Molto interessante la tua disamina
Al di là delle caratteristiche tecniche di un arma e come vada fatto un gesto tecnico sarebbe bello approfondire anche come affrontare una gara... come ci si approccia, quali trucchi
o meglio quali sono i metodi per arrivare in forma ad un evento sportivo ma sopratutto come evitare il fattore emotivo che molto influisce sul buon esito di un azione di tiro.
Il tiro a volo e' un gesto tecnico che purtroppo e' notevolmente influenzato dalla psiche.
Al tiro a volo di solito vince colui che oltre ad essere molto bravo tecnicamente, gode di una ottima salute fisica e mentale, ha sempre molta stima di se stesso ed ha grandi capacità di concentrazione. Io sono convinto che non dico per raggiungere ma per avvicinarsi a questo livello, bisognerebbe almeno cercare di migliorare la qualita della vita, cosa molto difficile di questi tempi.
Comunque,tutto cio che personalmente riteniamo dia benefici,io credo debba essere fatto, ad es una buona alimentazione, sport, ginnastica,etc perche questo ci aiuta a trovare la giusta determinazione e positivita mentale.
Abbiamo visto pero che anche certi tiratori sono diventati campioni nonostante siano sovrappeso, probabilmente questi la positivita ,la raggiungono mangiando, e come vedi ognuno ha il suo personale metodo.
Consigli prima della gara?
1)Riposare molto, al letto presto la sera prima.
2)bere molto
3)Consumare molta frutta e verdura
4)Evitare discussioni troppo animate , meglio starsene da soli
5)Usare il fucile e le cartucce che ci danno piu sicurezza



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Nel mio caso risultava vincente la solitudine anche,anzi soprattutto,in allenamento!
Una cosa da evitare:Guardare lavagne o tabelloni soprattutto quando si sta sparando per il podio.
Io personalmente non guardavo mai i piattelli degli altri.....alla fossa esistevano solo i 5 testimoni....Ricordo che una volta ero talmente isolato del mondo che stavo per chiamare il 26° piattello.....
La concentrazione e l'assenza di pensieri sono determinanti nel successo.....La forma fisica non e' determinante secondo me....ci sono tiratori/tiratrici fisicamente inguardabili ma imbattibili...(per es la statunitense Kimberly Rhode nello skeet o Antonio Bailon nel trap)...
 
Nel mio caso risultava vincente la solitudine anche,anzi soprattutto,in allenamento!
Una cosa da evitare:Guardare lavagne o tabelloni soprattutto quando si sta sparando per il podio.
Io personalmente non guardavo mai i piattelli degli altri.....alla fossa esistevano solo i 5 testimoni....Ricordo che una volta ero talmente isolato del mondo che stavo per chiamare il 26° piattello.....
La concentrazione e l'assenza di pensieri sono determinanti nel successo.....La forma fisica non e' determinante secondo me....ci sono tiratori/tiratrici fisicamente inguardabili ma imbattibili...(per es la statunitense Kimberly Rhode nello skeet o Antonio Bailon nel trap)...

Sono daccordo con te
sono skettista e anche io tendo ad isolarmi e a sgomberare la mente
la meditazione aiuta a sgomberare la mente.
Non guardo lavagne e nemmeno i piattelli degli altri,cerco solo di ripetere il gesto tecnico nella mente prima di metterlo in atto in pedana.
La forma fisica non dovrebbe essere trascurata per lo meno quando si prepara una gara cercare di mangiare sano fare un po di moto restare idratati è molto importante quindi bere .
Kimberly Rhode (MOSTRO).
 
Vorrei se possibile dirottare l'attenzione su un aspetto che è stato ignorato dalla discussione. E per farlo non devo andare tanto lontano. Devo solo ripensare a mio padre e al suo Breda a mollone - che nell'attualità troneggia al centro della mia vetrina armi - e ricordare questa stranezza : se a mio padre classe '32 davi un pacco di cartucce da 25....non tornava mai con meno di 20 tordi. Se di contro gli mettevi sotto il @ulo un cartone di cartucce da 250 e lo portavi al piattelo..... non ne rompeva uno.
Ora scusate e non pensiate che sia così borioso da voler citare mio padre come esempio ma.... ma.... ci sono tante persone che a caccia sparano e sparano non bene...ma benissimo ma che poi ai piattelli.... fanno pena. Non ne pigliano uno. E guardate che non parlo di tiri ai cocci a 50 metri o la pedana all'8 nello skeet... parlo di tiri comunque modesti con il piattello quaglia.... o tordo...
Come si spiega sta stranezza ? Perché mai accade ? E guardate che accade.....eccome se accade.....
 

