Datemi una mano....

Re: Datemi una mano....

L'equisetum, dicono che sia eccellente per la salute, addirittura un anti Tumorale.......sta di fatto che io ho il giardino infestato....con le quantità che ho io potrei salvare mezzo mondo....
Oggi ho provato a sfilarlo con le radici e in parte ci son riuscito, ma credo sia una battaglia persa.....
Chi fa il giardiniere o ha avuto a che fare con questa pianta, mi puo' dare dei consigli per debellarla?!?

..masssicciata di ciotoli, rete elettrosaldata e colata di cemento..:)

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..và bene anche il porfido..:)

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..l'asfalto no..quando piove "puzza"..:)
 
Re: Datemi una mano....

Adesso che si avvicina l'estate, copri il terreno con dei grandi teli di plastica, la mancanza di acqua ed il gran caldo che si sprigiona sotto il telo dovrebbe "bruciare" tutti i vegetali al di sotto.
 
Re: Datemi una mano....

Rudi, quello è una brutta bestia, io ne ho ancora qualche piante nel vialetto di casa, e come ha detto diego per toglierlo,visto che con svariati diserbanti non è morto, ho dovuto darli di picozza fino a stradicare tutte le radici, ma ogni tanto qualche pianticella risorge e allora vai di "picco"

Se la ricetta che ti ha dato il buon lupen funziona, fammela avere che provo anch'io

Tanks
 

Rudi4x4

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L'equisetum, dicono che sia eccellente per la salute, addirittura un anti Tumorale.......sta di fatto che io ho il giardino infestato....con le quantità che ho io potrei salvare mezzo mondo....
Oggi ho provato a sfilarlo con le radici e in parte ci son riuscito, ma credo sia una battaglia persa.....
Chi fa il giardiniere o ha avuto a che fare con questa pianta, mi puo' dare dei consigli per debellarla?!?

equisetum%20telmateja%20equiseto%20massimo.jpg
 
Re: Datemi una mano....

Ma no,che cemento,che porfido....mettici una capra....lei si mangia ste piantine e poi Tu ti mangi la capra....

Questa mi pare un'ottima idea...ma poi va a finire che mi affeziono alla capretta....ehehe

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Rudi, quello è una brutta bestia, io ne ho ancora qualche piante nel vialetto di casa, e come ha detto diego per toglierlo,visto che con svariati diserbanti non è morto, ho dovuto darli di picozza fino a stradicare tutte le radici, ma ogni tanto qualche pianticella risorge e allora vai di "picco"

Se la ricetta che ti ha dato il buon lupen funziona, fammela avere che provo anch'io

Tanks

Ho passato una giornata a levarli pian piano sfilando il gambo....son sotto di 30/40 cm.....un'agonia....
Cmq provo di sicuro la "ricetta" di Lupen, poi ti faccio sapere!
 
Re: Datemi una mano....

Equiseto o coda cavallina,a scuola, io ho fatto agraria, era considerata una delle piante piu' infestanti,per fortuna nel mio orto non esiste......i vari ortolani nella zona mi dicono che va tolta dalla radice,che va molto in profondita'.....e anche come hanno riferito i ragazzi del forum.......ciao Davide...
 
Re: Datemi una mano....

Grazie Gianni...eheheh moralmente utile la tua ricerca......[cry.gif]

:mrgreen: L'equiseto caro Rudi è una bella rogna, quanto i ricacci di robinia o di rovo, hanno la radice profonda e rizomi, l'unica sarebbe una bella aratura e seguente ranghinatura con bruciatura dei residui, ma risolvi solo per qualche anno poi pian piano ritornano.

 
Re: Datemi una mano....

