Voi come puntate il bersaglio con occhio chiuso o entrambi aperti ?

Le persone molto anziane hanno tempi molto più lunghi, i problemi più grossi li hanno con i piatti uscenti, soffrono in particolar modo i traversoni in allontanamento e meno con quelli in avvicinamento. Hanno bisogno di canne lunghe e strozzate, il piattello lo inquadrano al distanza limite del tiro utile. All'inizio provano a stoccare di prima canna con entrambi gli occhi aperti, sulla seconda chiudono l'occhio, man mano che passano gli anni tirano sia di prima canna che di seconda con un solo occhio.
 
ancora più semplice. magari ci si può allenare/addestrare e fare meglio...forse. ma finché cascano...:D
appunto, non vedo il motivo di pensare a seguire scrupolosamente i "manuali" che la gente si inventa, quando non si hanno problemi di abbattimento del selvatico... Contano i risultati, non chi la sa più lunga!!!!!
 
Col liscio io tengo ambedue gli occhi apertii. Con i rigati chiudo il sinistro appena prima di premere il grilletto se sparo ad animali a fermo ed ho un ottica convenzionale. Se stanno camminando (se corrono preferisco non tirare), o se uso un punto rosso tipo Aimpont o Sig Sauer Romeo che non ingrandisce tengo ambedue gli occhi aperti. Ribadisco: con i rigati. Conoscevo una ragazza che invece teneva ambedue gli occhi chiusi con i rigatoni. Forse era timida. Io invece preferivo che in tali pratiche mi guardassero negli occhi con espressione amorosa. Ma mi accontentavo anche degli occhi chiusi... Bei ricordi...
 
Il segreto è che l'azione sia istintiva, come meglio ti riesce, senza pensare troppo a come tenere gli occhi.
Ale, ogni azione è pensata, non ricordo chi ha scritto, che non è scusabile chi dice "scusa l'ho fatto istintivamente senza pensare" Ricordo però chi mi disse: "i risultati in qualsiasi specialità di tiro si possono raggiungere anche nel modo sbagliato, ci si impiega più tempo, e non tutti quelli che riescono a raggiungere questi risultati riescono a mantenerli costantemente.
 
Ogni azione di tiro e' pensata finché si e' neofiti, poi ti assicuro che con la pratica (tanta), si spara senza metterci coscienza,
Sicuramente l'apprendimento di una tecnica va pensata, per poterla coordinare ed eseguirla nel modo giusto. Se hai letto quello che ho scritto in questa discussione o nelle altre, ho detto che la quasi perfezione dei movimento si raggiunge tramite le ripetizioni e un costante allenamento. Ho detto quasi perché la perfezione non fa parte di questo mondo. Intanto spiegami cos'è la coscienza e dopo se vuoi ti dico cosa si intende per "senso del muscolo". Che in qualsiasi specialità di tiro deve essere studiato attentamente. Il tiro è filosofia, chi dice che quando spara non pensa, in quel momento sta pensando a non pensare. Centro, lascia stare la "coscienza", come sinonimo mettici "discernimento" rimaniamo con i piedi per terra. Se ricordo bene abbiamo già parlato di cacciatori che hanno raggiunto il risultato imbracciando il fucile in modo molto ma molto personale. Sfido chiunque a non pensare (quando vede queste persone imbracciare e buttare giù la selvaggina) "come caxxo fa a tirare cosi se non sa neanche imbracciare". Mi fermo, perché (giustamente) mi hanno fatto notare che confondo con il troppo quotare, chi ha intenzione di unirsi alla discussione.
 
Se inizi un'azione dicendo "devo chiudere un'occhio" oppure "Devo tenere per forza gli occhi aperti perchè mi hanno detto che è meglio", oppure dandoti qualsiasi altra imposizione "meccanica", è molto probabile che il risultato sia una padella.
Sicuramente, è sempre un rischio cambiare impostazione, anche perché nel tiro è difficile eliminare "vizi" appresi.
Il fatto che qualcuno spari con un occhio aperto e qualcun altro con entrambi gli occhi, è solo dato dall'istinto del loro cervello. Essendo che ognuno ha un cervello diverso, gli istinti sono diversi.
Potrebbe essere un fatto naturale tirare con entrambi gli occhi o potrebbe essere stato appreso tramite l'addestramento e l'allenamento.
L'importante è farlo come ti riesce più naturale, senza importi nulla, altrimenti penserai più a come tenere gli occhi che al selvatico.
Con l'allenamento e con le ripetizioni si riesce a raggiungere la quasi perfezione. Adesso bisognerebbe capire se è conveniente per un cacciatore che tira bene con un solo occhio rimettere tutto in discussione aprendo anche l'altro occhio. Con un occhio o con due occhi, l'ultima cosa a cui pensare è il selvatico.
 
