Io posso dirti che da tordaiolo mi sono ricreduto sullo sparare la beccaccia al rientro. Vi racconto questa: senza vergogna vi dico che ad un rientro a tordi in solitario ho provato a fare questa posta della beccaccia stando appostato ai margini di un bosco. Fatte le 17 circa, mi misi ad aspettare in un punto sperando che passasse da lì (era un posto che non conoscevo per cui non avevo idea di dove uscisse), fatto sta che vicino a me si misero a svolazzare dei pipistrelli, io per allontanarli sparai qualche colpo all'aria. Dopo un po' sentii una macchina arrivare a tutta velocità fermandosi proprio da me. Era un cacciatore nei paraggi che al sentire i miei colpi chiese subito: "Hai sparato la beccaccia?". Io accennai il discorso dei pipistrelli. Si erano fatte circa le 17:15 - 20 che aspettavo inutilmente. Scese lo springer dalla macchina e si posizionò accanto a me senza neanche distanziarsi di un metro :!: dopo 5 minuti da lontano intravidi un uccello...manco il tempo ho avuto di dire "che è?" che si avvicinò a tal punto da essere abbastanza riconoscibile da essere riempito di piombo da entrambi. Morale della favola: il cane si prese la beccaccia, la diede al padrone che mi salutò beffardo quasi a prendermi per il culo come per dire "ti ho fatto fesso, io sono arrivato da poco e te l'ho fatta sotto il naso lo stesso" e se ne andò di filata.
Da questo incontro ho capito alcune cose:
1) Come poteva essere la macchina di un cacciatore poteva essere stata anche la macchina di carabinieri e forestali che a buon rendere mi avrebbe fatto il culo in 4
2) La stessa educazione del cacciatore a mettersi accanto a me senza neanche che ci conoscessimo e a "fregare la preda" fra l'altro fa capire che tipo può essere il cacciatore postaiolo e per giunta magari tordaiolo come lo sono io :!: , lo stesso tipo di cacciatore magari che lascia cartucce a terra, frega il posto altrui, all'apertura mette il "segnaposto", litiga per la preda e per il posto, caccia contro le regole e così via...
3) Alla fine dei conti, tutta l'emozione di sparare la beccaccia alla posta non l'ho provata, anzi era più la paura di beccare carabinieri o forestale, il che mi faceva sentire quasi un bracconiere, sensazione che non mi è piaciuta affatto
4) Alla fine dei conti ho capito anche che pure ammesso che avessi litigato per la beccaccia tra me e me dissi: "Ma chi me lo fa fare a litigare per una beccaccia che manco si poteva sparare? Ma che soddisfazione avrei avuto? Con gli altri di cosa mi sarei dovuto vantare, soprattutto con gli amici beccacciai, di aver sparato una beccaccia alla posta con l'unica variante di avere avuto culo ad aver beccato il posto giusto di transito?"
Per farvi comprendere il mio discorso riporto inoltre uno dei capitoli del libro di Francesco Materasso in mio possesso, "Quanto è dato sapere sulla beccaccia e dintorni" (libro che per chi è amante della beccaccia vi invito a leggere), intitolato "Posta mattutina e serale"
In gergo venatorio, la posta non è altro che un mettersi in agguato per spiare o sorprendere un animale.
L'abitudine della beccaccia di spostarsi cronometricamente per portarsi nei luoghi di pastura al crepuscolo e nel bosco all'alba, lungo percorsi quasi fissi, è notoriamente manifesta e ha creato, in tempi remoti, una forma di caccia praticata in particolare da chi non possedeva un ausiliare da ferma allo scopo, considerandola addirittura come un'attesa altamente sportiva e decantandola come se fosse il più accattivante appuntamento. [...]
[...] l'appostamento alla beccaccia è stato e rimane un modo semplice, banale, inaccettabile, da sempre non condiviso da quanti ne concepivano l'incontro con l'aiuto del cane [...]
Chi, come me, ha avuto modo di cacciare il scolopacide con entrambi i metodi, saprà che le emozioni provate adoperando l'ausiliare sono ben diverse, quasi una tracimazione di intensi meravigliosi ed esaltanti sentimenti anziché di quelli provati con quel solo colpo, sparato di rapina in modo ignobile, con una volgare scarica di piombo, nel breve spazio di pochi minuti
[...] Nonostante il divieto, in Italia, tale metodo (della posta alla beccaccia) persiste. Una piaga orribile, indicibilmente distruttiva, spregevole, non più tollerabile, che nessuno, dico nessuno, assumendone tutta la responsabilità, vuole troncare con la massima determinazione; anzi persone preposte a farla osservare spesso sono viste, quantomeno per sentito dire, a dare questo pessimo esempio e nessuno li denuncia, quando invece avrebbero ben altro dovere e ben altri esempi da dare. Peccato che a me non sia mai capitato di pizzicarli sul fatto; non essendo un omertoso sono certo che mi comporterei di conseguenza senza nulla temere, consapevole che le parole insegnano ma che gli esempi trascinano, poiché hanno la forza di essere imitati più di quanto lo siano quelli buoni. Scimmiottare in contesti sociali di omertà o scarsa collaborazione con gli organi di vigilanza venatoria lascia il tempo che trova e non cambia nulla
Un atto di viltà, un'azione ignobile, un vile agguato, un atto deprecabile e riprovevole, un comportamento criminogeno che caccia non è: solo carne senza gaudio, fatta da delinquenti, da banditi e da macellai. Chi la fa è un essere tanto spregevole quanto poco degno di essere chiamato cacciatore quanto bracconiere. E' un debole, perché sa di essere incapace nell'affrontarla come da manuale, ed è pure un pavido, un codardo, poiché ha pure la sfrontatezza di autodefinirsi addolorato e appassionato beccaccista, in barba anche al proprio eventuale cane e al cacciatore perbene [...]
