Canapa (Cannabis Sativa L.)
Famiglia: Cannabinaceae
Nome comune: Canapa
MORFOLOGIA
La Canapa è una specie annuale, con radice fittonante e fusto eretto, più o meno ramificato, robusto, dapprima pieno poi cavo, alto fino a 4 metri. Le foglie sono prevalentemente opposte, picciolate, palmate, con 3-9 segmenti lanceolati, acuminati, seghettati, pubescenti. Generalmente è una specie dioica, presentando le infiorescenze maschili e femminili su piante diverse. I fiori maschili sono riuniti a formare delle infiorescenze, dette pannocchie, poste in posizione ascellare, mentre quelli femminili sono appaiati, sempre in posizione ascellare, ma in corrispondenza delle due stipole, piccole, acuminate e caduche.
Il frutto è un achenio, comunemente chiamato seme di canapa o canapuccia. La forma è comunemente ovoidale, ma a volte quasi sferica. Il colore non è uniforme, ma si presenta più o meno macchiettato, grazie ad un reticolo di fasci vascolari situato sotto l'epidermide del pericarpo. Predomina il bruno, talora olivastro o tendente al rossiccio, ma non mancano frutti più chiari, biancastri e verdognoli. Contiene un unico seme, racchiuso in un pericarpo sottile di consistenza cornea, indeiscente, bivalve (peso 1.000 semi pari a 20-22 grammi).
DISTRIBUZIONE e HABITAT
La canapa riesce ad adattarsi ai più svariati ambienti, anche se i migliori risultati produttivi si ottengono in zone umide e con temperature di 20-25°C durante tutto il ciclo e nei terreni argillosi e fertili.
Il miglioramento genetico (fatto in passato anche in Italia) ha portato alla costituzione di varietà ad elevata percentuale di fibra.
La Canapa (Cannabis sativa L.) è una pianta da fibre tessili (da organi vegetativi) originaria delle regioni a nord e a sud dell'Himalaya. La sua utilizzazione risale al neolitico e la Cina è il Paese in cui è coltivata da più lungo tempo. La sua introduzione in Europa risale probabilmente al secondo millennio a.C.. In Italia è segnalata nel I secolo a.C., ma è solo nel Medioevo che trova una certa diffusione, specialmente nella Pianura Padana. Nel ventesimo secolo, dopo aver fatto registrare un progressivo aumento della superficie coltivata fino agli anni '30, la sua superficie è andata progressivamente diminuendo. Oggi è coltivata su pochi ettari. A livello mondiale è coltivata soprattutto in Asia (Cina e India), Europa dell'Est e Russia.
IMPIANTO
In quanto coltura da rinnovo, necessita di aratura profonda e successivi lavori di affinamento del terreno poco prima della semina. La semina, fine aprile-primi maggio, viene fatta a file distanti 15-18 cm, in modo da ottenere, alla raccolta, un investimento di 100-200 piante a metro quadrato, che si raggiunge impiegando circa 60 kg/ha di seme. Dal punto di vista nutritivo, la canapa è molto sensibile alla concimazione azotata: la carenza di tale elemento comporta una notevole riduzione dello sviluppo della pianta.
Per ottenere una buona produzione è necessario apportare 150 kg/ha di azoto, 150 kg/ha di fosforo e 100 kg/ha di potassio. Normalmente l'iirigazione è superflua al Nord. Per quanto riguarda le infestanti, la canapa, una volta conclusasi la fase di emergenza, non presenta problemi perchè ha uno sviluppo molto rapido e manifesta una elevata competitività.
USI e PROPRIETA’
Se la raccolta riguarda esclusivamente la bacchetta viene effettuata in corrispondenza della fioritura femminile (prima metà di agosto); se si vuole ottenere anche la produzione di acheni, viene posticipata alla fine di settembre. Un tempo la raccolta veniva fatta a mano; oggi è meccanizzata, anche per il fatto che la canapa è ormai utilizzata per prodotti diversi da quelli del passato. Per la preparazione di carte speciali , infatti, viene usata la bacchetta verde, che subisce il processo di stigliatura per separare la parte legnosa, o canapulo, dalla fibra. Una buona produzione di bacchetta verde è pari a 120-150 quintali ad ettaro. La fibra ottenuta (12-15 quintali) viene impiegata per la fabbricazione di tessuti, filtri e isolanti termo-acustici. Dalle piante femminili si può utilizzare anche il seme (fino a 15 quintali ad ettaro), utilizzato per l'estrazione di olio impiegato per la produzione di colori e vernici. Il materiale che rimane dalla stigliatura può essere impiegato come lettiera, mentre i panelli di estrazione vengono impiegati nell'alimentazione zootecnica.
MALATTIE
Il vento è un temibile nemico della canapa perché, specialmente se forte, può lesionare la corteccia in seguito a reciproco sfregamento degli steli o, in casi estremi, spezzarli; qualora le piante siano ancora ai primi stadi, possono andar soggette a fenomeni di allettamento.
La pioggia, se violenta, può causare la rottura o l'aduggiamento della pianta ai suoi primi stadi di sviluppo.
Le grandinate, se leggere, possono aprire ferite e predisporre a malattie fungine; se violente, causano spesso lacerature profonde, con conseguente deprezzamento della fibra, o addirittura la rottura degli steli.
Le brinate tardive possono facilmente danneggiare le giovani piantine.
La siccità influisce sulla produzione e sulla qualità del prodotto.
Tra i parassiti ricordiamo una fanerogama parassita, l'orobanche (Orobanche ramosa L.), il più dannoso parassita della canapa, e alcuni funghi, come Peronoplasmopara cannabina (Ott.) Peglion., agente della peronospora, Dendrophoma marconii Cav., agente dell'oidio, e Sclerotinia libertiana Fuck, agente del mal dello sclerozio.
Tra gli insetti dannosi si ricordano i grilli, il maggiolino, l'afide della canapa e l'altica.
COME PASTURA
E’ una tra le piante più ricercate dai granivori tra cui in particolare fringuelli e passeri.