Re: oggetti e ricordi di caccia

Solo questa e poi basta.......giuro ;) !Sempre nel ricordo di mio Padre!
Io avevo gia' conseguito il pda ed ero al primo anno e quindi,da regolamernto,sempre accompaganato!Una mattinata dei primi d'ottobre s'era andati per vedere se qualche tordo aveva iniziato "a far capoccella"....come se dice a Roma!Ma niente.....era presto,un paio di merli e una ghiandaia era il magro carniere!A tarda mattinata ero andato al suo appostamento per far due chiacchiere e vedere il da farsi!Ed ecco due bei colombacci entare dal mare "locchi,locchi"e venire,dritti, verso la macchietta dove eravamo appostati!Lui li vede e mi fa':sshhhhhhh...a Li',eccoli...vengono in bocca,sshhhhhh zitto....tu tira a quello dalla parte tua.....me raccomando,uno per uno!Mo' io so' mancino e stavo a sinistra de Lui.......e come se so' stagliati sul cielo del capanno: Pam-Pam du' botte secche co' la doppietta......prima ar "suo" a destra e poi al mio a sinistra..belli fumati per aria.... tutt'e' due ;) !E Lui ,rimasto col sovrapposto a mezz'aria: a Li'.......ma che se fa' cosi'.....a Papa' tuo che t'ha insegnato tutto!?!La sua faccia fu' indimenticabile !
Non s'in*****' perche' ero il suo orgoglio.......ma da quella volta non mi volle piu' vicino nel capanno :D!Un saluto.
Fossi stato tuo padre sai quanti scapezzoni...ahahah
speriamo che anche tuo figlio lo faccia con te così vendica il nonno ;-)
 
Re: oggetti e ricordi di caccia

poi io gli dicevo ''i pivir'' e mio padre attaccava a fischiare e venivano da dove non si vedevano, una volta ,due, tre e mio padre mi diceva :non sparare posati, ma quando fanno la ''girata'' sugli stampi ,cosi' se ne prendono di piu'.e non uscire dal capanno, che li faccio tornare e tornavano..lui gli ''parlava'' oppure gli dicevo al ''fleni'' ed era la stessa cosa.

....uhm....ma questa è caccia in Romagna, i nomi degli animali da te citati sono quelli che usiamo noi Romagnoli...anche in Sicilia li chiamate così?
 
Re: oggetti e ricordi di caccia

Ricordi belli, bellissimi di giornate di caccia indimenticabili, ne ho molti. Ma voglio raccontarvi invece il più brutto in assoluto. Era Agosto di una trentina di anni fa, tre giorni prima dell'apertura, ero andato con un amico, anche lui cacciatore, a preparare i capanni per tortore vicino ad un grosso appezzamento coltivato a girasoli circondato da stoppie e macchie di alberi, stavamo in una zona poco sopra Tarquinia. Finiti i capanni ci siamo fermati per vedere come era il movimento delle tortore. Ne vedemmo almeno un centinaio che giravano tra la stoppia e il girasole. Felici ce ne andammo pregustando una bella cacciata.
Tornati all'apertura, con un bel po' di cartucce ci siamo appostati. Passano le8, le 9, le 10 e non vedemmo niente, deserto assoluto. Delusi più che mai, ci incamminammo per tornare e fu allora che incominciai a vedere in terra tortore morte, prima 2 poi altre 3, poi altre ancora. Ne raccolsi una per vedere se la morte era stata causata da una fucilata di qualche bracconiere, niente nessuna ferita. Anche altri cacciatori avevano notato la stessa cosa, per farla breve sul terreno contammo 76 tortore morte, e alcuni piccioni. Scoprimmo che i girasoli erano stati irrorati due gg prima con un potente insetticida.
L'amarezza che provai ancora la ricordo, non sono più andato in quel posto a caccia.
 
Re: oggetti e ricordi di caccia

ricordo sempre con piacere il mio ritorno da scuola alle elementari, correvo in cucina a vedere cosa aveva preso mio nonno, che attaccava lo "strozzino" sopra al frigorifero, e stavo una buona mezzora a controllarli uno per uno.
A quel tempo c'erano anche gli uccelletti e quel mazzo attaccato aveva dei colori bellissimi.
 
