Calvagese, animalisti sgabbiano visoni. ''Li ho visti, e' stata un'azione terroristica''
12*Dicembre*2013**
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Il telefono che non smette di squillare, le segnalazioni che si ripetono. Visoni ovunque: per le strade, nelle cascine, nascosti negli allevamenti di pollame che stanno tutto intorno. È la conseguenza diretta del blitz animalista di domenica notte, nell'allevamento di visoni da pelliccia di Giuseppe Cerri, in territorio di Calvagese. «Ce ne siamo accorti che erano da poco passate le due - racconta proprio Cerri - ci siamo insospettiti dal continuo abbaiare dei cani. Abbiamo visto delle luci vicini ai capanni degli animali: con le torce legate in testa, stavano facendo uscire tutti i visoni. Quando siamo arrivati noi sono scappati nella notte, lasciando dietro di sé un vero sfacelo». Una quindicina, massimo venti persone, «ma organizzati come un commando».
HANNO TAGLIATO una rete laterale, hanno superato il doppio recinto, anche quello con i cani da guardia, 12 pastori maremmani dal pelo bianco. Hanno poi forzato i portoncini delle gabbie, liberando quasi 1500 animali. «Abbiamo cercato di tamponare - spiega Cerri - abbiamo subito tappato il buco, abbiamo fatto rientrare gli animali nelle gabbie. Ma ormai il danno era fatto, i visoni avevano già cominciato a litigare fra loro, fino ad ammazzarsi. Nei campi poi ne sono scappati 200, tra canali e stradine. Non vi dico quello che abbiamo trovato la mattina, non appena è sorto il sole. Almeno un centinaio di animali morti, molti di loro in modo terribile, schiacciati dalle automobili».
Si lavora intanto, per rimuovere le carcasse e per recuperare quelli che sono ancora in giro. Tante le segnalazioni, fino a Bedizzole e oltre, nel pomeriggio ne arriva ancora una, in diretta, da una cascina: un visone nascosto dietro una casetta per gli attrezzi, che ha pure morso un cane sul muso. «Purtroppo sono animali violenti, quasi cacciatori - continua Cerri - e fuori dalle gabbie hanno dato sfogo a tutta la loro aggressività».
In contatto diretto con i tecnici dell'Asl di Brescia, ogni volta che viene recuperato un animale, ogni volta che ne muore uno. «E muoiono anche in gabbia, anche quelli che sono rimasti. O perché spaventati, o perché non mangiano più. E quelli che non riusciremo a recuperare faranno la stessa fine, non sono abituati a sopravvivere allo stato brado».
Tanta amarezza, e rabbia: «Non lo nego - si sfoga Cerri - è stata un'azione terroristica. Fatta da chi racconta di voler difendere gli animali, e che invece ha fatto una strage»
Robe da matti....