A costui, o a costoro vale la pena di ricordare la massima di Ernest Hemingway: "E' morale ciò dopo di cui vi sentirete bene e immorale ciò dopo di cui vi sentirete male"
[...] A chi come me ama insidiarla con la cerca, cioè con l'ausilio del cane, la cosa mette rabbia in corpo tanto da far torcere le viscere. Va cacciata col cane o al massimo al salto; solo chi le usa rispetto merita ed è degno di incarnierarla.
Isolare, denunciare e porre all'indice tali delinquenti, anche se amici o conoscenti, che deliberatamente, cioè a bella posta, si vantano all'indomani e per tutti i giorni a seguire, di andare a fare la posta [...]
Non vanno perdonati neppure i tanti "passisti" che tra un tordo e l'altro non rifiutano di sparare alle beccacce al passo mattutino e/o serale
Per ultimo: vi pare giusto questo bel servito a chi alleva un cane, lo addestra facendo chilometri per monti e per valli, rispetto a un altro esteriormente simile al cacciatore che va al passo, le spara e la mette nella cacciatora senza faticare? Fino a quando questo selvatico, che è il più selvatico dei selvatici, potrà reggere tale doppio prelievo? Siccome la pratica all'aspetto cresce a vista d'occhio e d'opinione urge il raggiungimento di quanto detto e di quello a seguire. Per fortuna la beccaccia pare che per intanto abbia già sposato il detto: "Chi fa da sé fa per tre", nel senso che una volta, uscendo dal bosco che l'ha ospitata per tutto il giorno, passava sempre dal medesimo posto che ripercorreva al mattino rientrando dal pascolo. Adesso sembra farlo di meno: non pochi di questa sottospecie di cacciatori si lamentano di questo fatto. Meno male.
Per quanto possiate condividere o meno queste affermazioni e possiate credermi adesso questo capitolo, oltre all'episodio dapprima raccontato e alle parole di qualche cacciatore che conosco, mi ha segnato. Mi ha fatto riflettere, da tordaiolo quale sono e che ha provato tale esperienza. Mi ha fatto riflettere come alla fine questa posta soddisfazioni non ne dà a chi non ha il cane e la cerca nel bosco come dice la legge e l'etica, anzi lascia come un senso di vuoto, di vergogna, proprio quel senso di male della massima di Hemingway che si prova dopo aver fatto qualcosa di "immorale". Almeno a me ha dato questo senso, alla fine molti la sparano per la ciccia o per il semplice gusto di dire "Io ho preso la beccaccia". Alla fine non mi sono dispiaciuto più di tanto, tornando a quell'episodio, di non aver portato la beccaccia a casa insieme a quei pochi tordi che presi quel pomeriggio. Lascio ad altri il "piacere", io vi posso dire che la beccaccia la caccerò per bene quando avrò il cane nel bosco o se qualche amico beccacciaio mi inviterà ad una battuta di caccia alla becca. L'esperienza della posta, ripeto, non mi ha entusiasmato e mi ha fatto riflettere come dicevo su alcune cose. E ha avuto ragione chi del forum (uno in particolare che mi criticò a suo tempo facendo bene quando accennai la mia opinione sulla posta alla beccaccia e leggendo capirà di chi parlo) mi ha criticato. Mi sa tanto che dovrò in un certo senso ringraziare il postaiolo di quel pomeriggio (questo anzi un po' meno) sia soprattutto il signor Materasso quando avrò l'occasione di rincontrarlo, credo proprio di avere aperto gli occhi in merito e di aver capito che la caccia è soprattutto rispetto del prossimo e del selvatico e fatica oltre ad una certa tecnica ed esperienza. Cosa che il postaiolo, a parte sapere le zone di transito della becca ed avere una buona mira, non credo che abbia rispetto ad un beccacciaio che fa di questo selvatico la sua passione e fa i conseguenti sacrifici in merito per poi fare tanta fatica per nulla perché certe persone devono comportarsi contro l'etica e la legge. Io la mia decisione in merito l'ho presa e la mia opinione sulla posta l'ho rivista (non che fossi prima favorevole alla posta, quanto neutrale, forse tendenzialmente favorevole, ossia se capitava che mi passasse la beccaccia la sparavo senza troppi problemi...), spero che anche altri si ricredano in merito e provino le sensazioni che ho avuto io e che capiscano il male che la posta fa alla beccaccia e all'immagine del cacciatore stesso. Per cui NO ALLA POSTA E A CHI LA PRATICA.
A buon intenditor poche parole e chi mi ama mi segua :mrgreen: :wink: