perchè nn passano più!!o così sembra!!!

Io credo che sia ancora il meteo il fattore più determinante. Al di la di pioggia e vento, fa troppo caldo per essere a novembre, la brina non esiste più!!!
 
sul fattore abitat concordo..molte zone verdi sono sparite a favore del cemento..in montagna almeno qui son 50anni e + che non taglian la legna...se non piccoli pezzettini a ridosso dei paesi efuori giro dai turdidi in particolare....il guaio è che alcune speci passano e non si fermano..lo dicevo oggi ad un amico..bosco basso pasture in evidenza..uccelli che pernottavano..ora ci son solo maiali...
ciao

N.431 - 2 Giugno 2012

CRISI: COLDIRETTI, RIACCENDE I CAMINI. RECORD LEGNA DA ARDERE (+17%)

Con la crisi e l’aumento insostenibile del prezzo dei combustibili si sono riaccesi i camini e fanno segnare un aumento del 17 per cento le importazioni di legna da ardere nell’inverno 2012, raggiungendo il valore piu’ alto degli ultimi venti anni. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti che evidenzia il cambiamento di abitudini degli italiani con la riduzione del potere di acquisto. Mentre è crollato del 16 per cento il consumo di gasolio da riscaldamento nel 2011 - sottolinea la Coldiretti - sono stati importati in Italia ben 3,3 miliardi di chili di legna da ardere nelle diverse forme, pari a piu’ del triplo rispetto a venti anni fa. Una dimostrazione evidente - precisa la Coldiretti - del crescente interesse verso questa forma di energia che è diventata competitiva dal punto di vista economico oltre ad essere piu’ sostenibile dal punto di vista ambientale.

Una tendenza dovuta - sostiene la Coldiretti - alla riapertura dei camini nelle vecchie case ed alla costruzione di nuovi ma anche ad una forte domanda di tecnologie piu’ innovative nel comparto delle stufe a legna, delle caldaie e pellets dove l’industria italiana soddisfa oltre il 90 per cento delle domanda sul mercato interno mentre destina quasi un terzo della produzione nazionale alle esportazioni.

L’Italia - continua la Coldiretti - è diventato il primo importatore mondiale di legna da ardere nonostante la presenza sul territorio nazionale di 10 milioni e 400 mila ettari di superficie forestale, in aumento del 20 per cento negli ultimi 20 anni. I 12 miliardi di alberi che coprono oltre un terzo della superficie nazionale (35 per cento) costituiscono - precisa la Coldiretti - il polmone verde dell' Italia con circa 200 alberi per ogni italiano. I boschi - precisa la Coldiretti - ricoprono un ruolo centrale come assorbitori e contenitori di anidride carbonica, che è il principale gas ad effetto serra, e sono fondamentali nella mitigazione e nell`adattamento ai cambiamenti climatici in corso ma potrebbero svolgere un ruolo ancora piu’ importante per compensare il fabbisogno energetico del Paese.

Peraltro - sostiene la Coldiretti - con una più corretta gestione delle foreste può essere prelevata, quasi senza alterarne la sostenibilità, una quantità di 23,7 milioni di tonnellate/anno di combustibile che riduce i consumi attuali di petrolio di ulteriori 5,4 milioni di tonnellate. Appare quindi evidente l’importanza di rilanciare la gestione dei boschi che, oltre alle valenze territoriali, sociali e paesaggistiche, potrebbe contribuire in modo decisivo anche al raggiungimento degli obiettivi del Piano d’Azione Nazionale al 2020 (secondo il quale le biomasse, tra le quali spicca il ruolo dei prodotti legnosi, dovranno coprire il 44 per cento dei consumi di fonti rinnovabili e il 58 per cento dei consumi di calore totale), fornendo biomassa ottenuta con metodi sostenibili (sia nella produzione che nel taglio) nell’ambito di una filiera sostenibile anche nelle modalità di trasformazione energetica con caldaie moderne ed efficienti.

Nel discorso più generale dello sviluppo delle fonti rinnovabili, occorre porre attenzione al contributo dell’energia termica, anche con l’obiettivo di rimuovere alcune criticità che sono emerse nel diverso ambito delle fonti di produzione dell’energia elettrica, dalla determinazione degli incentivi, alla localizzazione degli impianti, all’effettiva efficienza energetica degli interventi, al rispetto del paesaggio. Il fattore più rilevante dello sviluppo del termico risieda proprio nel fatto che - conclude la Coldiretti - si tratta di una energia a misura di territorio. Le filiere da sviluppare e premiare, quindi, non possono che essere corte e territoriali.




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Io più che l'ambiente nelle nostre zone, prenderei come ipotesi,anche il cambiamento dell'ambiente nelle LORO zone...quelle da dove teoricamente devono partire...

Nei paesi dell'est,le coltivazioni sono cambiate molto negli ultimi 10 anni...e secondo me tanti animali, tra la grande quantità di cibo che trovano li senza doversi muovere....e il clima che non è più cosi rigido in autunno rispetto ad una volta...spesso e volentieri se ne stanno tranquilli a casa sua.

Fossi in loro lo farei anch'io[lol.gif]
 
Indubbiamente è una concomitanza di circostanze, meteo, habitat, cibo: le ultime 2 probabilmente si sono evolute a favore di una permanenza dei migratori in zone che prima non occupavano, la prima fa il resto.
 
anche 30 anni fa ci sono state stagioni nelle quali le ce non si sono fatte vedere e stagioni abbondanti,mi raccontava un vecchio capanista che non cè piu che le cesene tra le due guerre non avevano passo regolare ed era un uccello dalle apparizioni sporadiche.andavo a trovarlo nel suo capanno da ragazzino nel pomeriggio stava tutto il giorno ,mi faceva fare qualche tiro con il ventiquattro che emozione . x le ce a fine anni 80 x lavoro andavo in germania era la meta di dicembre con 50 cm di neve e meno 10 i sorbi contrastavano con il rosso sul fondo bianco della neve ,una miriade di ce e beccafrusoni gli andavi a 15 metri che non si muovevano che spettacolo. queste fin che i sorbi non son finiti non si muovono,ciao a tutti
 
anche 30 anni fa ci sono state stagioni nelle quali le ce non si sono fatte vedere e stagioni abbondanti,mi raccontava un vecchio capanista che non cè piu che le cesene tra le due guerre non avevano passo regolare ed era un uccello dalle apparizioni sporadiche.andavo a trovarlo nel suo capanno da ragazzino nel pomeriggio stava tutto il giorno ,mi faceva fare qualche tiro con il ventiquattro che emozione . x le ce a fine anni 80 x lavoro andavo in germania era la meta di dicembre con 50 cm di neve e meno 10 i sorbi contrastavano con il rosso sul fondo bianco della neve ,una miriade di ce e beccafrusoni gli andavi a 15 metri che non si muovevano che spettacolo. queste fin che i sorbi non son finiti non si muovono,ciao a tutti


Dunque dalle varie risposte è più una questione di Habitat..dunque il cibo..molto più della meteo!!dato che il freddo è arrivato arriverà nei prox giorni ma di cesene nn si vede l'ombra...la risposta sta nell'habitat più che nel meteo
 
vedete che le memorie storiche coincidono ,mi piacerebbe sapere se qualcuno possiede libri dei vari de leon mi sembra che si scriva cosi ,che trattino il passo delle cesene nel 800 e 900 ciao a tutti
 
per me la risposta è solo una...il clima...se ricominciasse a fare gli inverni di 30 anni fà non avremmo manco aperto stà discussione....ovviamente intendo nei loro luoghi non qui....
 
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