Re: oggetti e ricordi di caccia

strozzini attaccati ai frigoriferi, albe meravigliose, tramonti indimenticabili, il primo tordo, la prima beccaccia, il primo giorno di caccia con mio padre, il primo giorno con mio padre e mio figlio, e poi il primo giorno io e mio figlio da soli ......................i ricordi fanno gli occhi lucidi di gioia e nostalgia........in bocca al cocker!!!!!!!!!!!!!!!!
 
Re: oggetti e ricordi di caccia

Merlino, l'episodio che hai riportato è di quelli da candid camera......per lo zio ovviamente! Me ne hai ricordato uno che riprende un pò anche quello di Achille. Io di anni ne avevo 13 (azz quanto tempo è passato) ed ero con mio padre e mio zio un pomeriggio di ......... a trillare (richiamare con richiamo manuale con testa d'osso e soffietto in pelle riempito di crine di cavallo) le quaglie ai bordi di un campo di grano spigato, ma ancora verde. Per chi di voi ha provato questo sistema di richiamo, quando all'imbrunire i maschi arrivano belli ringalluzziti e decisi al suono del "trillo", capisce lo spettacolo libidinoso di vederle involarsi anche a 200 mt (a seconda del vento) per arrivare col loro volo rettilineo uniformemente accelerato a 2 mt da te, oppure pedinando di soppiatto, per poi frullare da due passi accortesi dell'arcano; bello spettacolo.
Insomma la 6 o 7 della serie, che si erano presentate come descritto, si ferma incerta sul tratturo (sentiero carrabile campestre); sono l'unico che riesce a vederla, mi sforzo di indicarla a mio padre e mio zio, ma nulla. Taglio corto, gli dico con tono imperante: "passalo a me" (il cal. 36 pieghevole con cui volevano "educarmi al tiro", anche se ogni tanto ci davano anche loro, sebbene non l'avessero ancora fatto quel pomeriggio). Lentamente prendo il fucilino, miro e, all'ultimo momento la quaglia s'invola; ora si che la vedevano anche loro, i miscredenti. Fatto stà, che ormai ero li in mira, la seguo e pfuif (deflagrazione non troppo rumorosa del 36, s'era capita?). Il pennuto ruzzola a terra, con mio zio e mio padre che d'istinto mi lodarono, ma subito li pervase un dubbio; dal momento che avevo sparato proprio mentre la quaglia era allineata con la fiat ritmo bianca (2 fanali) di mio padre e ci sembrò di percepire un tintinnio metallico, mio zio fa: o la quaglia era di ferro, oppure hai accoppato pure la macchina zio"! Quindi io corsi verso il trofeo (non era il mio primo a volo, ma ero felice lo stesso), loro corsero alla macchina..........e trovarono una rosata ben guarnita (meno il negativo di sagoma della quaglia, hehehehehe) all'attaccatura dello sportello.
Quando si dice 2 piccioni con una fava!
 
Re: oggetti e ricordi di caccia

io ho cominciato come molti con nonno ............................( te pozzi fa ribattezza pe quanto si stano bono , te penso sempre bocaletta ) cosa mi resta , una passione di cui ne sono fiero e un coltello che tengo gelosamente .
grazie nonno . mi limito a dire questo ma me ne hai lasciate di cose da dire ..............
te ricurdi quanno me si ditto de porta lu schioppo a nonnema e faccie le suffietto .................penza a oi cenfilo lago , ma tu lo sai ..............
TI VOGLIO BENE NONNO E QUANDO SONO A CACCIA SULLE NOSTRE CIME PENSO A TE E MAMMA , GRAZIE ..................
 
