Faggio (Fagus Sylvatica L.)
Famiglia: Fagaceae
Nome Volgare: Faggio comune
ETIMOLOGIA
Il termine latino Fagus (italiano = Faggio) trae origine dal sostantivo greco-dorico Ph?gós (greco classico = Ph?gós), che stava ad indicare una particolare quercia i cui frutti erano edibili anche dall'uomo; sylvatica dal latino silvaticus = che vive nei boschi.
MORFOLOGIA
Pianta decidua, che può raggiungere i 40 metri di altezza, fusto di colore grigio cenere, liscio, con chioma folta e globosa, può costituire boschi monospecifici (faggete), o foreste in associazione ad altre latifoglie o ad abeti e pecci. Ha un lento accrescimento, ma è molto longevo, potendo superare i 200 anni di età.
Le foglie sono alterne, di un colore verde-lucido, ovate, con margine ondulato e apice appuntito, glabrescenti a maturità e con ciuffi di peli rossastri all'ascella delle nervature della pagina inferiore .
Il Faggio è una specie monoica, cioé sulla stessa pianta sono presenti sia i fiori maschili, in amenti penduli e di colore giallastro, sia quelli femminili, disposti in infiorescenze biflore, verdastri, eretti, contornati da una cupola formata da tante brattee lineari-acute concresciute alla base. Il faggio fiorisce verso maggio.
I frutti sono acheni coriacei chiamati faggiole o faggine, bruni a maturità, di solito portati in numero di due entro la medesima cupola che avvolgeva l' infiorescenza femminile, e le cui brattee diventano spinescenti (a volte nella cupola è presente un unico achenio per aborto di uno dei due fiori); a maturità la cupola si apre in 4 valve per liberare i frutti in essa contenuti. Le faggiole sono cibo ben gradito dagli scoiattoli.
DISTRIBUZIONE e HABITAT
Specie spontanea dei Paesi dell'Europa occidentale, fino alla Polonia e al Mar Nero. Cresce allo stato spontaneo in tutte le Regioni italiane, fino a 2000 metri di quota, ad esclusione della Sardegna, dove, in limitate aree, si sta naturalizzando.
Condivide il territorio: col castagno, pini, betulle, oppure da solo, forma faggete immense.
Sopporta tutti i tipi di terreni anche se predilige quelli ricchi di Humus e ben drenati.
USI e PROPRIETA’
Le foglie di faggio bollite, sono al pari, delle foglie di cavolo, ma non danno odore in cucina, e si possono fare ottimi risotti. Le gemme bollite in aceto, si possono conservare, sott'olio.
Le "fagiole" sono usate come mangime per i suini e bovini.
I frutti del faggio, le faggiole, possono essere mangiati crudi o leggermente tostati. Possono essere anche usati come un surrogato del caffè. La prudenza, tuttavia, sconsiglia un intenso uso alimentare del frutto, specie crudo, vista la presenza di saponine e tiaminasi e di un alcaloide, la fagina, la cui assunzione presenta un certo grado di tossicità,, soprattutto per i bambini
Le faggiole contengono anche un’alta percentuale di un olio di buona qualità di cui, in passato, si è tentata la produzione per usi commerciali ma che è risultata economicamente poco conveniente da un punto di vista concorrenziale.
Il legno, molto duro, viene usato per produrre mobili e pavimenti, oggetti torniti quali:forme per scarpe, calcinato, fornisce un carbone, valido come antiacido.
Viene usato anche per l'affumicazione dei pesci e insaccati. La terra intorno ai faggi è molto ricca di humus, e molti fioristi ed agricoltori, la usano come fertilizzante.
Dalla distillazione a secco del catrame di faggio si ottiene il creosoto, una potente sostanza antisettica che venne usata, per parte dell’ottocento, come balsamico e antisettico nelle affezioni dell’apparato respiratorio e nella tubercolosi polmonare, prima dell’avvento dei farmaci antitubercolari di sintesi. Si tratta di una sostanza irritante, usata anche come conservante del legno, per esempio nelle traversine ferroviarie, di cui la Comunità Europea ha vietato l’utilizzo, nel 2001, poiché presenta un significativo rischio di insorgenza di tumori.
CURIOSITA’
Nei fiori di Bach, è usata l'essenza per curare l'arroganza e l'intolleranza verso gli altri e che, in genere, manifestano atteggiamenti di censura nei confronti degli altri.
Nel folklore britannico ed irlandese questa pianta simboleggia la buona fortuna, la sagezza e la stabilità. Una antica credenza recita che scrivendo il proprio nome su un pezzo di corteccia di faggio e poi seppellendolo nella terra si ottiene che il desiderio del proprio core venga esaudito.
In Liguria, dal colle del Melogno fino a Calizzano, si osserva uno spettacolo straordinario, cioè ci si addentra , quella che è definita:la faggeta più bella d'Europa, con le piante che fiancheggiano la strada, in uno scenario cangiante, a seconda delle stagioni.In estate i rami, partendo dai bei tronchi, si intrecciano, a formare fittissime cupole, tanto da non vedere il sole, e danno origine ad una frescura e ombra, davvero unica, ma sotto non c'è ombra di vegetazione, ed i nonni raccontano che una volta, le streghe ci danzavano, calpestando talmente il suolo, che lo resero sterile e ostile perfino all'erba.
Nel comune di Mallare ci sono faggi monumentali e di valore storico, chiamati “faggi di Benevento”, di oltre 34 metri di altezza.
COME PASTURA
I suoi semi sono un richiamo irresistibile per i Fringillidi che amano stazionare nelle faggete di alta montagna e spesso con clima favorevole svernano cibandosi proprio di questi semi.
La Peppola e il Frosone amano particolarmente cibarsi di essi.