Piemonte: non si farà il referendum sulla caccia!

Re: Piemonte: non si farà il referendum sulla caccia!

un ottima conclusione perchè se passava si scatenava una reazione a catena in tutte le regioni e oltre a uno speco di denaro pubblico si risciava di far chiudere una tradizione e passione nata con l'uomo LA CACCIA
 
Re: Piemonte: non si farà il referendum sulla caccia!

Contento solo per aver risparmiato tanti bei soldini...ma preferivo veder perdere i verdastri & company,ma loro avevano fatto proposte del tipo di eliminare dallo scarno elenco delle speci cacciabili 4 selvatici,di togliere alcune domeniche e qualcosaltro che non ricordo...sapete qualcosa in merito??Ciao ciao...
 
Re: Piemonte: non si farà il referendum sulla caccia!

Sarò ottimista nato, ma dall'abrogazione del referendum vedo solo risvolti positivi, non solo per i piemontesi ma per tutti i caciatori italiani. Penso proprio che sia ora di finirla con questi referendum anticaccia.

Franco sono con te :D
 
Re: Piemonte: non si farà il referendum sulla caccia!

aime' tutto questo penalizzera' ulteriormente i gia' tartassati amici piemontesi.Ora che si debba gioire per il risparmio di soldi son d'accordo, ma per il nostro punto di vista era meglio farlo il referendum....quorum non raggiunto e vittoria, mentre ora per accordi vari chi ci rimettera' seremo noi.
 

Diego

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[h=1][/h] Piemonte: Sacchetto, il referendum sulla caccia non si fara’

(AGENPARL) – Roma, 03 mag – “Una soluzione di buonsenso che pone fine a 25 anni di burocrazia e battaglie, un’alternativa valida per evitare di spendere oltre 20 milioni di euro di fondi pubblici (cifra necessaria per effettuare il referendum), somma che potrà essere dirottata sul settore sociale. Questo pomeriggio il Consiglio Regionale ha votato a maggioranza un apposito emendamento presentato dall’Assessore Regionale all’Agricoltura, Caccia e Pesca, Claudio Sacchetto, documento che prevede l’abrogazione della Legge regionale 70/1996 e il conseguente decadimento della consulta referendaria”. Lo si legge in un comunicato stampa della Regione Piemonte.
L’Assessore regionale all’Agricoltura, Claudio Sacchetto, si dice soddisfatto del risultato ottenuto per differenti motivazioni: “Innanzitutto per un risparmio di oltre 20 milioni di euro in un periodo economicamente delicatissimo, risorse che potranno essere destinate al settore sociale. In secondo luogo perchè dopo 16 anni dall’approvazione, la Legge Regionale 1996 non è più adeguata ai cambiamenti nel frattempo intercorsi: mutamento delle condizioni in cui si esercita la caccia, cambiamento della fauna, del territorio e delle attività condotte sullo stesso. È necessaria e indispensabile una legge nuova, moderna, che da un lato concepisca la caccia in tutte le sue sfumature (obiettivi, potenzialità, funzionalità per il territorio) e dall’altra allinei la normativa piemontese a quella delle Regioni confinanti, realtà ancora molto lontane dalla nostra. I cacciatori non devono in alcun modo essere additati quale pericolo da contenere, al contrario sono persone per bene, onesti cittadini che possono essere importante risorsa per il territorio svolgendo la loro preziosa attività nel solco delle norme previste dall’Unione Europea e dallo Stato”.
In merito all’esposizione mediatica della tematica venatoria sui principali organi di informazione, l’Assessore aggiunge: “In questi anni, con particolare intensità negli ultimi mesi, sono state diffuse informazioni errate e accuse false, volontariamente distorte. L’abrogazione della legge 70/96 è stata definita una strategia avventata che lascerebbe il Piemonte, in ambito venatorio, in una situazione di vuoto legislativo: tale informazione è errata in quanto fino ad approvazione della nuova legge, vige la normativa nazionale, vale a dire la 157/92. Ancora, l’abrogazione è stata additata quale provvedimento di dubbia legittimità: al contrario la possibilità di far decadere una legge è una possibilità giuridicamente prevista e legittima. Negli ultimi mesi è giunta addirittura l’accusa di voler attentare al regolare processo democratico: riconosciuto e mai messo in discussione il valore dello strumento referendario all’interno della vita democratica, ricordo che la democrazia indiretta, al pari (e non meno) di quella diretta, va tutelata e protetta: dunque, da rappresentante regolarmente eletto dai cittadini, è giusto che possa lavorare e compiere delle scelte. Infine pesanti e gratuite critiche sono giunte affermando la volontà di sovvertire la tutela dell’ambiente: innanzitutto il cacciatore, insieme all’agricoltore, è il primo attento guardiano del territorio. In seconda istanza, non bisogna mai dimenticare che, alla sempre più grave emergenza di danneggiamento delle colture a seguito della eccessiva proliferazione di fauna selvatica, è necessario porre un freno: solo con la sinergia fra mondo venatorio ed agricoltura si può intraprendere un percorso virtuoso e bilanciato. Troppo spesso le accuse sono state mosse da cittadini poco vicini al mondo agricolo, persone non consapevoli del necessario equilibrio sul quale deve basarsi la convivenza tra uomo e animale. Un’ultima considerazione: la stragrande maggioranza dei piemontesi non comprende e continuerà a non comprendere perché una sparuta minoranza, i promotori referendari, continui a voler ad ogni costo far spendere dei soldi inutilmente alla popolazione slegandosi completamente dalla realtà e dalle priorità ad essa legata. Questo obiettivo raggiunto è il risultato di un intenso lavoro operato con il Presidente della Regione Roberto Cota unitamente alla Maggioranza con un fine comune: risparmiare risorse pubbliche per oltre 20 milioni di euro”.
http://www.agenparl.it
 
