Francy77

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Salve a tutti sono nuovo nel forum. Volevo chiedervi gentilmente un vostro parere su una carabina che ho acquistato 2 giorni fa. Ho acquistato una Stoeger RX5 nuova in Armeria e questa mattina appena aperta e visionata sotto la luce del sole mi sono accorto che ci sono segni di usura, come se fosse stata usata. Sicuramente voi più esperti di me sapete riconoscere se sono normali segni che si possono trovare su una carabina nuova o se questi segni possono far pensare che è stata usata. Vi allego alcune foto, valutate voi e aspetto un vostro parere. Grazie in anticipo. 20200603_171831.jpg20200603_172113.jpg20200603_172305.jpg20200603_172305.jpg
 

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Ciao Francy, è possibile che in armeria l'abbiano spostata da una parte all'altra provocando questi segni d'usura ma per essere sicuro che non sia stata usata dovresti smontarla cosa che non ti consiglio.
Il mio consiglio è quello di tornare in armeria e chiedere spiegazioni.
 
Grazie per la risposta Gianluca. Volevo farlo oggi stesso ma sono convinto che la risposta sarà: "segni dovuti all'esposizione o spostamento dell'arma, quindi fare un viaggio perso e quindi rimanere sempre nel dubbio. Non credo troverò qualcuno pronto a dire la verità. Però non so cosa fare.
 
Grazie per la risposta Gianluca. Volevo farlo oggi stesso ma sono convinto che la risposta sarà: "segni dovuti all'esposizione o spostamento dell'arma, quindi fare un viaggio perso e quindi rimanere sempre nel dubbio. Non credo troverò qualcuno pronto a dire la verità. Però non so cosa fare.
 
I segni sono solo sulla canna?
Sinceramente, così a prima vista, mi sembrano i classici segni da rastrelliera, ora tutto può succedere, ma che un armiere si venda per nuovo ciò che è usato....
Comunque in caso l'arma fosse stata usata, i segni d'usura dovresti trovarli sul grilletto, la sicura, canna o asta d'armamento e, soprattutto, all'ingresso della camera dei pallini, di solito è li che rimangono i segni più evidenti, non ultimo un'attenta ispezione all'interno della canna.
In ogni caso senza un' analisi dal vivo è difficile fare una diagnosi, non conosci nessuno che possa dargli un'occhiata di cui tu ti fidi.
 
Se riesci smonta la carabina senza “rovinarla” e fai un’analisi accurata, controlla molla, pistone, asta....tutte le parti maggiormente sposti ad usura.
E comunque anche se fossero segni di esposizione tu hai acquistato la carabina NUOVA e tale dev’essere, fossi in te un salto in armeria lo farei.
 
Non voglio fare di tutt'erba un fascio, ma gli armieri, come tutte le razze in pericolo d'estinzione, si aggrappano alle poche oasi di foraggio rimaste. Ce ne sono di onesti, ma come in tutte le categorie ce ne sono tanti che pur di vendere qualcosa darebbero via non il loro, ma il cu10 del cliente. Anche tanto tempo fa (parlo di una sessantina d'anni fa) di armieri disonesti ce ne erano diversi. Ricordo in particolare uno che avevamo soprannominato "Carosignore" perche' si rivolgeva cosi' ai clienti, intercalando "caro signore" ogni due o tre frasi untuosamente, fregandosi le mani, come un Manzoniano Don Abbondio o un Uriah Heep di Dickensiana memoria. L'armeria era su una strada che congiungeva Via Appia Nuova e Via Tuscolana, strada che correva a fianco della ferrovia. Chissa', forse i piu' antichi di voi ricorderanno l'Armeria Gela. Papa' ci andava spesso, perche' abitavamo vicino. Ancora mi ricordo l'airone cinerino imbalsamato nella vetrinetta e l'odore di cuoio di cartuccere e carnieri, bossoli di cartone e borre di sughero che aleggiava nel piccolo negozio, al di sotto del piano stradale e con tre gradini per potervi discendere. Un giorno Papa' mi ci porto' per comprarmi un nuovo fucile ad aria compressa. Il primo ormai era cosi' consumato che non sparava un piombino a piu' di dieci metri. Carosignore ne porto' uno dal retrobottega. Ci disse che era appena arrivato dalla fabbrica. Papa' lo imbraccio', e noto' che non aveva il mirino anteriore. Al posto del mirino c'era una scannellatura dove il mirino era stato montato e dalla quale per qualche ragione s'era staccato. "Ma com'e' che non ha il mirino?" domando' Papa'. "Caro signore," rispose Carosignore fregandosi le mani, "e' un sistema nuovo. Si mira guardando la scannellatura nella tacca di mira." Papa', che di armi si intendeva soltanto di doppiette, e neanche troppo, ingoio' esca, amo, piombo e filo, sborso' i soldi e compro' il fucile. Naturalmente ne' io ne' lui riuscivamo a colpire il bersaglio. Per poter vedere la scannellatura bisognava alzare la canna ad un angolo tale che i piombini descrivevano una traettoria da mortaio: prima arrampicandosi sempre piu' in alto, e poi obbedendo alla forza di gravita' discendendo senza aver mai sfiorato il bersaglio, che avevano tranquillamente sorvolato, anche a un mmetro o due d'altezza da esso. Papa', per non voler ammettere di essere stato fregato, e anche perche' non era capace di litigare (io ho preso da Mamma, che sapeva litigare come tre uomini) non riporto' la carabina a Carosignore ma la diede ad un amico che saldo' un mirino nella scannellatura--e da allora, quando Papa' la riporto' a casa, ogni botta 'na tacca!

Non e' finita. A 16 anni, con la licenza, mi venne anche la voglia di ricaricare. Siccome non avevo ancora la patente di guida, andai a Via Gela a comprare bossoli, polvere, borre e pallini. Gli attrezzi li aveva tutti Papa'. Ormai per pigrizia e anche perche' adesso era ispettore capo dell'INAIL con uno stipendio migliore di come fosse prima, quando era un semplice impiegatuccio, aveva piu' soldi a disposizione per comprare le cartucce commerciali o d'armeria e non ricaricava piu'. Carosignore, per farsi due risate con gli amici per aver preso per il cu10 un pivello, e forse anche per vendicarsi della mancata vendita delle cartucce che confezionava lui, mi consiglio' una dose piu' che massima di una polvere molto vivace, e una carica pesante di pallini, e per sopramercato mi vendette una scatola di bossoli con inneschi doppia forza. Il pivvello confeziono' 50 cartucce per l'apertura alle tortore, e il giorno dell'apertura ne sparo' una trentina, prendendo soltanto un grosso livido sulla spalla, un tremendo mal di testa, e neanche una tortora. La pressione eccessiva delle cartucce sparpagliava i pallini (niente borre contenitrici a quei tempi) e al massimo riuscivo a staccare un ciuffo di piume con un pallino di striscio. Meno male che non mi scoppio' il fucile in mano! Pero' forse a causa di quelle cartucce dinamitiche piu' forti di quelle del banco di prova il fucile si "scateno' " relativamente presto, all'inizio della sua carriera, e le bindelle laterali si dissaldarono in un paio d'anni. Carosignore, dovunque tu sia (sospetto che oggi tu stia chiamando Satanasso "Caro Signore" mentre ti sfreghi le mani e pensi a come fregare anche lui), mavattelapija'nder......!!!!!
 
Grazie per la risposta Giovannit, allora mi consigli di tornare in armeria e fargli notare questa cosa?
 
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