Grazie Gianni...eheheh moralmente utile la tua ricerca......[cry.gif]
Rudi non hai mai provato con dei diserbanti fogliari? Sono tremendi, ed in più permettono un'azione mirata, in quanto vanno spruzzati (in soluzione) con uno spruzzino sulle foglie delle piante che ti interessa eliminare, poi le piante lo assorbono fino alla radice e muoiono.
Il mio babbo lo ha provato su un bosco dove da anni provava ad eliminare dei rovi... Aveva provato anche con la trincia meccanica (che in genere tende a bruciare il fondo sottostante) ma niente...Alla fine con quel diserbante li è riuscito ad ottenere un buon risultato.
Dopo 15gg dalla spruzzatura era tutto bruciato, e a quel punto li le ha trinciate definitivamente... E' anche ovvio dire che se non si fa più niente, dopo un'annetto o due riprendono a crescere piante nuove.. Prova!
 
Re: Datemi una mano....

[h=3]Produzioni Vegetali[/h]
[h=1]L’EQUISETUM ARVENSE[/h]
[h=2]È una specie infestante pericolosa nelle zone di pascolo per la presenza di una sostanza chimica che causa alterazioni al sistema nervosos degli animali. Metodi di lotta[/h]​
di Paolo Cretier
(Direzione Produzioni Vegetali e Servizi Fitosanitari-Ufficio Periferico di Arnad)
Questa infestante è in continua espansione nei nostri orti, causandone la riduzione delle rese produttive e aumentando la difficoltà della raccolta. Contro questa infestante, occorre pertanto adottare metodi di lotta integrati fra di loro (meccanici, chimici e agronomici).
DESCRIZIONE
Gli Equiseti sono considerati dei “fossili viventi” di remotissimi antenati vegetali. La loro origine risale a 280 milioni di anni fa, nel periodo del carbonifero, ove ci fu l’instaurarsi delle prime piante a struttura complessa (assieme alle felci) fornite di tronco, foglie e radici. La specie è considerata interessante per la ricerca sull’evoluzione dei vegetali.

Il genere appartiene alle Pteridofite e pertanto non produce né fiori né frutti ma spore, contenute all’interno di una spiga terminale. Questa pianta predilige i terreni umidi, ma sopravvive lungo le strade in ambiente asciutto. Prova ne sia che anche in annate secche possiamo notarla comunque.

I fusti sono articolati, costituiti da brevi internodi e da nodi da cui dipartono altri rami o brevi foglie.
In alcuni paesi è chiamata erroneamente in dialetto l’erba del diavolo (“Erba du Ghiau”) in quanto una leggenda narra che il demone per fare dispetti agli uomini, sparse sulle colture questa pianta. L’uomo tentò inutilmente di estirparla, ma riuscì soltanto a staccare delle piccole porzioni in quanto i fusti si spaccavano troppo facilmente in corrispondenza degli internodi e le radici rimanevano ben piantate nel terreno.



Il controllo degli equiseti è molto difficile, poiché presentano un apparato sotterraneo molto esteso e una capacità propagativa dei rizomi, elevatissima. Negli orti con muretti di bordura il potente apparato radicale si sviluppa lungo la parete, anche ad una profondità di 60-70 cm.

Equisetum Arvense. Questa infestante è in continua
espansione nei nostri orti, causa la riduzione delle rese
produttive e una notevole difficoltà alla raccolta.
In questa zona, essendo la vangatura resa difficile dalla vicinanza del muretto, non si creano rotture e divisioni delle radici, pertanto lo sviluppo procede tranquillamente a ritmi costanti. Anche nelle zone di passaggio, poco interessate alle lavorazioni, lo sviluppo dell’equiseto procede indisturbato. È evidente dunque che la prima condizione alla base dell’espanzione di questa infestante è la scarsa o nulla lavorazione.

Anticamente la presenza della pianta era segnalata soltanto nelle aree incolte, mentre attualmente la possiamo trovare in quasi tutte le colture erbacee e arboree. L’invasione di Equiseto, ad esmpio, nelle fragole può portare alla distruzione totale della coltura, mentre se alcune varietà di patate possono anche non riportare danni produttivi evidenti, altre possono avere perdite anche del 50%: tutto ciò dipende dalle contrapposte dinamiche di sviluppo della coltura e dell’infestante.

