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In questo caso, ti darei raggione, se non fosse che l'arma che usi non è autorizzata dallo Stato. Cioè, per delinguere con le armi lo Stato non te ne da il permesso, sarebbe il colmo. Se si verifica una querela, denuncia ecc...la prima cosa che deve fare lo Stato e toglierti il titolo e le armi, che precedentemente ti aveva autorizzato...mi sembra giusto.
Poi puoi anche comprarti una motosega e fare una stragge, non sarà colpa dello Stato.
Cosa penseresti se questa fantomatica stragge la faresti con un M1 caricato con 10 colpi a pallettoni, comprato in armeria con regolare porto d'armi?
perchè normalmente chi fa le stragi è uno cui si toglierebbe il pda?normalmente sono persone ordinarie senza nessuna segnalazione..spesso addirittura persone delle forze dell'ordine.....mah...in ogni caso il paradosso è "mi stai sulle palle ti denuncio per una cagata magari inesistente e tu dici ciao ciao al pda..ed io il mio scopo lo raggiunto...se per voi è cosa buone e giusta..a me lascia parecchio perplesso....
 
chiaro che sia così...ma a questo punto basta che qualcuno ti voglia male per farti saltare tutto senza aver in realtà commesso alcunchè...in ogni caso trattati di grandissima cazzata quando in Italia e non soli i deliquenti girano senza pda e comunque armati e quando è risaputo da tutti che se voglio "offendere" qualcuno mi basta un semplicissimo coltello da cucina..tanto per quello il pda non serve....quando uno va fuori di testa l'arma la trova comunque tanto chè la maggior parte dei delitti non sono con arma da fuoco....
 

Alberto 69

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[h=1]Denunciato per lesioni dal suocero, ricorre per il porto d’armi uso caccia.
Il TAR Toscana da torto all'ex cacciatore. Niente porto d'armi se sospettato di alzare le mani.[/h]Una querela per la presunta aggressione subita dal titolare del porto d’armi uso caccia. Basterebbe questo per potere giustificare i provvedimenti limitativi di Questura e Prefettura.Ad intendere in tal maniera è anche il TAR Toscana, intervenuto lo scorso marzo in merito ad una vicenda risalente al 2007. Lesioni, stante la querela presentata dal suocero di un cacciatore. La Questura competente aveva poi comunicato il tutto alla Prefettura proponendo il Decreto di divieto di detenere armi. Segnalazione poi accolta dalla Prefettura. La Questura, nel frattempo, aveva revocato la licenza di porto di fucile per uso caccia.Apriti cielo. L’ex cacciatore ricorreva a questo punto innanzi al TAR Toscana chiedendo l’annullamento dei provvedimenti in questione e sostenendo, tra l’altro, di non avere mai avuto contestazioni sull’uso della licenza oltre al fatto di avere presentato controquerela nei confronti del suocero. La tesi sostenuta era, in questo caso, di essere stato vittima di una aggressione.Ed invece, per il TAR Toscana, il ricorso dell’ex cacciatore era infondato.Secondo i Giudici amministrativi l’abuso delle armi può infatti basarsi su elementi di carattere indiziario che non esigono “una approfondita motivazione o l’esauriente e definitivo accertamento di specifici fatti“. In sintesi basta il possibile comportamento inaffidabile come un paventato pericolo (ovviamente motivato) di “abuso desumibile“.Una tesi che conferma così l’ampia discrezionalità dell’Amministrazione che deve intervenire per i fini di pubblica sicurezza, come il solo pericolo di lesione.Per vietare la detenzione di armi o munizioni, così come la revoca della licenza di porto d’armi, non occorre “l’acclarata responsabilità su eventi lesivi cagionati a terzi così come il verificato abuso nell’utilizzo delle armi“. Ad avviso dei Giudici Amministrativi, basta già la querela di parte per giustificare l’adozione di provvedimenti limitativi del diritto a possedere e portare armi. Questo, ad ogni modo, qualora i fatti siano sorretti da elementi obiettivi in grado di far presumere la possibilità di abuso. Quali sono, nel caso specifico, questi elementi? Si tratta della presenza, al momento della colluttazione, della figlia del querelante, oltre al sopraggiunto intervento di una terza persona. In aggiunta a ciò anche il dato oggettivo della frattura di tre costole ai danni del querelante. Frattura accertata dal referto ospedaliero.Dunque, tutto compreso, ad avviso dei Giudici la denuncia sarebbe sufficientemente circostanziata e sintomatica “di una condotta incompatibile con il giudizio di affidabilità circa l’uso delle armi“.
 
chiaro che sia così...ma a questo punto basta che qualcuno ti voglia male per farti saltare tutto senza aver in realtà commesso alcunchè...in ogni caso trattati di grandissima cazzata quando in Italia e non soli i deliquenti girano senza pda e comunque armati e quando è risaputo da tutti che se voglio "offendere" qualcuno mi basta un semplicissimo coltello da cucina..tanto per quello il pda non serve....quando uno va fuori di testa l'arma la trova comunque tanto chè la maggior parte dei delitti non sono con arma da fuoco....

