Follow along with the video below to see how to install our site as a web app on your home screen.
Nota: This feature may not be available in some browsers.
Io sul sito del CDS non ho trovato ancora nulla.
Cosa facciamo?
Ci autotassiamo in 700mila con 10 euro a testa..7 milioni di euro e formiamo class action contro ispra e associazioni onlus?
Oppure andiamo in 700mila a mostrare sdegno davanti al Quirinale?
Credo che chi di dovere dovrebbe prendere provvedimenti seri contro questo modo sfacciato di sprecare tempi ed energie e soldi, le onlus sono circa 30.000 e alcune hanno il solo fine di avversare l'attività venatoria, considero molte di queste (in minoranza)non solo inservibili ma deleterie per la democrazia. In Toscana abbiamo rischiato esattamente come voi, ma la sentenza del 17 ottobre 2013 del TAR ha respinto l'istanza e dato ragione al calendario della regione. E' l'ennesima riprova che non la politica (cosa generica)ma i politici se si impegnassero con volontà in maniera doverosa, risolverebbero molti dei nostri problemi. Aggiungo che siamo tutti sulla stessa barca, sono contento per voi e soddisfatto dell'esito, mi è facile pensare che domani avrete ancora più carica.
[h=2]Dall'Olio su Tempi.it: “la caccia è cultura ma viene penalizzata”[/h] giovedì 24 ottobre 2013 | |
La legge Comunitaria del 2010 con la modifica dell'articolo 18 che impedisce la caccia durante la migrazione prenuziale “è stato così sovvertito un compromesso equilibrato che durava da 18 anni” dice Dall'Olio, poi le linee guida dell'Ispra che hanno anticipato la chiusura per alcune specie al 31 dicembre e posticipato l'apertura per altre “applicando un principio di cautela – sottolinea nell'intervista il Presidente Dall'Olio – in mancanza di dati scientifici certi”, “molte volte gli ambientalisti lo usano per impugnare i calendari venatori davanti al Tar”. Ad avere valore, invece, spiega Dall'Olio al quotidiano è la “direttiva Uccelli”, accompagnata da una Guida interpretativa che ha forza e valore di statuto sovranazionale essendo emanazione della Commissione europea. Il problema è che la gente non la conosce. "Tutto il sistema caccia - sottolinea il Presidente Fidc - deve far conoscere di più la materia dal punto di vista di ambiente, biodiversità, specie selvatichee stato di conservazione. Servono dei dati precisi su questi temi. La caccia poi è una pratica che si dovrebbe recuperare, non ostacolare, prestando più attenzione alla biodiversità e alla sostenibilità ambientale. Che è molto diverso dall’ambientalismo di certe associazioni". Dall'Olio parla anche del numero dei cacciatori: “negli anni Ottanta erano 1 milione e 700 mila, oggi sono scesi a 700 mila gli iscritti alle associazioni venatorie, più un’altra percentuale non iscritta. Lo Stato che ha il numero più alto di cacciatori invece è la Francia, con 1 milione e 300 mila persone”. E dei costi, elevati, per i cacciatori “la tassa governativa da pagare ogni anno, per esercitare attività venatoria, costa 173,16 euro. A questa si assommano le concessioni regionali, le iscrizioni a uno o più Atc, fino ad arrivare in alcune regioni anche a circa 500 euro. Il problema non sono tanto le spese, anche negli altri paesi c’è una licenza da versare allo Stato, il problema è che mentre gli altri paesi usano questi importi per l’organizzazione e gestione di ambiente, fauna e biodiversità, da noi non si sa come vengano spesi. Forse dovremmo preoccuparci di questo aspetto”. |