Un po' di Marca trevigiana: radìci e fasioi!

Saluti a tutti! Ciao Mario! Sì, lo ammetto il dialetto mi prende la mano. Scusatemi. Volevo comunque fare un gemellaggio tra la cicoria e purè di fave (ottimo) e radicchio con crema di fagioli. La massaia metteva in tavola ciò che l'orto offriva.

@Joe: Grazie per la perfetta traduzione, (bella questa!) alla tinca e pesci gatto ci avevo pensato, pesci di acque "nostrane" ..con l'anguilla (bisat) roba sopraffina.
Parlo di pesci gatto nostrani 20-25cm max, non quelli da kilo che si pescano oggi ....
 
Giusto Mario.....allora Claudio intendeva dire questo :
Trippe,cotechino e cren....pasticcio di radicchio.
La sardine in "saòr"sono troppo vicine a Venezia....ma si può discuterne. (E CI CREDO IO......QUI FACEVAMO LE TINCHE E I PESCIGATTO...speciali!!!! )
Calma ragazzi....una cosa alla volta.....
Ciao,Paolo


E tinche e i pesegati.....ciavetei ti.........mi me furigo na bea pignatina de saor fatto coe serdee.........a tinca...gnanca el gato se a magna......
 
Radìci e fasioi

I fagioli borlotti qualità di Lamon, vanno messi a bagno la sera prima. All’indomani in una bea pignata i fagioli insieme ad una carota, mezza tsegoea,una gamba di sedano, ricoperti sufficientemente di acqua vanno bolliti fino a completa cottura … ‘i à da desfarse! Aiutandose co’ ‘a caza da busi e il passaverdura, (no mixer!) bisogna passare pian pianeo tutto il contenuto della pentola in una terrina aggiungendo l’acqua di cottura fino ad aver una crema. Coprire la crema di fagioli con un dito d’acqua di cottura, raffreddare e mettere in frigo. Il giorno dopo la crema sarà diventata soda …la gh’à da diventar fissa.. te la tira su col cuciaron e te ‘a rescalda dentro un teciet con oio, ‘na testa de ajo, na foia de lorèl, pevere e sal …. quando la ciapa el bo’eo, te gh’à da rimestaea perché ‘a tende a’ tacarse… du minuti ‘a xe pronta ‘a xe come ‘na cico’ada. II’n’ vol ‘na bea terina de radìci, de orto, de’ quei ‘n fià pe’osi, co’ oio e aseo e du’ o tre cuciarate per sovra de crema de’fasioi …. ‘na fetta de poenta brusto’ada sovra i cerchi de’ ‘a stua, un tochel de montasio vecio .…….... vin rosso…. E come che ‘i dise ….“ magnar e morir”.

Piatto della marca trevigiana. Cucina povera, densa di Storia. Ripresentata oggi nei ristoranti come slow food o kilometro zero o salutista…. Per le Nostre Maestre di casa era solo un modo per sopire quella fame di tutti i giorni, con poche cose e come si diceva “..con quel che passa il convento”… “contenteve fioi!”

Dedicata a mia zia Norma.

Claudione.....grande !
Un abbraccio,Paolo.
 
Ottima ricetta, da gustare appieno [badair.gif],sono le ricette migliori, quando poi hai vicino qualcuno che ti da fastidio o meglio ti sta sulle palle, allora con questa ricetta,appena gustata, su di lui scarichi di tutto di piu'.............:D
 
ragassi,eee trippe dove e asseo!!!!!!!!!!!!!!e sontaghe anca 2-3-sardee in saor!!!!!!!!!!!!che boneeeeeeee
 
Mamma mia.....consà col lardo......:p,chi non ci conosce potrebbe pensare che siamo di "bocca buona" , non sanno sicuramente cosa si perdono !!
Ciao,Paolo.
state tranquilli che qui ci sappiamo ben guarnire,avranno dettagli diversi ma son buone anch'esse.......che bello Claudio,questo si che e' l'amor proprio........BRAVISSIMI.......TIPICO ESEMPIO DELLE NOSTRE PIGNATEPIGNATE L LAVORO.jpg
 
FAVE SECCHE COL PANE FRITTO.jpg

LA CENA DI IERI SERA TANTO PER RESTARE IN TEMA.......PUREA DI FAVE SECCHE E PATATE CON IL PANE FRITTO)

Ingredienti: 500 grammi di fave, 1 o 2 patate, 1 foglia di alloro, pane raffermo e olio.

Le fave di buona qualità se si disfano durante la cottura diventano una crema. Nel passato le fave venivano cotte nelle pignate di terracotta e venivano chiamate: "la carne dei poveri" per l'alto contenuto energetico.
Bisogna, mettere le fave a bagno con acqua e sale e farle bollire. Intanto che l’acqua bolle, sbucciare le patate, appena l’acqua bolle cambiarla con altra calda e aggiungere le patate sbucciate e una foglia di alloro fino a rendere il brodo cremoso. A parte friggere i quadratini di pane e servirli con le fave condendo con olio fresco.
Questo piatto si può arricchire servendolo con cicorie lesse, peperoncini fritti, melanzane sott'olio, cipolla ROSSA DOLCE affettata con balsamico......SALUTI DA SUZI.........
 
Non preoccupano gli ingredienti poveri, preoccupa che nessuno più ricordi queste favolose ricette. Semplici, genuine . . . . . . . delle nonne !! Grande Claudio . . . . . come sempre !
 
Mamma mia.....consà col lardo......:p,chi non ci conosce potrebbe pensare che siamo di "bocca buona" , non sanno sicuramente cosa si perdono !!
Ciao,Paolo.


Adesso se ragiona....lardo scottà sull'aseo.......e no montasio ma formaio de malga stagionà sue sarpe!!!!!
 
Giusto Mario.....allora Claudio intendeva dire questo :
Trippe,cotechino e cren....pasticcio di radicchio.
La sardine in "saòr"sono troppo vicine a Venezia....ma si può discuterne. (E CI CREDO IO......QUI FACEVAMO LE TINCHE E I PESCIGATTO...speciali!!!! )
Calma ragazzi....una cosa alla volta.....
Ciao,Paolo
 
Io sono un grande consumatore di fagioli, e quindi anche grande musicista notturno e/o diurno [badair.gif][badair.gif][badair.gif][badair.gif]
Classica la pentola di coccio messa nel forno a legna una volta che si è tolta la brace messi a lessare con sedano,carota ,cipolla,aglio e salvia e alla mattina il contorno, ma è un piatto unico vero e proprio e' pronto...
 
Giusto Mario.....allora Claudio intendeva dire questo :
Trippe,cotechino e cren....pasticcio di radicchio.
La sardine in "saòr"sono troppo vicine a Venezia....ma si può discuterne. (E CI CREDO IO......QUI FACEVAMO LE TINCHE E I PESCIGATTO...speciali!!!! )
Calma ragazzi....una cosa alla volta.....
Ciao,Paolo
grassie siete degli amici.......
 

Bigrillo

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Radìci e fasioi

I fagioli borlotti qualità di Lamon, vanno messi a bagno la sera prima. All’indomani in una bea pignata i fagioli insieme ad una carota, mezza tsegoea,una gamba di sedano, ricoperti sufficientemente di acqua vanno bolliti fino a completa cottura … ‘i à da desfarse! Aiutandose co’ ‘a caza da busi e il passaverdura, (no mixer!) bisogna passare pian pianeo tutto il contenuto della pentola in una terrina aggiungendo l’acqua di cottura fino ad aver una crema. Coprire la crema di fagioli con un dito d’acqua di cottura, raffreddare e mettere in frigo. Il giorno dopo la crema sarà diventata soda …la gh’à da diventar fissa.. te la tira su col cuciaron e te ‘a rescalda dentro un teciet con oio, ‘na testa de ajo, na foia de lorèl, pevere e sal …. quando la ciapa el bo’eo, te gh’à da rimestaea perché ‘a tende a’ tacarse… du minuti ‘a xe pronta ‘a xe come ‘na cico’ada. II’n’ vol ‘na bea terina de radìci, de orto, de’ quei ‘n fià pe’osi, co’ oio e aseo e du’ o tre cuciarate per sovra de crema de’fasioi …. ‘na fetta de poenta brusto’ada sovra i cerchi de’ ‘a stua, un tochel de montasio vecio .…….... vin rosso…. E come che ‘i dise ….“ magnar e morir”.

Piatto della marca trevigiana. Cucina povera, densa di Storia. Ripresentata oggi nei ristoranti come slow food o kilometro zero o salutista…. Per le Nostre Maestre di casa era solo un modo per sopire quella fame di tutti i giorni, con poche cose e come si diceva “..con quel che passa il convento”… “contenteve fioi!”

Dedicata a mia zia Norma.
 
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