto indicava genericamente il fringuello. Veniva usato anche in senso gergale a significare un tipo furbo, insidioso ecc. Boccaccio chiama così un suo celebre personaggio.

e) Vi sono alcuni che usano allenare anche fringuelli pigliati da adulti. Non è consigliabile farlo, ma se si è costretti bisogna tener conto di alcune regole, valide soprattutto per i primi giorni di prigionia. Pulito che sia con gran cura del vischio, l'uccelletto ha da esser posto in una gabbia con le sbarre formate da bastoncini di legno, col solo fondo di fil di ferro. (Scopo della gabbia con bastoncini di legno, si è quello d'impedire che l'uccello, sbattendo contro le sbarre, si ammacchi il capo e si faccia sanguinare la base del becco). L'esperto coprirà poi la gabbia con una tela nera di modo che il prigioniero non possa vedere ciò che succede intorno e resti in una relativa quiete. Non si metta molta acqua nel beverino; dibattendosi l'uccello ne verserebbe in parte il contenuto e si bagnerebbe le penne, morendone. Si porranno nella mangiatoia i semi che esso preferisce, e cioè: miglio, scagliola, cardi, lino, canapa, papavero, orzo, avena e panìco. Bisognerà poi attendere sei o sette giorni, e quando il fringuello sarà bene impastellato, si potrà scoprire la gabbia e portarla all'oscuro per le lezioni.

e) Se li si lascia troppo a lungo, la madre, riapprossimandosi il tempo di una nuova covata, recherebbe loro cibo guasto, avvelenandoli.

(4) Anche gli antichi autori concordano in questo. Cesare Manzini così scrive nei suoi Ammaestramenti per allevare gli uccelli:

« ... si trova questo difetto in lui: che facilmente s'acceca, onde se v'accorgeste che s'incomincia a cecare, prendete sugo di biete, mescolato con un poco d'acqua mettendole nel bevitoio per quel di sooo, acciò di quello beva: vi porrete ancora la stanghetta di fico, dove egli abbia a fregolarsi l'occhio, che gli sarà utilissimo. Appresso li darete a mangiare seme di mellone in spazio di due o tre giorni; per essere quello rinfrescativo e sano ... ».
 
Re: Tecniche d'allevamento del Fringuello e della Peppola

Bravo andrea complimenti !!!!!!!
 
Re: Tecniche d'allevamento del Fringuello e della Peppola

ho tre fringuelli e due peppole,volevo metterli in voliera visto che la caccia è finita. ma fini a quando possono stare li?
 
Re: Tecniche d'allevamento del Fringuello e della Peppola

Grande Mirco!! questi testi introvabili sono ricchi di consigli utilissimi. Quando avro' tempo per leggerlo me lo presterai.
Roby
 
Re: Tecniche d'allevamento del Fringuello e della Peppola

bravo roberto!! [eusa_clap.gif]
 
Re: Tecniche d'allevamento del Fringuello e della Peppola

Perchè è troppo complicato?.
Mi piacerebbe provare ma so già che devi avere una pazienza e una cura immensa!
 
Re: Tecniche d'allevamento del Fringuello e della Peppola

I miei fringuelli danno il meglio sulle 15 ore adesso sono sulle 13 ore e qualche fringuello fa gia qualche verso, tra un po ci siamo.
 
Re: Tecniche d'allevamento del Fringuello e della Peppola

Stama ho visto la mia fringuellina che portava in giro la paglia....un buon segno visto che il maschio è in pieno estro....devo tenerla sotto controllo perchè secondo me non vuole fare il nido dove invece voglio che lo faccia io...... [up.gif]
 
Re: Tecniche d'allevamento del Fringuello e della Peppola

mi sembra strano che riesca in una gabbia cosi piccola perche se non sbaglio il maschio copre la femmina in volo giusto?? magari dico una castroneria.....
 
Le uova le ho messe a balia di una messicana, domani faccio la speratura...
Purtroppo é difficile trovare femmine allevate, ma sno uccelli molto belli!!!
 
Ieri sono stato da un signore per vedere un cane e ho scoperto che allevava pure gli uccelli, tra cui fringuelli; parlando mi diceva che hanno bisogno di una voliera grande perché devono avere la loro privacy. Gli ho chiesto quanto grande poi una parola tira l'altra e la risposta non è arrivata, giro dunque a voi la domanda.
 
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