evidentemente non ho reso bene l'idea... Non intendo di entrare quasi in uno stato di "trance" come stai descrivendo, assolutamente, ma l'istinto, quello secondo me gioca un ruolo fondamentale nella valutazione della traettoria, nella mira e nello sparo... Capisci che è materialmente IMPOSSIBILE che un vagantista che spara a certe saette in 3/10 di secondo... c'è qualcosa di più del pensiero razionale... altrimenti non sarebbe normale
 
questa è esattamente la descrizione di ciò che io intendevo "istinto" nei commenti/post precedenti...
 
appunto, non vedo il motivo di pensare a seguire scrupolosamente i "manuali" che la gente si inventa, quando non si hanno problemi di abbattimento del selvatico... Contano i risultati, non chi la sa più lunga!!!!!
Il manuale da lo spunto per approfondire, non può prevedere tutte le problematiche di tutti quelli che lo leggono.
Riguardo al post che hai messo, dubito che un vecchietto si metta a fare questi ragionamenti e calcoli illustri nel momento in cui comincia a padellare. E proprio a quel punto il suo cervello farà esattamente quello che tu hai scritto, ma sarà una cosa istintiva.
I "vecchietti" hanno esperienza da vendere, non hanno bisogno dell'istinto per capire quando e quanto è conveniente chiudere l'occhio. Molto dipende dall'esperienza. Spesso si confonde l'istinto con i riflessi.
Non a caso il tiro a volo è a volte appellato come "tiro istintivo"...
Forse, la fossa è il più istintivo delle specialità del tiro a volo, anche se si conosce la velocità del piattello, non si conosce la direzione che il piattello prenderà all'uscita. Però anche in questa specialità solo con l'istinto si fa ben poco, secondo me ci vuole tecnica ed esperienza. Per lo Skeet e il percorso, il tiro è dinamico, per lo skeet si potrebbe dire anche meccanico. Non trovo nulla di istintivo in un tiro dove si conosce l'uscita, la velocità e la direzione del piattello.
 
Te stai combinato come me. Io per una doppia frattura omero e clavicola dell'arto sinistro ho una elongazione inferiore di 4 cm rispetto al braccio destro. La difficoltà maggiore la riscontro nel "tiro del re" che però anticipo prima che sia proprio sulla verticale e in tal modo mi difendo bene.
 
In molti casi dopo una certa eta(dopo i 50 anni) per continuare a fare i risultati bisogna adottare delle strategie che prevedono all'occorrenza l'utilizzo di uno o due occhi. Ho gia spiegato in un precedente intervento quando sparare con uno e con entrambe gli occhi, ed ora mi limito a spiegare solo i motivi che ci obbligano a questa scelta.
Tutto dipende dal sistema visivo, il quale invecchiando compromette il corretto funzionamento dell'occhio dominante, a tal punto che in certe particolari situazioni perde la spiccata dominanza.In pratica si verifica che l'occhio sottodominante che normalmente si limita alla sola percezione del bersaglio, si ritrova anche esso assieme al dominante a focalizzare il bersaglio.Purtroppo se il bersaglio viene valutato contemporaneamente da entrambe gli occhi, il tiro diventa casuale ed ovviamente le padelle si susseguono.
E' intuibile percio che in certe situazioni per evitare tale interferenza, bisogna chiudere l'occhio contrario alla linea di mira, ma bisogna farlo solo poco prima di premere il grilletto, e cioe' quando il nasello trova lo zigomo.Farlo prima comporta l'impossibilità di accompagnare il bersaglio e non solo.....
Ecco spiegato perche avevo detto che bisogna imparare a sparare sia con uno che con due occhi a seconda delle necessità.
I giovani per fortuna non hanno questi problemi, ma prima o poi ce li avranno..
 
Non capisco se questo intervento sia maliziosamente provocatorio (riguardo all'appellativo, sia chiaro, in chiave affettuosa, che ho voluto dare alle "persone su d'età"), e alla definizione di "tiro istintivo" che penso non condividi... oppure altro. E quello che me lo fa denotare è che hai 1647 messaggi alle spalle e sei un membro registrato dal 2012... Non veniamo qua a fare i professori, per favore. Grazie.
 