Re: Piemonte: non si farà il referendum sulla caccia!

intanto soldi risparmiati e referendum ridicolo evitato, speriamo adesso che la nuova legge regionale sia più simile a quella delle altre regioni confinanti e non ancora più restrittiva anche se spero proprio di no. vedremo
 
Re: Piemonte: non si farà il referendum sulla caccia!

Grande confusione nell’aula del Consiglio regionale del Piemonte, la maggioranza di centrodestra non ha confermato le sue posizioni, è stato così bocciato un ordine del giorno sulla caccia molto discusso e che era stato in precedenza approvato dalla stessa maggioranza in Commissione, dopo una riunione con il governatore Roberto Cota. Nel documento l’esecutivo regionale si impegnava a presentare una nuova legge sulla caccia rispettando alcuni paletti, dopo che la legge in vigore era stata fatta decadere con l’obiettivo di evitare il referendum del 3 giugno.

Dal punto di vista tecnico la bocciatura dell’ordine del giorno non modifica il percorso avviato dalla Regione Piemonte per evitare il referendum. La consultazione verrà infatti revocata da Cota non appena avrà ricevuto il parere vincolante della Commissione di Garanzia del Consiglio regionale (composta da giuristi ed ex consiglieri), atteso per giovedì. La Commissione dovrà motivare giuridicamente il fatto che il decadimento della legge regionale sulla caccia in vigore fino al 3 maggio comporti automaticamente il decadimento del referendum.

Ad accendere , però, gli animi in aula il fatto che la bocciatura è avvenuta grazie al voto contrario di alcuni consiglieri del gruppo Progett’Azione del Pdl , oltre ovviamente a quelli dei movimenti anti-caccia. Astenuto il Pd.*Politicamente è un segnale che qualcosa si è destabilizzato. Il capogruppo della Lega, Mario Carossa, che ha accusato il Pd di avere cambiato opinione fra la prima e la seconda votazione, e il capogruppo del Pd, Aldo Reschigna, che ribattuto con toni molto accesi invitando Carossa a mettersi gli occhiali per leggere bene il tabellone. Prima che la seduta venisse tolta il capogruppo del Pdl, Luca Pedrale, ha preso la parola per dare spiegazioni “nel mio gruppo – ha detto – qualcuno ha confermato posizioni già espresse, altri hanno cambiato opinione. Ciascuno si assumerà le sue responsabilità, ma non drammatizzerei troppo l’esito di questo voto, che è stato un voto di libertà di coscienza. La maggioranza ha preso un impegno politico sulla caccia, e credo che questo impegno verrà comunque portato avanti”.
 
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