L'abbigliamento tecnico, sottile, caldo e leggero, è la soluzione migliore. Ti posso dire con la massima sincerità che non ho mai accorciato un calcio per il problema dell'abbigliamento ingombrante, mi adeguo accorciando o allungando la mano sull'astina. Non trovo eccessiva difficoltà nel tiro, anche se il bilanciamento dell'arma non è ottimale, la selvaggina casca ugualmente, anche al buio.
 
Vorrei se possibile dirottare l'attenzione su un aspetto che è stato ignorato dalla discussione. E per farlo non devo andare tanto lontano. Devo solo ripensare a mio padre e al suo Breda a mollone - che nell'attualità troneggia al centro della mia vetrina armi - e ricordare questa stranezza : se a mio padre classe '32 davi un pacco di cartucce da 25....non tornava mai con meno di 20 tordi. Se di contro gli mettevi sotto il @ulo un cartone di cartucce da 250 e lo portavi al piattelo..... non ne rompeva uno.
Ora scusate e non pensiate che sia così borioso da voler citare mio padre come esempio ma.... ma.... ci sono tante persone che a caccia sparano e sparano non bene...ma benissimo ma che poi ai piattelli.... fanno pena. Non ne pigliano uno. E guardate che non parlo di tiri ai cocci a 50 metri o la pedana all'8 nello skeet... parlo di tiri comunque modesti con il piattello quaglia.... o tordo...
Come si spiega sta stranezza ? Perché mai accade ? E guardate che accade.....eccome se accade.....

Mi sembra che l'argomento è stato trattato in un'altra discussione. Ti posso dire con assoluta certezza che ci sono altri cacciatori come tuo padre che hanno imparato a tirare andando a caccia. Vedendoli provare ad imbracciare il fucile, un tiratore di piattello non riesce a capire come fanno a tirare senza sbagliare. La stranezza si spiega sulla diversità del tiro, il tiro a piattello è diverso. Chiudo questa parentesi e lascio spazio a chi ha altre cose importanti da dire.
 
Vorrei se possibile dirottare l'attenzione su un aspetto che è stato ignorato dalla discussione. E per farlo non devo andare tanto lontano. Devo solo ripensare a mio padre e al suo Breda a mollone - che nell'attualità troneggia al centro della mia vetrina armi - e ricordare questa stranezza : se a mio padre classe '32 davi un pacco di cartucce da 25....non tornava mai con meno di 20 tordi. Se di contro gli mettevi sotto il @ulo un cartone di cartucce da 250 e lo portavi al piattelo..... non ne rompeva uno.
Ora scusate e non pensiate che sia così borioso da voler citare mio padre come esempio ma.... ma.... ci sono tante persone che a caccia sparano e sparano non bene...ma benissimo ma che poi ai piattelli.... fanno pena. Non ne pigliano uno. E guardate che non parlo di tiri ai cocci a 50 metri o la pedana all'8 nello skeet... parlo di tiri comunque modesti con il piattello quaglia.... o tordo...
Come si spiega sta stranezza ? Perché mai accade ? E guardate che accade.....eccome se accade.....

Come, se non accade! La prima volta che sparai ai piattelli divenni immediatamente conscio degli spettatori. Poi guardavo gli altri tiratori che rompevano piattelli come se non fosse niente. Appena arrivo' il mio turno mi sembro' che la luce si fosse abbassata, che il fucile fosse diventato pesante il doppio. quando parti' il piattello quasi non lo vidi, e poi avventai due fucilate a vanvera. E questo continuo' per parecchio, prima che ne scheggiassi uno appena. Lasciai la pedana con un 3/25, a testa bassa. La mia fidanzata di allora neanche mi parlo' per un'ora, tanto si vergognava di me. Volevo sparire, nascondermi sotto una roccia. E dire che a caccia me ne scappavano pochi. La mattina "a bruzzico" (fra lusco e brusco) i tordi che si vedevano appena contro il cielo scuro e sfrecciavano come proiettili alati sfiorando bassi gli olivi mi si accartocciavano in un nugolo di piume, centrati, stracciati. Un pomeriggio, sulla Salaria, tirando alle lodole alla borrita ne presi 14 su 15 levate, quasi tutte di prima canna. Ma quei fottutissimi piattelli se ne andavano illesi. Meno male che i piattelli non fanno pernacchie! Devono essere stati dei buontemponi fra gli spettatori, a farle--forse anche la mia fidanata!
 