Re: oggetti e ricordi di caccia

Ragazzi, questi racconti, nella loro intimità, trasudano tutto il loro profumano di nostalgia, per momenti vissuti e rivisti come avvolti dalla nebbiolina della dimensione onirica, ma a tinte calde e ricolme d'affetto per i ns padri, nonni, pigmalioni, da cui impariamo a muovere i primi passi.
Bellissimo, continuate così!
Ne approfitto per aggiungerne un altro. Ero proprio un pischello allora, mio padre viene a prendermi a sorpresa all'uscita della scuola elementare (frequentavo la 5 classe); lo vedo abbigliato per la caccia, lui guida e non mi dice nulla. Non si dirige verso casa ns, ma a prendere mio zio e poi si avvia verso le campagne. Solo allora, quando chiedo: "papà, ma mi portate con voi? Se mi sporco mamma mi rimprovera al ritorno". Lui sorridendo mi dice di guardare nel borsone sopra il sedile, c'era tutta la mia tenuta. Mi cambio felice in tutta fretta, completando la vestizione poco primo della destinazione; un campo di erba medica di svariati ettari di un suo conoscente, con un grosso specchietto d'acqua a quasi un centinaio di mt dal tratturo (strada interpoderale). Ci saremmo appostati con ripari improvvisati da "frevole" (piante spontanee tipiche delle zone paludose, alte con tronco cavo), in attesa delle alzavole, che mio zio era riuscito a scovare giorni prima! Quì entra in gioco l'oggetto capace di rievocare quel pomeriggio, un tascapane in canapone appartenuto a mio nonno, cimelio della 2 g.m. , che papà utilizzava sempre (esiste tutt'ora) per metterci attrezzature, cartucce o le ns immancabili colazioni! Scendiamo dall'auto, metto a tracolla il tascapane e scendiamo lungo il ripido costone del canalone del consorzio di bonifica, diretti all'acquitrino. Il pomeriggio era leggermente fresco (era Novembre) e calmo; preparati in fretta i ripari, arriva l'imbrunire; il tempo scorre ma nulla di nuovo. All'improvviso, col buio pesto, i primi fruscii d'ali e subito un doppio ciaff splash. Con il cuore in gola, attendo un cenno da mio zio, che annuisce con la testa; tocca a me. Avevo appena sfilato la grande torcia dal mio tascapane, la punto in loro direzione e loro partono a candela, continuo a seguirle in volo, giusto il tempo di 3 fucilate, alternate tra papà e zio. Entrambe messe a riposo. Eravamo elettrizzati, tanto che ignoravamo del tutto la pioggerella, che improvvisa, leggera ma fitta, cominciò a scendere incessante. La scena si ripete con buon esito altre 8 volte, ed io mi sento grande protagonista quanto zio e papà, perchè la mia azione con le luci contribuisce al buon esito dei tiri! Poi, mezz'ora di silenzio ed inutile attesa, a gettito finito, si decide di andar via, anche per non inzupparci d'acqua.
Ancora non sapevamo cosa ci aspettasse! Tornando verso la macchina, gi stivali affondavano sempre più nel terreno argilloso, tirare fuori gli stivali per avanzare a passi lentissimi diventava sempre più faticoso; io mi ritrovai 2/3 volte con gli stivaletti affondati nel fango ed i piedi che si sfilavano. Ma non mi lamentavo, infischiandomi di sporcare i piedi, recuperavo lo stivale con le mani, davo una ripulita e via di nuovo.
Ma non so se per percorrere quei 100 mt, facessimo più fatica noi, lentamente, con tascapane, fucili, 13 alzavole, cartucce, ecc. , oppure Usaim Bolt a farli di corsa con mutande e canotta soltanto!
Arrivati alla macchina, con la sensazione di chi vuol dirsi salvo, carichiamo tutto nel cofano e montiamo in tutta fretta. Tanta fretta, che nel rigirarsi sul tratturo, con il fondo scivoloso, mio padre si sporge un pò troppo verso il pendio del canale e…….cominciamo inesorabilmente a scivolare con tutta l’auto verso valle; per quante manovre in retromarcia tentasse, era sempre peggio e finimmo praticamente nel campo sottostante col muso. Fu già una fortuna non esserci ribaltati. Dopo vari tentativi di risalita ci arrendemmo all’evidenza, ci aspettavano quasi quattro km di tratturo internato per raggiungere la strada asfaltata più vicina, una strada vicinale di collegamento tra la statale ed un borgo lì nei pressi! Camminammo un bel po’ sotto la pioggerella incessante, prima di guadagnar l’asfalto, ormai fradici e infreddoliti. Passarono alcune auto, ma chi volete si fermasse vedendo due tizi con fucili a spalla?! La prospettiva era quella di dover camminare ancora svariati km, ed ero veramente stanco. Inaspettatamente una renault 4 bianca ci passa a fianco rallentando si ferma un po’ oltre poi torna indietro chiedendo cosa fosse successo. I grandi spiegarono la cosa e lui ci invita a salire. Era il guardiano campestre di zona, che ci portò subito a casa sua nel borgo l’ vicino per farci asciugare al tepore del camino e far bere qualche bicchierino riscaldante ai grandi. Solo lì ci confessò d’essersi fermato solo perché impietosito dalla presenza di un ragazzino, infatti era andato oltre per caricare la sua pistola, prima di arretrare e fermarsi. Da lì, nacque una salda amicizia con questo signore, che in quel frangente vidi come un angelo, nonostante dei baffoni da barbarossa.
Morale della favola, dopo le gioie della cacciata, arrivarono i dolori di una camminata estenuante, che non dimenticherò mai, al pari della ospitalità estrema di uno sconosciuto, che ancora oggi quando mi incontra, mi loda per la bella “passeggiata” sotto la pioggia, senza mai mollare il mio tascapane del nonno, cui ho legato questo ricordo più di altri. Scusate se sono stato un po’ lungo, ma scrivevo così come ricordavo per rendere l’idea di cosa può essere legato alla caccia ed i suoi ricordi!
 
