È ormai quasi l’una di pomeriggio e la mattinata non è andata molto bene, sia per me che per gli altri miei compagni di caccia; il posto è bellissimo ma delle frotte di colombacci avvistate dai miei amici la domenica precedente non c’è traccia. Tuttavia ho avuto durante la mattinata la possibilità di abbattere 2-3 colombacci, qualche tordo ed 1 lepre davvero grande, ma sia per colpa delle cartucce che per colpa mia non ho incarnierato nulla fino a questo momento. Come se non bastasse il cielo comincia ad addensarsi di nuvole che minacciano pioggia imminente. Abbiamo pranzato da poco con qualche panino ed abbiamo cercato di ravvivare una giornata di caccia non brillantissima con qualche battuta e qualche scherzo tra amici. I miei amici hanno saggiamente deciso di riposarsi un po’ in macchina prima di riprendere la battuta nel pomeriggio, vista anche la scarsità di selvaggina presente: io tento di recuperare un po’ di stanchezza appoggiandomi sul sedile dell’auto ma non riesco a star fermo. Avvisto un gruppetto di colombacci che continua a volare nei pressi di un boschetto di frassini situato sul costone di montagna di fronte a me, e decido cosi di riprendere fucile e cartucce per dirigermi nella speranza di poter sparare qualche colombacci di risalita. Ripercorro il viottolo in salita a passo svelto in compagnia dei miei due cocker e dopo qualche minuto mi trovo su un terrapieno ad una 30ina di metri dal boschetto, ma i colombacci è come se fossero scomparsi, non se ne vedono più, la risalita è durata solo pochi minuti e sulla valle regna il silenzio. Mentre sono in attesa mi accorgo di aver perso di vista uno dei miei due cocker,il maschio, ma la cosa non mi allarma in quanto non è la prima volta che si allontana per poi tornare immediatamente. Scruto il cielo alla mia sinistra cercando invano di avvistare qualche colombaccio quando….. vedo arrivare da dietro le mie spalle la sagoma di un selvatico a me non familiare. Imbraccio istintivamente il fucile e solo nel momento in cui sto per tirare il grilletto mi balena in mente l’idea che si potrebbe trattare di lei, la Regina, la Beccaccia: è la prima volta che ho l’onore di incontrarla non essendo io beccacciaio di professione, si manifesta maestosa ai miei occhi spiegando le sue ali e sfoggiando il suo caratteristico piumaggio marrone chiaro, quasi consapevole dell’emozione che tutti i veri cacciatori nutrono al suo cospetto quasi fosse una leggenda. Ormai la vedo solo di spalle, come quando si spara una quaglia per intenderci, e tiro il grilletto: l’ho colpita ed ancora non credo ai miei occhi, un’emozione fortissima mai provata fino a quel momento a caccia mi assale. Segno con gli occhi il punto in cui l’ho vista cadere e lancio al recupero i miei cani: la scorgo ancora viva, dentro un cespuglio fitto di rovi, invio i cocker proprio in quel punto e vedo il maschio tirarla fuori e riportarmela trionfante: non la vuole lasciare, come se la sentisse anche sua (anche perché ripensandoci è stato forse proprio lui a scovarla quando lo avevo perso di vista). La prendo in mano e la osservo: sono consapevole di aver catturato non una preda ma La preda; e so anche che non mi ricapiterà molte volte nella vita. Grido verso mio padre, appostato qualche decina di metri più in là:” l’ho presa papà, è lei…una beccaccia”, la frase stessa mie esce con difficoltà dalla bocca quasi non credessi a quello che dico. Mi avvio verso di lui e gliela mostro, soddisfatto ed emozionato e ricevo i suoi complimenti e le sue congratulazioni: è felice forse più lui di me! Solo adesso comincio a realizzare che sia tutto vero e che finalmente sia toccato anche a me. Scacco alla regina!
PS: ci tenevo a condividere questo bellissimo momento con voi amici cacciatori