Vorrei se possibile dirottare l'attenzione su un aspetto che è stato ignorato dalla discussione. E per farlo non devo andare tanto lontano. Devo solo ripensare a mio padre e al suo Breda a mollone - che nell'attualità troneggia al centro della mia vetrina armi - e ricordare questa stranezza : se a mio padre classe '32 davi un pacco di cartucce da 25....non tornava mai con meno di 20 tordi. Se di contro gli mettevi sotto il @ulo un cartone di cartucce da 250 e lo portavi al piattelo..... non ne rompeva uno.
Ora scusate e non pensiate che sia così borioso da voler citare mio padre come esempio ma.... ma.... ci sono tante persone che a caccia sparano e sparano non bene...ma benissimo ma che poi ai piattelli.... fanno pena. Non ne pigliano uno. E guardate che non parlo di tiri ai cocci a 50 metri o la pedana all'8 nello skeet... parlo di tiri comunque modesti con il piattello quaglia.... o tordo...
Come si spiega sta stranezza ? Perché mai accade ? E guardate che accade.....eccome se accade.....

Io credo che all'epoca in cui cacciavano i nostri genitori, la selvaggina era molto abbondante, cosi tanto che si potevano permettere il lusso di tirare all'animale che gli si presentava esposto meglio e bene a tiro, di conseguenza i carnieri erano molto abbondanti in relazione ai colpi esplosi. Questo spiega il perche' ai nostri occhi ci sembravano tutti ottimi colpitori.
Per quanto riguarda i cacciatori al piattello che dire...io ho notato che gli ottimi colpitori a caccia sparano decentemente anche al piattello ma solo nel caso in cui per loro natura sparano di primo tempo, ossia di stoccata, in questo modo, pur non osservando la precisa postura, pur non eseguendo un buon gesto, riescono in qualche modo a portare le canne sul bersaglio,perche' mantengono il fucile in movimento. Gli altri cacciatori che invece adottano sistemi di tiro piu riflessivi, ruzzolano purtroppo nella polvere.
Naturalmente quando dico che alcuni sparano decentemente, non intendo dire che fanno 22-23 su 25, ma intendo dire che nei campi piu semplici da percorso , colpiscono seppur con molte seconde canne circa la meta' dei bersagli. Purtroppo al piattello non e' difficile rompere un bersaglio, e' difficile romperne 25 consecutivi.
 
Io credo che all'epoca in cui cacciavano i nostri genitori, la selvaggina era molto abbondante, cosi tanto che si potevano permettere il lusso di tirare all'animale che gli si presentava esposto meglio e bene a tiro, di conseguenza i carnieri erano molto abbondanti in relazione ai colpi esplosi. Questo spiega il perche' ai nostri occhi ci sembravano tutti ottimi colpitori.
Per quanto riguarda i cacciatori al piattello che dire...io ho notato che gli ottimi colpitori a caccia sparano decentemente anche al piattello ma solo nel caso in cui per loro natura sparano di primo tempo, ossia di stoccata, in questo modo, pur non osservando la precisa postura, pur non eseguendo un buon gesto, riescono in qualche modo a portare le canne sul bersaglio,perche' mantengono il fucile in movimento. Gli altri cacciatori che invece adottano sistemi di tiro piu riflessivi, ruzzolano purtroppo nella polvere.
Naturalmente quando dico che alcuni sparano decentemente, non intendo dire che fanno 22-23 su 25, ma intendo dire che nei campi piu semplici da percorso , colpiscono seppur con molte seconde canne circa la meta' dei bersagli. Purtroppo al piattello non e' difficile rompere un bersaglio, e' difficile romperne 25 consecutivi.

Guarda...... ti dico SI e No. Scusatemi se cito ancora lui per fare un esempio, ma mio padre qualsiasi cartuccia tirasse in qualsiasi orario faceva sempre centro. E come dici te, non solo nei tempi della sua giovinezza dove "l'ultima starna si prendeva nell'orto di casa"....ma anche ai tempi miei quando andavamo - finche abbiamo potuto - a caccia assieme: io mi ricordo avevo delle fisime sulle cartucce e facevo tiri.... normali. Lui pure che sparava le cartucce "100 cartucce a 5 mila lire" buttava giù qualsiasi cosa. Ecco perchè aggiungo all'incipit della tua discussione che oltre al calcio e all'allenamento secondo me c'è anche una percentuale di "familiarità" col fucile che al lungo andare riesce a supplire ad ogni gap. La stessa familiarità che o ce l'hai o non ce l'hai. E non c'è nulla da fare... Puoi fare sessioni asfissianti di tiro...quotidiane.... full immersion.... metterci tutta la santa volontà....ma se il Padre Eterno non t'ha fatto a modo di tenere un fucile in mano.... lascia perde che è meglio.
Scusate l'OT. e grazie a tutti per le risposte.
 

