Mora senza Spine (Rubus Fruticosus L.)

Re: Mora senza Spine (Rubus Fruticosus L.)

Io l'ho a casa e credimi ti puoi stufare di mangiarne da tante ne fanno.... e poi i merli!!!! [up.gif]
 
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Mora senza Spine (Rubus Fruticosus L.)
Famiglia: Rosaceae
Nome Comune: Rovo Inerme

ETIMOLOGIA

Il nome del genere sembra derivare dal latino ruber = rosso per il colore rosso dei frutti non maturi o del loro succo, il nome “Fruticosus” deriva dalla caratteristica di portare molti frutti.

MORFOLOGIA

Le piante hanno ceppaia perenne e rami biennali; sono dotate di notevole vigoria ed emettono annualmente dei forti ricacci (polloni) che raggiungono o superano durante la stagione vegetativa la lunghezza di 3-4 m formando dei germogli anticipati o femminelle. La principale caratteristica è l’assenza di spine sia sui rami che sulle foglie.Dalle gemme miste situate all’ascella dei tralci vengono emessi germogli fioriferi lunghi 60-70 cm ed oltre. I fiori sono riuniti in pannocchie terminali abbondantemente tomentose; il calice è composto da cinque sepali ovali e lungamente acuminati, i sepali sono riflessi, cioè ripiegati all'indietro; i cinque petali sono ovali, di colore rosa o biancastro.
La fioritura avviene in maggio e la fruttificazione, a seconda della cultivar e dell’ambiente, si protrae da luglio a settembre.
Il frutto è formato da una piccole drupe tondeggianti, di colore nero-rossastro, contenenti ciascuna un piccolo seme rotondo. Le piccole drupe sono riunite insieme a formare una infruttescenza, la cosiddetta “mora”. Alla racconta il ricettacolo rimane aderente al frutto.
Terminata la fruttificazione tutto il tralcio dissecca; la produzione successiva é assicurata dai germogli di neo-formazione (polloni).

DISTRIBUZIONE e HABITAT

E' pianta da coltivazione in quanto in natura le varietà con le spine risultano spontanee in quanto infestanti. Predilige suoli ricchi di nutrienti, moderatamente acidi, limosi e detritici.
E’ pianta rustica, resistente ai freddi invernali e alle brinate tardive.

IMPIANTO

Specie con poche pretese si riproduce come le fragole appoggiando i polloni lunghi al terreno. Applicando all’ estremità del ramo un vasetto con del terriccio si avrà la formazione di radici e si potrà staccare la nuova piantina dalla pianta madre. La specie si riproduce bene anche per talea legnosa.
Per la fruttificazione costante della specie si consiglia di eliminare i polloni che hanno fruttificato la stagione precedente fissando alla spalliera quelli nuovi.
La pianta è molto rustica e fruttifica costantemente; per aiutare la produzione si consiglia di concimare con stallatico in autunno.

USI e PROPRIETA’

I frutti che sono ricchi di zuccheri e vitamine, sono un ottimo alimento dietetico e vengono inoltre utilizzati come correttivi del sapore nell’ industria farmaceutica, per la preparazione di sciroppi, liquori, marmellate, gelatine, torte, gelati, sorbetti, per aromatizzare l’aceto e come coloranti per alimenti.
Il succo ottenuto spremendo le more si impiega per diluire il brandy o si può lasciar fermentare, come il mosto di uva, ottenendo un leggero e gradevole vinello.
In Germania e in Inghilterra le foglie vengono usate in infuso per la preparazione del the.
CURIOSITA’
Le more fanno parte dell’alimentazione umana fin dai tempi più remoti. Lo stesso Ippocrate, famoso medico, nei suoi scritti, fa riferimento alla mora.

COME PASTURA

Soprattutto i merli amano questo frutto dolce e delicato; non è raro infatti avvicinandosi alle piante in fruttificazione udire il canto inconfondibile del merlo che fugge alla nostra vista salvo ritornare dopo pochi minuti non resistendo alla bontà di questi frutti.
 
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