Sopa Coada (preziosa ricetta trevigiana)

dimenticavo la foto.....

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giambi

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Domani sera sono invitato dagli amici cacciatori e mangeremo la Sopa Coada; un termine di difficile interpretazione, ma questa sera voglio spiegarvi cos'è e come si cucina. Buon appetito!

SOPA COADA (Piatto tipico trevigiano)
Breve storia: Uno dei piatti trevigiani più famosi e forse il più prestigioso è “la sopa coada”, un ghiotto pasticcio di piccioni, da servire quale piatto unico in occasioni solenni. Ora la “sopa” viene chiamata “coada” che sta per “covata”, proprio per una sua lunga cottura nei forni delle vecchie cucine economiche, cottura che raggiungeva il tempo di quattro e persino cinque ore.
Ora però all’origine della “sopa coada” trevigiana c’è un mistero non ancora svelato: di tale zuppa non si trova notizia nelle liste delle vivande delle osterie, delle trattorie e dei ristoranti di Treviso e di ogni altra città del Veneto, se non a partire dai giorni dell’avvenuta unità d’Italia, mentre di zuppe “coade” o “quate” o “coatte” si ha cenno nella tradizione gastronomica sarda, e specialmente nella parte nord orientale dell’isola, in un territorio corrispondente ad un di presso alla Gallura. Sicché tale zuppa viene chiamata anche “zuppa gallurese”, e si compone di brodo ristretto di carni miste, di pane e di formaggio in abbondanza, e “quata” o altre denominazioni analoghe non alludono a nessun covare, quanto piuttosto a “nascondere”, come di zuppa apparente, che sotto gli strati di pane accoglie alcunché di più sostanzioso e proteico. In loco ho avuto anche notizia di un’altra “zuppa coada”, e qui si addiverrebbe ad una stretta parentela fra il piatto e quello trevigiano, preparata con pane, formaggio, brodo ed anche con polpa di “grive” ovverosia tordi o anche merli, raccolti in una “taccula”, mazzo di otto o dodici uccelli già cotti ed avvolti di ramicelli di mirto, secondo un’abitudine gastronomica citata anche da Catone, nel suo “De agricoltura”, due secoli prima di Cristo
Ingredienti:
- Pane casereccio 12 fette
- Colombacci oppure anche colombi o piccioni 3
- Parmigiano 150 gr
- Burro 100 gr
- Vino bianco 2 bicchieri
- Brodo di carne 1 litro
- Carota 1
- Cipolla 1
- Sedano 1
Preparazione:
Pulire i piccioni e tenete da parte i fegatini. Tagliarli in 4 e metteteli a rosolare in un tegame nel burro con un trito di carote, cipolla e sedano. Rigirarli per qualche minuto quindi bagnarli prima col vino poi con qualche mestolo di brodo. Sale, pepe e cuocere coperto a fuoco lento per circa 30 minuti. A parte cuocere i fegatini tritati che da aggiungere nel tegame a fine cottura insieme al brodo. Rosolare nel burro le fette di pane, disporle in una terrina alternandole a strati con i piccioni disossati, i fegatini e il formaggio grana gratuggiato e un po' di brodo. Passare nel forno a 160° circa per 1h, far raffreddare e riposare, anche un giorno intero e rimettete in forno per un'altra ora. Servire in tavola bagnando i piatti col brodo caldo rimasto.
 
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