Centro67

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I segreti del successo nel tiro ritengo siano principalmente due, il calcio e la tecnica di tiro. Per quanto riguarda il primo punto mi sento di affermare dopo tanti anni di caccia e tiro a volo in cui ho maturato una certa esperienza , che molti insuccessi nel tiro vengono ingenuamente attribuiti alla resa balistica della canna o delle cartucce, mentre in realta dipendono dal calcio le cui misure non si adattano alla struttura fisica del cacciatore ed al proprio modo di tirare.
Tuttavia puo' avvenire che il cacciatore trovi per caso il calcio giusto senza ricorrere all'aiuto dell'esperto, ma nella maggior parte dei casi questo purtroppo non avviene ed inconsapevolmente si seguita a sparare per anni (a volte per una vita) con un legno che riduce le proprie prestazioni.
Con il calcio giusto impugnato correttamente risulta estremamente facile allineare il raggio visivo dell'occhio che mira al centro della bindella , e non muovendo lo zigomo dal nasello durante gli spostamenti della canna,il tiratore deve solo collimare mirino e bersaglio senza curarsi dell'alzo o dell'allineamento.
Con il calcio non adatto invece si possono pure ottenere mediocri risultati (salvo casi particolari) a patto che si abbia il tempo di prendere la mira aggiustandosi, ma di fatto non essendoci questo tempo per compiere certi aggiustamenti specie nel tiro di stoccata, la fucilata il piu delle volte non va' dove vanno gli occhi.
Faccio presente che esistono delle tabelle in cui sono indicate le misure del calcio in base alle misure fisiche del tiratore, ma sinceramente non so' quanto siano utili dato che essendo tutto sommato suggerimenti generici, non tengono conto del modo tutto personale di porsi sul fucile.Basti pensare che molti cacciatori imbracciano tenendo la testa diritta, altri piegata in avanti e di lato, altri non appoggiano correttamente il calciolo nell'incavo ascellare, bensi sulla spalla o sul pettorale, etc etc etc
Un metodo per valutare le giuste misure del calcio consiste nello sparare alcuni colpi alla placca senza mirare ed osservare il piazzamento delle rosate, se i colpi finiscono costantemente alti,il calcio e' poco piegato al tallone,troppo piegato se terminano bassi, mentre per i colpi spostati a dx si tratta di eccesso di vantaggio, e difetto di vantaggio se terminano a sx. Per quanto riguarda il nasello io credo che meriti un discorso a parte, la sua posizione in altezza dipende dall'altezza degli zigomi del tiratore, e gli spostamenti laterali sono in stretta relazione con il volume del volto. La giusta posizione della cresta del calcio risulta anche essa determinante per il centraggio perfetto della pupilla all'asse centrale della bindella.Inoltre, la posizione del nasello influisce notevolmente sul piazzamento della fucilata quando si spara in velocita, un nasello alto infatti, contrariamente a quanto si pensa fa sparare basso, mentre fa tirare piu alto se lo si abbassa, paradossale ma e' cosi. Se vi interessa in altra occasione posso anche spiegare alcune tecniche di tiro. Faccio presente che non sono un colpitore infallibile, ma essendo sempre stato roso dalla passione ho passato una vita a studiare, ad osservare , ad ascoltare ed anche a mettere in pratica.
 
Ciao Centro67,
nei mesi invernali più freddi e ventosi quando caccio in appostamento temporaneo soffro molto il freddo e devo per forza vestirmi con un giubbotto di un certo spessore (di togliere le maniche, neanche a parlarne).
Lo spessore del giubbotto a livello della spalla é abbastanza ingombrante e penso che dovrò fare correggere la piega del calcio in funzione di questo e così anche la lunghezza dello stesso perchè al momento del brandeggio non passa liberamente.
Tutto questo per un giubbotto...
 