Concordo in pieno !!!!!
Saluti
 
chiaro che sia così...ma a questo punto basta che qualcuno ti voglia male per farti saltare tutto senza aver in realtà commesso alcunchè...in ogni caso trattati di grandissima cazzata quando in Italia e non soli i deliquenti girano senza pda e comunque armati e quando è risaputo da tutti che se voglio "offendere" qualcuno mi basta un semplicissimo coltello da cucina..tanto per quello il pda non serve....quando uno va fuori di testa l'arma la trova comunque tanto chè la maggior parte dei delitti non sono con arma da fuoco....




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In questo caso, ti darei raggione, se non fosse che l'arma che usi non è autorizzata dallo Stato. Cioè, per delinguere con le armi lo Stato non te ne da il permesso, sarebbe il colmo. Se si verifica una querela, denuncia ecc...la prima cosa che deve fare lo Stato e toglierti il titolo e le armi, che precedentemente ti aveva autorizzato...mi sembra giusto.
Poi puoi anche comprarti una motosega e fare una stragge, non sarà colpa dello Stato.
Cosa penseresti se questa fantomatica stragge la faresti con un M1 caricato con 10 colpi a pallettoni, comprato in armeria con regolare porto d'armi?
 
troppa discrezionalità; e lo dico da addetto ai lavori :-(
E' questo il reale ostacolo alle tesi più elementari che si avanzano nei casi di revisione davanti ai TAR. Il problema vero e' che la discrezionalità della PA e' insindacabile in tutte le autorizzazioni/concessioni di Polizia. Non rispetta dei protocolli, ma è soggettiva: a Milano lo negano a Palermo lo rilasciano. Se poi aggiungiamo che, chi è delegato alla firma, non si assume alcuna responsabilità delegando alla giurisdizione ogni determinazione, allora e' tutto un dire.
La verità e' che ci dovrebbero essere dei canoni ben precisi per il rilascio dei porto d'armi; sia da difesa che da caccia. Per quelli da difesa, la normativa e le motivazioni della concessione, sono andate via via scemando. Nel senso che sono diventate più stringenti le concessioni. Prima lo davano anche al barista. Ma l'ostacolo vero e' la discrezionalità. Per questo, le associazioni venatorie, dovrebbero profondersi affinché la normativa sia rivista in questo senso. Parliamo di un Tulps obsoleto! Il rilascio o il rinnovo dei porto fucili uso caccia, dovrebbero essere concessi senza che nel giudizio influisse la soggettività dell'autorità. Non ha alcun nesso il reato di mancato sostentamento famigliare o il mancato assolvimento degli obblighi scolastici, o lesioni colpose........ecc..... con l'esercizio dell'attività venatoria. Perché i requisiti morali valgono solo per i cacciatori e non anche per le altre attività che necessitano di autorizzazioni o concessioni dalla PA?!
 
perchè normalmente chi fa le stragi è uno cui si toglierebbe il pda?normalmente sono persone ordinarie senza nessuna segnalazione..spesso addirittura persone delle forze dell'ordine.....mah...in ogni caso il paradosso è "mi stai sulle palle ti denuncio per una cagata magari inesistente e tu dici ciao ciao al pda..ed io il mio scopo lo raggiunto...se per voi è cosa buone e giusta..a me lascia parecchio perplesso....



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Forse non mi sono spiegato bene.
Chi fa le stragi, è un delinguente, ma sarà anche giusto chi fa queste stragi, non sia autorizzato dallo stato a portare le armi. Il discorso della denuncia è diverso, sta tutto nella discrezionalità di chi rilascia, se veramente il questore o il prefetto, si prenderebero la briga di informarsi da chi sta sulla strada e conosce tutti da tempo e di prendersi veramente la responsabilità che richiede la loro professione, tutto andrebbe a posto. Ma ognuno preferisce scaricarsi e demandare alle altre istituzioni la scelta.
Lascia stare le forze dell'ordine, non ti addentrare in qualcosa che sconosci. Sappi che al primo sentore di qualsivoglia denuncia, gli viene ritirata l'arma e spostato a manzioni amministrative, finchè tutto non si risolve.
 
“… anche il dato oggettivo della frattura di tre costole ai danni del querelante. Frattura accertata dal referto ospedaliero.”

Se glia ha rotto tre costole, forse è un bene che gli abbiamo negato il PdA. Questo dovrebbe essere una garanzia per tutti.
Quello che maggiormente preoccupa, a mio avviso è la frase “… non occorre l’acclarata responsabilità su eventi lesivi cagionati a terzi così come il verificato abuso nell’utilizzo delle armi“.
Su queste basi, ti possono negare il PdA per molto, molto, ma molto meno di tre costole fratturate!
 
Io so di cacciatori che si sono visti negare il pda per aver detto una una persona "ti faccio un buco in fronte".Con cosa non si sa,ma il pda gli viene negato.
 
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