Re: oggetti e ricordi di caccia

Io mi ricordo quando mio babbo mi dava 2000 Lire e tornando da scuola mi fermavo dal caccia e pesca a comprare 50 velox (erano quelle di cartone) che la sera stessa sparavamo. Poi anch'io mi ricordo la prima fucilata, il primo tordo, ecc... Adesso di cartucce ne abbiamo anche troppe (allora si compravano via via perchè i soldi non abbondavano) ma selvaggina e specie cacciabili sempre meno.
 
Re: oggetti e ricordi di caccia

il mio primo giuorno di caccia, quello che mi ha portato a diventare capannista..........orribile!!! non sarebbe da raccontare, perche ora mi rendo conto che quella non era caccia!
solita banda da apertura composta da mio padre, mio zio, e altri 6-7 amici di mio padre. apertura alla stanziale. visto che nel piano era pieno di gente e gia gli animali erano pochi (parlo di 25 anni fa), decidiamo di andare a fare l apertura a 2-300 metri da dove adesso , ma gia c era, ho l appostamento fisso. mattinata umida, visto che aveva piovuto il giorno prima. animali non ce ne erano neanche li e ilo gruppo decide di acquistare dei fagiani di voliera. iniziano a lasciare "i polli" e subito dopo, inizia la giornata. facciamo fare a cani un bel giro, per emulare una "giornata vera". passano davanti al primo posto dove avevamo lasciati "i polli" e i cani, visto l umidità, non sentono niente. stessa storia per il secondo e anche il terzo rimane illeso.
mio zio anzichè aspettare che il terreno si asciughi, riparte con il cane e lo porta proprio sopra al primo fagiano. cane in punta per 10 miuti, ma il fagiano non frulla. mio zio fa accostare ancora di piu il cane, ma niente da fare. a quel punto pensa di diventare cane e inizia, non a puntare, ma alzare la voce e dire sho-sho-sho. ancora nulla, "il pollo" resta immobile pur vedendo una persona vicino. a quel punto. si è verificato il fatto che mi ha fatto quasi schifo. sempre mio zio prende un bastone e lo tira verso "il pollo", vi giuro, non sapeva neanche volare. si è alzato in verticale per 3-4 metri e mio da una distanza di non piu di 10 metri gli ha sparato addosso 3 colpi. sembrava essere un bambino. io invece vedendo quella scena sono rimasto disgustato. ho subito rimesso il fucile in custodia e sono tornato verso il capanno dove avevamo lasciato le auto. nel risalire mi son raccolto un cesto di porcini, visto che quell anno ce ne erano a quintali. ancora ho le foto di quel giorno. dei porcini!!!! non della "cacciata". arrivato al capanno, sono entrato e da quel giono quello è stato "il mio capanno".
vi ho raccontato tutti i particolari, perche quella scena me la ricorderò per tutta la vita. non so se perche era il primo giorno di caccia o perche è stato un giorno di caccia che non faceva parte dell idea che avevo della caccia
 