Ti consiglio di indossare magliette termiche sotto il giaccone, in questo modo recuperi qualche mm perche' sono molto sottili. La lunghezza del calcio andrebbe regolata indossando gli abiti piu pesanti.
Nel caso e' sufficiente accorciarlo senza modificare la piega
 
A caccia come nel tiro, ognuno fa in base alle proprie possibilità. Chi a caccia spara benissimo, e al piattello spara malissimo, potrebbe migliorare nel tiro a piattello senza per questo compromettere i già eccellenti risultati conseguiti a caccia. L'importante è capire quello che del tiro a piattello è conveniente trasferire a caccia. Gli inizi sono duri per tutti, sia per il cacciatore che incomincia a frequentare il tiro al volo, sia per il tiratore che incomincia ad andare a caccia.
 
Effettivamente, pensavo di accorciare il calcio come dici tu e magari anche di arrotondare un pò la parte alta del calcio (tallone ?), tanto poi quel fucile, per affetto, non lo rivenderò mai...é un vecchio AL390 Silver Mallard che utilizzo per i colombacci.
 
Ciao Centro67,
nei mesi invernali più freddi e ventosi quando caccio in appostamento temporaneo soffro molto il freddo e devo per forza vestirmi con un giubbotto di un certo spessore (di togliere le maniche, neanche a parlarne).
Lo spessore del giubbotto a livello della spalla é abbastanza ingombrante e penso che dovrò fare correggere la piega del calcio in funzione di questo e così anche la lunghezza dello stesso perchè al momento del brandeggio non passa liberamente.
Tutto questo per un giubbotto...

Ciao,è un problema comune a molti di noi,io ho risolto facendo fare i calci dei miei fucili in cui con l'abbigliamento più leggero vedo un pochino di bindella(circa 2 mm dal vivo di culatta al mirino),cosicchè con l'abbigliamento invernale allungandosi un pochino le distanze sul calcio,comunque l'occhio rimane sempre in linea mai andando sotto.
Altrimenti uno si dovrebbe attrezzare con due calcioli,uno più lungo per l'estate e uno più corto per l'inverno.
 
I segreti del successo nel tiro ritengo siano principalmente due, il calcio e la tecnica di tiro. Per quanto riguarda il primo punto mi sento di affermare dopo tanti anni di caccia e tiro a volo in cui ho maturato una certa esperienza , che molti insuccessi nel tiro vengono ingenuamente attribuiti alla resa balistica della canna o delle cartucce, mentre in realta dipendono dal calcio le cui misure non si adattano alla struttura fisica del cacciatore ed al proprio modo di tirare.
Tuttavia puo' avvenire che il cacciatore trovi per caso il calcio giusto senza ricorrere all'aiuto dell'esperto, ma nella maggior parte dei casi questo purtroppo non avviene ed inconsapevolmente si seguita a sparare per anni (a volte per una vita) con un legno che riduce le proprie prestazioni.
Con il calcio giusto impugnato correttamente risulta estremamente facile allineare il raggio visivo dell'occhio che mira al centro della bindella , e non muovendo lo zigomo dal nasello durante gli spostamenti della canna,il tiratore deve solo collimare mirino e bersaglio senza curarsi dell'alzo o dell'allineamento.
Con il calcio non adatto invece si possono pure ottenere mediocri risultati (salvo casi particolari) a patto che si abbia il tempo di prendere la mira aggiustandosi, ma di fatto non essendoci questo tempo per compiere certi aggiustamenti specie nel tiro di stoccata, la fucilata il piu delle volte non va' dove vanno gli occhi.
Faccio presente che esistono delle tabelle in cui sono indicate le misure del calcio in base alle misure fisiche del tiratore, ma sinceramente non so' quanto siano utili dato che essendo tutto sommato suggerimenti generici, non tengono conto del modo tutto personale di porsi sul fucile.Basti pensare che molti cacciatori imbracciano tenendo la testa diritta, altri piegata in avanti e di lato, altri non appoggiano correttamente il calciolo nell'incavo ascellare, bensi sulla spalla o sul pettorale, etc etc etc
Un metodo per valutare le giuste misure del calcio consiste nello sparare alcuni colpi alla placca senza mirare ed osservare il piazzamento delle rosate, se i colpi finiscono costantemente alti,il calcio e' poco piegato al tallone,troppo piegato se terminano bassi, mentre per i colpi spostati a dx si tratta di eccesso di vantaggio, e difetto di vantaggio se terminano a sx. Per quanto riguarda il nasello io credo che meriti un discorso a parte, la sua posizione in altezza dipende dall'altezza degli zigomi del tiratore, e gli spostamenti laterali sono in stretta relazione con il volume del volto. La giusta posizione della cresta del calcio risulta anche essa determinante per il centraggio perfetto della pupilla all'asse centrale della bindella.Inoltre, la posizione del nasello influisce notevolmente sul piazzamento della fucilata quando si spara in velocita, un nasello alto infatti, contrariamente a quanto si pensa fa sparare basso, mentre fa tirare piu alto se lo si abbassa, paradossale ma e' cosi. Se vi interessa in altra occasione posso anche spiegare alcune tecniche di tiro. Faccio presente che non sono un colpitore infallibile, ma essendo sempre stato roso dalla passione ho passato una vita a studiare, ad osservare , ad ascoltare ed anche a mettere in pratica.