Forse piu' che istinto e' un'azione che da noi si chiama "muscle memory," cioe' la memoria dei muscoli. Dopo tanta pratica (fatta bene) il corpo prende il sopravvento. Occhi, braccia, dito indice, torso vanno in azione autonoma, indipendente dalla mente conscia, e il colpo parte e va a segno. Spesso, al piattello (trap americano, un solo colpo) e a beccaccini, neanche mi rendevo conto di aver sparato. Il coccio si spaccava e l'uccello si accartocciava. Anticipo? Boh! Mi ricordo in particolare un beccaccino schizzato dall'erba a 40 metri da me. Mi ricordo la sua maledetta traettoria: un lampo che andava da destra a sinistra descrivendo un arco inclinato verso terra per mettere un cespuglio fra lui e me. E poi improvvisamente si accartoccio' e venne giu'. Era esattamente il tiro piu' difficile al TAV di Kodiak. specialmente se stavi alla postazione di sinistra. Il piattello partiva basso, verso sinistra, e tu avevi si' e no due secondi per colpirlo prima che sparisse dietro un grosso abete. Quel piattello era stato la mia nemesi. Quante volte l'avevo padellato! Poi piano piano cominciai a romperlo, sempre piu' costantemente. E soltanto se smettevo di pensare ma lasciavo l mio corpo fare tutto. E alla fine quel tiro veloce da destra a sinistra e discendente divenne possibilissimo. Ed il beccaccino aveva fatto la stessa cosa, e la mia muscle memory aveva preso il sopravvento. L'istinto e' una cosa innata. La muscle memory e' una cosa imparata. Ma se la mente si impiccia di cio' da cui dovrebbe esimersi, allora si padella. Per la cronaca, io sparo con ambedue gli occhi aperti a meno che non spari a fermo.
A proposito, questo tiro "automatico," fatto dal corpo e non dalla mente, mi capita spesso anche a caccia ai cervi, col rigato e l'ottica. La maggioranza dei cervi abbattuti li ho visti crollare prima che mi rendessi conto di aver premuto il grilletto. Neanche sento lo sparo o avverto il rinculo, che con un .338 Winchester Magnum e' abbastanza forte. Ma la palla ha colpito esattamente o quasi ogni volta nel punto voluto.
 
ascolta hai fatto troppe quote e non riesco a capire più niente ahahah
comunque, hai la tua gran fetta di ragione, sicuramente. ;)
 
Non è che non condivido la definizione è che vorrei comprendere perché credo che solo il tiro di stoccata sia istintivo.Su un forum esiste il contraddittorio proprio per approfondire le conoscenze.
Saluti
 
Sicuramente l'apprendimento di una tecnica va pensata, per poterla coordinare ed eseguirla nel modo giusto. Se hai letto quello che ho scritto in questa discussione o nelle altre, ho detto che la quasi perfezione dei movimento si raggiunge tramite le ripetizioni e un costante allenamento. Ho detto quasi perché la perfezione non fa parte di questo mondo. Intanto spiegami cos'è la coscienza e dopo se vuoi ti dico cosa si intende per "senso del muscolo". Che in qualsiasi specialità di tiro deve essere studiato attentamente. Il tiro è filosofia, chi dice che quando spara non pensa, in quel momento sta pensando a non pensare. Centro, lascia stare la "coscienza", come sinonimo mettici "discernimento" rimaniamo con i piedi per terra. Se ricordo bene abbiamo già parlato di cacciatori che hanno raggiunto il risultato imbracciando il fucile in modo molto ma molto personale. Sfido chiunque a non pensare (quando vede queste persone imbracciare e buttare giù la selvaggina) "come caxxo fa a tirare cosi se non sa neanche imbracciare". Mi fermo, perché (giustamente) mi hanno fatto notare che confondo con il troppo quotare, chi ha intenzione di unirsi alla discussione.
Quando dico che per sparare non bisogna metterci coscienza, intendo dire che la mente deve trovare un particolare "stato di grazia" che sia in grado di lasciar scivolare via i pensieri (di qualsiasi tipo), senza alcun tentavo di controllarli.Ragionare preventivamente sull'azione da fare rappresenta di fatto un pensiero, e va evitato, ma puo essere evitato solo dopo aver sparato moltissimi colpi.
Io sono del parere che senza questo stato mentale, non sia possibile colpire molti bersagli consecutivi, percio chi sostiene che si possono ottenere buoni risultati anche in modi diversi, dimentica che un cosa e' colpire qualche bersaglio, altra cosa e' colpirne tanti consecutivi.
 
Il tiro improvviso o di stoccata lo faccio ad occhi aperti mentre il tiro a fermo, mirato con anticipi più o meno lunghi su animali che vedi arrivare alti e veloci è sempre mirato, forse cè anche chi anticipa i tironi ad occhi aperti o lo crede, io no.
 
Per me con occhio chiuso è padella assicurata..sono sempre stato abituato a sparare ad occhi aperti, fin da piccolo..ogni tanto ci provo per cercare di capire, ma non riesco mai a star dietro all'animale..se è un tiro laterale verso sinistra(premettendo che sono dx) con animale che viene da davanti magari è più semplice,ma verso destra o sopra proprio non me lo spiego come si possa fare..ad occhi aperti mi viene più naturale.

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No. Franky, Mauanto61 direbbe che i comuni mortali mirano con l'occhio chiuso, i più fortunati mirano con entrambi gli occhi aperti, i padellari appartengono a tutti gli schieramenti.
 
Se spari bene con un solo occhio perché non continui? Non è che aprendo l'altro occhio migliori di molto. Se non ci prendi con un solo occhio non ci prenderai anche con entrambi gli occhi. Per me il metodo giusto è il primo colpo a stoccare ad occhi aperti, il secondo ad accompagnare con un solo occhio. A caccia ognuno ha il proprio modo di imbracciare e sparare, chi tira a precedere può farlo anche con un solo occhio visto che il tempo di sparo è più lungo del tiro di stoccata o di quello a sorpassare.
 
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