a me piace il ciclismo.......non la politica!!!!!!!!!!!!comunque scusete se mi sono intromesso tra toscani
p:s:firenze è bellissima e il lampredotto è buono:un abbraccio ai toscani!!!!!!!!
Il panino con il lampredotto hai ragione di meglio non c'è!!!
STORIA DEL LAMPREDOTTO
1) Il termine deriva da “lampreda”, un pesce pregiato del quale il lampredotto ne ricorda vagamente la carne profumata. Se la lampreda era cibo da ricchi, il lampredotto ne era il corrispettivo popolare. Una scelta onomastica che, come spesso in Toscana, rivela un desiderio di mimesi e insieme nasconde un retrogusto di sano sfottò.
2) Il lampredotto va bollito, e a lungo. Tra l’altro è anche più sicuro.
3) Il lampredotto sarebbe troppo grasso, aumenterebbe il colesterolo, farebbe male al corpo.
Il lampredotto, per gli amanti del dettaglio da mattatoio, è l’abomaso dei bovini macellati, la parte più bassa dello stomaco della mucca, quella che, grulla, frolla e rifrulla. Comprende una parte magra, chiamata gala, e una parte grassa, chiamata spannocchia, nomi inventati come le fànfole e saporiti uguale.
CONDIMENTO: Che va dal’ ovvio sale (si, c’è anche chi declina, maledetti sbruffoni) al saggio pepe, dalla salsa verde (prezzemolo, capperi e acciughe, tra gli 11 ingredienti della ricetta storica) al’ olio piccante, al ’ultima rituale domanda del trippaio fiorentino. In qualche modo spaventevole, per chi non ne è aduso: bagnato? La risposta giusta è si.
CULTURA STORICA: Il cibo di strada è segno cedibile di una cultura intera, della sua storica gastronomia, è emblema della cucina popolare, e ha senso solo se racconta della strada in cui viene consumato, se porta con se echi di ciò che fu, e delle bocche che lo mangiarono in passato.
Un lampredotto a Firenze ti ricorda il sommo poeta che di certo lo mangiò, un hot-dog in Texas forse solo Bush padre.
STORIA: Il lampredotto è per i fiorentini un’istituzione, una leggenda gastronomica, è un rito popolare itinerante presente per le strade, sotto l’ombra nobile dei palazzi cinquecenteschi e le architetture ardite del Brunelleschi.
La storia ci aiuta a capire il perché di questo amore tutto fiorentino per il lampredotto. Le cronache ci parlano delle “trippe” già nel Quattrocento, raccontano di botteghe fumose, a pochi passi dal’ Arno, dove si bollivano e si vendevano le interiora per pochi centesimi.
A quei tempi la parola “fame” aveva un significato; trippa e lampredotto rappresentavano una concreta risposta ai brontolii dello stomaco. Proteine a buon mercato, carne di scarto per il popolino, una panacea gastronomica buona per il brodo e per un pasto appagante.
Si sa che il bisogno aguzza l’ingegno, così per rendere più appetibili e gustose queste modeste materie prime, i fiorentini nel corso dei secoli hanno elaborato ricette sempre più ardite e fantasiose.
IL PANINO: Ma il “must” resta sempre il panino: croccante, farcito di morbida e semplice carne bollita, dal sapore ineguagliabile, guarnito con salsa verde o salsa piccante.
I cultori di questo cibo lo preferiscono nella sua forma classica che ne esalta sapore e delicatezza: condito con sale, una generosa spolverata di pepe nero e con le facce interne del panino appena bagnate di brodo bollente. [saporito.gif] [saporito.gif]