Molto interessante la tua disamina
Al di là delle caratteristiche tecniche di un arma e come vada fatto un gesto tecnico sarebbe bello approfondire anche come affrontare una gara... come ci si approccia, quali trucchi
o meglio quali sono i metodi per arrivare in forma ad un evento sportivo ma sopratutto come evitare il fattore emotivo che molto influisce sul buon esito di un azione di tiro.
 
Molto interessante la tua disamina
Al di là delle caratteristiche tecniche di un arma e come vada fatto un gesto tecnico sarebbe bello approfondire anche come affrontare una gara... come ci si approccia, quali trucchi
o meglio quali sono i metodi per arrivare in forma ad un evento sportivo ma sopratutto come evitare il fattore emotivo che molto influisce sul buon esito di un azione di tiro.

Ti posso dire che i nostri atleti, e probabilmente gli atleti/tiratori di qualsiasi nazione, praticano la meditazione trascendentale, specialmente nelle ore precedenti la gara, diete adeguate, esercizio fisico, e l'evitare zuccheri, alcol e caffeina. Il tiro, sia al volo che a palla, e' un esercizio piu' mentale che fisico, ma anche il fisico vuole la sua parte.
Ma aggiungo che quando uno comincia a prendere il tiro troppo seriamente, poi diventa meno divertente, perche' si diventa fissati con i punteggi, o il numero di animali abbattuti per numero di cartucce usate, e minchiate del genere. Io al piattello ci andavo, ma non per "vincere" contro gli altri tiratori, ma per vincere contro me stesso. Non usavo fucili specializzati ma quello con il quale caccio, perche' per me il solo scopo del piattello e' quello di allenamento per la caccia. E ti diro' che alcuni dei ricordi di caccia piu' belli sono legati a padelle clamorose. Il "tiratore" non cacciatore si morde i gomiti a pensare al piattello mancato che gli e' costato il premio. Uno di questi ricordi? Pat Costello, mio grande amico, collega e compagno di caccia, ed io eravamo a caccia nel mio capanno sulla riva di Kalsin Lake, una laguna costiera semisalmastra a Kodiak, quando ci accorgemmo che un bel capoverde era arrivato a nuoto e stava pisolando vicino alla riva alla sinistra del capanno, a una trentina di metri. Ci alziamo in piedi, e io busso sul lato del capanno per svegliarlo. Il germano si sveglia e ci guarda. Gli gridiamo, e si innervosisce un po' ma non vola. Altre grida, rumori vari con la bocca, ma nuota in circolo, senza allontanarsi. Finalmente, dopo altro casino che facciamo spicca il volo in verticale, tiro facile... Partono sei schioppettate, le tre mie e le tre di Pat, Non lo sfioriamo neanche. E il germano prende quota e sfreccia via. Pat ed io ci guardiamo in faccia e poi cominciamo a scompisciarci dal ridere. I tiratori spesso non sono cacciatori. Solo un cacciatore puo' godere anche una padella. E' per questo che si chiama "caccia," non "ammazzare," colpire a tutti i costi, incarnierare. L'abbattimento e' una ciliegina sulla torta. La caccia e' la torta. La ciliegina da sola non soddisfa la fame.

Ma sto andando fuori tema. Successo nel tiro? Calcio e bilanciamento dell'arma giusti, tecnica di imbraccio e tiro giusta, e tonnellate di pratica costante, non saltuaria. E se prendi questa attivita' seriamente (che poi a farlo perde tanto), preparazione fisica e mentale. Poi se diventi un robot che quasi ogni giorno spacca 100 piattelli su 100, quel giorno che ne manchi quattro o cinque cadi in preda alla depressione.
 
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