NOCIVITÀ
Nei prati e nei pascoli l’Equiseto arvense è molto pericoloso perchè contiene una sostanza che causa alterazioni del sistema nervoso degli animali; è raro tuttavia che si abbiano esiti letali. Anche l’Equiseto palustre è pericoloso per il bestiame, sono infatti sufficienti 2 grammi di fusti secchi nella razione giornaliera delle vacche per provocare un forte calo nella produzione di latte.

Le produzioni di montagna hanno importanza non solo a livello famigliare ma anche come reddito integrativo alle aziende.

Per la poca appetibilità viene però evitato dagli animali al pascolo. Bisogna tener presente che il fieno che contiene equiseto non perde con il tempo, neppure dopo anni, la sua nocività. Nei cavalli, in particolare, i primi sintomi di intossicazione si manifestano dopo 2-4 settimane.

In seguito alle operazioni di bonifica susseguenti agli eventi alluvionali del 2000 si è registrato un notevole incremento della presenza di Equiseto nelle risemine. Grazie però alla razionale gestione delle foraggiere, vi è stato un importante regresso.


LOTTA MECCANICA
La raccolta meticolosa delle radici e delle parti di radice al momento della preparazione degli orti è l’azione più importante da mettere in atto per la lotta all’equiseto; è importante concentrare l’azione nelle aree vicino ai muri.

La vangatura profonda in autunno è molto efficace; lasciare gli apparati radicali esposti al gelo invernale per mesi, permette di attuare una drastica riduzione degli organi riproduttivi. Anche nei periodi caldi è utile lasciare le radici e i rizomi in superficie, esposti ai raggi solari, in modo che asciughino e secchino definitivamente.

Sono preferibili arature (o vangature) profonde e ripetute, anche in estate. Attenzione invece alle lavorazioni più superficiali che non sono in grado di indebolire il sistema radicale, ma che potrebbero aggravare l’infestazione.


LOTTA AGRONOMICA
Nella gestione delle colture e per il contenimento delle infestazioni è importante prevedere delle rotazioni che alternino colture a semina fitta, più competitive, a colture sarchiate (mais e patate).

In presenza di una forte competizione l’Equiseto produce un apparato sotterraneo più superficiale, risultando più facilmente aggredibile con mezzi meccanici, come l’aratura e la sarchiatura.


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Nelle operazioni di bonifica degli eventi alluvionali del 2000 si è registrato un notevole incremento della presenza dell’Equiseto nelle risemine; con la razionale gestione delle foraggiere, vi è stato però un’importante regresso

Nella descrizione degli ambienti naturali abbiamo evidenziato come l’equiseto preferisca le zone umide, quindi un’importante operazione da mettere in atto è la regimazione dell’acqua. In pratica limitare gli apporti idrici allo stretto necessario ed effettuare irrigazioni regolari e costanti può ridurre l’invasione entro condizioni accettabili.

Spesso si usa l’acqua per irrigare gli orti giusto perché c’è il turno settimanale. A volte le parcelle sembrano delle risaie, con la conseguenza che si moltiplicano i problemi fitopatologici e di riflesso gli interventi fitosanitari. Ad esempio per molte colture non bisogna bagnare le foglie e i fiori ma, meglio sarebbe irrigare con i solchi o con l’uso delle “porche”. In commercio sono reperibili ottimi irrigatori che funzionano con pochissima acqua, con ridotte pressioni e permettono di irrigare perfettamente parcelle di qualsiasi forma.


LOTTA CHIMICA
La lotta chimica è difficile in quanto la pianta di equiseto ha un apparato fogliare molto limitato e i trattamenti sono assorbiti solo in minima parte dalle minute lamine fogliari.
Le specie del genere Equisetum sono resistenti alla maggior parte degli erbicidi, soprattutto a causa dell’estensione del loro sistema rizomatoso.

