L'occhio langue nel freddo di questi giorni e in una situazione negativa, che dalle mie parti perdura con ogni condizione del tempo, pare non voglia mutare in un pur minimo cenno positivo . Caccio da sempre i Tordi e quando ti trovi a sparare un paio di soli colpi al mattino e altrettanti la sera lo sconforto porta a "ripiegare" su altre opportunità che, non me ne vogliano alcuni, pur trattandosi di selvatici pregiati, non mi appartengono nello stile del mio modo di cacciare né nella passione di quella fucilata che tanto briga per accaparrarsi il capo né ancora per l'ambiente che mi circonda.
Beati quelli che tra le edere trovano tordi, io solo alcuni colombacci.
La telefonata di un amico febbricitante, forse sollecitata dal delirio stesso della piressia galoppante, sbotta, dopo una serie di preamboli e raccomandazioni, al fine di preservare il posto, nella confidenza postrema di indicarmi...una certa zona...con certe piante... un bergo per colombacci.
"No carissimo, alle sette e mezza proprio non ci arrivo ché uno spollino, anche se di scarsa fattura, lo faccio comunque dalle mie parti". Così perentorio pare più una scortesia nei confronti dell'amico che, sbigottito dalla risposta, anziché offendersi di rimando mi fa: "guarda che se vai tardi perdi un paio di tiri buoni".
Rammaricato per quell'aplomb che mi è mancato, rifletto e, esternando reiteratamente gratitudine, rassicuro la persona di mantenere riserbo sull'informazione e di dedicare qualche ora ai palombacci in questione.
Non dilungo oltremodo poiché, anziché tra le notizie, queste righe dovrebbero passare in sezione racconti ... ammesso che qualcuno abbia pazienza di leggere.
Sul posto dell'amico i colombi transitavano alti e solo dopo un'ora di avvistamenti, casualmente, gli occhi s'incrociano su un gruppetto di puntini che bazzicano un ellerone. Quindici minuti di marcia sostenuta mi portano sotto il piantone dal quale "scoppiano" letteralmente, tra le liane d'edera, una trentina di colombacci.
L'attesa dell'ora successiva mi regala tre opportunità di tiro e due uccelli blu in catana.
Nel pomeriggio di ieri tento un rientro in un vecchio posto tra i lecci; solo dopo le 16,40 riesco a fare poche fucilate sui bottacci.
Stamane ancora freddo, uno spollo poco significativo e un paio d'ore per tentare qualche tiro di "trapassina" all'ellerone di ieri.
Un bottaccio e quattro colombacci, adagiati sul tappeto, par s'apprestino a compiere il triplice fischio su questo mio fine settimana venatorio che, più che deliziarmi mi sorprende.
In ogni caso, attraverso un pensiero di Marziale, al meraviglioso Tordo bottaccio dedico questa chiusura di nota: "Inter aves turdus, si quis, me judice, certet" (Tra gli uccelli il migliore è da ritenersi il Tordo se qualcuno chiederà il mio parere).