Re: oggetti e ricordi di caccia

i ricordi sono dei frutti che noi coltiviamo per tutta la vita tenendoli sempre nelcuore e nella mente,che ti fanno piangere dalla gioia solo a rimescolarli,io ricordo il mio primo tiro al fucile con mio nonno a un tordo non al volo ma posato su una macchiamediterranea all'eta'di dieci anni e vedendo la mia grandissima gioia e penso anche sua del mio primo trofeo visto che sono l'unico dei ventidue nipoti a proseguire la sua tanta amata passione e tutti i sentieri che mi faceva percorrere a piedi dicendomi stai attento che fra poco parte la lepre ed era cosi' non si sbagliava mai comunque e' grazie a lui che adesso ho una certa padronanza del mio territorio ,che bello la mia prima beccaccia sotto ferma di un meticcio che faceva di tutto dal riporto alla ferma alla seguita. veramente che mi avete fatto ritornare di 35 anni indietro

--- AGGIUNTA AL POST ---

ha l'oggetto che piu' mi e' rimasto impresso era una bilacia che si appendeva dove mio nonno pesava sempre le lepri nell'atto della vendita perche' lui ci viveva su quest'hobbi che noi chiamiamo ,prima era fonte di vita almeno nella mia zona in quanto anche accompagnatore di tanti conti marchesi giudici ecc.
non so se avete capito com'era questa bilancia che aveva un'occhiello nella parte superiore ed un gancio nella parte inferiore con una levetta a molla moltodura che segnava il peso di colore nero con scritte colore oro del peso
 
Re: oggetti e ricordi di caccia

Ve ne racconto un altra.

Ottobre 1981, scendo da Milano in licenza, mia figlia aveva compiuto 2 anni e io l'avevo vista 4 volte. Dopo qualche giorno, una sera mio nonno mi disse: vuoi venire domani, c'è un lepre a Ciravolo (contrada di campagna) Un lepre a Ciravolo? dissi io, e da dove è venuto? Non ce ne sono mai strati! Appunto è ancora vivo, perchè non lo sa nessuno. Va bene dissi io. La mattina prese Lea, una cagna che sembrava....un seguggio, a dire il vero, la madre era seguggia, ma il padre non si seppe mai chi fosse. Arrivammo sul posto, il nonno teneva Lea a guinzaglio e la portava in giro per trovare le fatte fresche della notte passata. Li trovò mi fece cenno di allontanarmi e di posizionarmi su un mucchio di pietre. Sciolse la cagna e si posizionò su di un muretto a secco. Di lì a poco la cagna inizio a segnare per poi partire in canizza. Da una vigna, vidi uscire il lepre con le gambe posteriori che gli toccavano le orecchie.e poi dietro la Lea con quel latrare che i seguggi hanno quando hanno la lepre a vista.
Il lepre si diriggeva verso il nonno, quando gli fù a tiro, lo vidi puntare il cal. 16 in aria e sparare, poi scese e blocco la cagna e la legò. Rimasi esterefatto, non capivo cosa stesse succedendo. Mi domandavo il perchè di quel gesto.
Mi avvicinai, lui mi guardava con un sorriso sulle labra. Appena gli fui vicino, gli dissi: Ma che fai? perchè non gli hai tirato? E lui: secondo te, dopo averlo ucciso....domani cosa avrei trovato? Quando avrei sentito il cane che levava? Quando avrei avuto un altra emozione simile? Lea avrebbe più scovato e abbaiato. ormai sono vecchio e non vado più in giro come una volta, questo lepre fosse per me morirebbe di vecchiaia, e fino ad allora lo verrei a trovare spesso. Sapevo che sarebbe venuto dalla mia parte, ecco perchè ti ho allontanato, ti ho fatto vivere l'emozione lo stesso, sarai contento?
Capii subito quello che voleva dire, non ci avevo mai pensato. Quel giorno il nonno, mi imparò un altra cosa, pensai che era giusto così.
 
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