Il principio attivo Glyphosate è poco efficace per una traslocazione troppo lenta e per l’epidermide silicizzata dei fusti, che ostacola la penetrazione del principio attivo nella pianta. I pochi diserbanti dotati di una certa efficacia sono risultati alcuni principi attivi sistemici che sono impiegati solo su un ristretto numero di colture.

Sufficientemente efficace risulta essere il principio attivo Glufosinate ammonio che dissecca l’apparato aereo della pianta. Non impedisce il riccaccio, ma almeno limita la disseminazione. Gli erbicidi dovrebbero essere distribuiti preferibilmente dall’estate fino all’autunno, quando la vegetazione è più abbondante e le sostanze di riserva migrano nei rizomi e le temperature sono ottimali. Ricordiamo che le temperature troppo basse riducono l’efficacia di molti diserbanti.

Da alcuni anni nel Nord Europa si tenta una nuova tecnica di lotta nei pascoli. Il passaggio di un aratro ripuntatore taglia la cotica a 40-60 cm di profondità dove in seguito si “inietta” l’erbicida. I risultati sembrano incoraggiare la tecnica, ma sono improponibili nelle nostre condizioni dove i terreni sono poco profondi e dove in genere si fanno scelte più eco-compatibili.

Se si fa uso di queste molecole chimiche bisogna attenersi scrupolosamente alle prescrizioni riportate sui contenitori (dosi, tempo di carenza, colture ammesse, ecc) e non dimenticare mai che si stà trattando le produzioni destinate al consumo della propria famiglia. Il mio parere personale è che non vanno mai usati negli orti.


LOTTA BIOLOGICA
La caratteristica dell’Equiseto di crescere in luoghi preferibilmente umidi rende, la sua eradicazione o il suo contenimento con prodotti chimici alquanto complessi. Molti ricercatori nel mondo stanno cercando di sostituire la lotta chimica con soluzioni innovative. Ad esempio molti programmi di ricerca prevedono l’uso di patogeni fungini specifici, con i quali potrebbe essere contenuta l’infestante senza procurare danno alle colture e all’ambiente.
Finora sono stati individuati almeno dieci patogeni fungini che potrebbero essere utilizzati a tale scopo.


CONCLUSIONE
Sicuramente occorre contenere l’invasione e la moltiplicazione dell’Equiseto.
La migliore soluzione in termini agro-ambientali rimane comunque la raccolta manuale. Occorre valutare con largo anticipo se la presenza di qualche pianta potrebbe penalizzare la produzione. I nostri orti, benché siano di piccole dimensioni, ci danno prodotti salubri, di alto valore ambientale, e non in ultimo, ci permettono di risparmiare.
 
Re: Datemi una mano....

Stai ancora lottanto contro il tuo "incubo" eh? ma se è così carino....sempre un abete natalizio in miniatura [17]
scherzi a parte, dalle mie reminiscenze di agronomia mi ricordo che è una brutta bestia da debellare...purtroppo i principi attivi sono quasi tutti di scarsa utilità essendo l'apparato radicale di questa infestante abbastanza profondo (anche 70-80 cm). L'unica lotta agronomica che potrebbe darti risultati soddisfacenti è quella meccanica, ovvera una vangatura (o aratura) profonda in modo da rompere l'apparato radicale. Attenzione però Rudy per profonda intendo proprio almeno 50-60 cm altrimenti rischi di peggiorare solo la situazione.
 
Re: Datemi una mano....

ciao, secondo me potresti provare con un normale dissecante a base di glifosate scegli te la marca ci sono minimo 5 prodotti di case diverse con lo stesso principio attivo però devi fare attenzione a colpire solo la pianta che devi eliminare , altrimenti c'è un prodotto che è davvero forte si chiama tordon 101 fa morire anche russe e cannello però dove lo dai può succedere che non cresca più niente anche per 2 anni io ti consiglio di provare con il primo dovrebbe essere sufficente di solito va fatto in concentrazioni del 2% puoi farlo anche più alto , entrambi questi prodotti li puoi trovare in consorzi agrari o negozi per l'agricoltura , spero di esserti stato di aiuto
 
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