Melo selvatico (Malus Sylvestris)
Famiglia: Rosacee
Nome Volgare: Melo Selvatico
ETIMOLOGIA
L’etimologia Malus deriva dal latino e il termine indica la pianta che porta il frutto del male.
Il termine Sylvestris indica invece il luogo dove solitamente cresce e cioè il bosco.
MORFOLOGIA
Alberello alto fino a 3-6m. Tronco esile contorto e spesso nodoso. Rami distesi e spinescenti all'apice, i giovani tomentosi.
Foglie alterne, semplici, a lamina ovata (2-4x3-6cm) e margine dentellato o crenulato minutamente, brevemente acute all'apice e con base arrotondata o cuneata; tomentose da giovani ma presto glabrescenti o appena pelose di sotto sulle nervature, coriacee. Picciolo (2-3cm) con stipole caduche.
Fiori ermafroditi, appariscenti, in corimbi di 3-7; calice a 5 lacinie lanceolato-triangolari, un poco tomentose, petali bianchi o sfumati di rosa, obovati (1-2cm). Fioritura tra Aprile e Maggio
Il frutto (pomo) ovato o globoso, ombelicato alla base, (2-3cm), ha polpa asprigna e colore verdastro, giallo o rosso. La maturazione avviene tra Agosto e Ottobre. I semi raccolti nel frutto sono una circa 10.
Come distinguere un Melo Selvatico da un Melo Comune:
M. sylvestris possiede foglia con picciolo lungo quasi quanto la lamina; in M.domestica è al max metà della lamina;
M. sylvestris ha lamina glabra su entrambe le superfici mentre in M.domestica la pag. inferiore è fortemente tomentosa (almeno nelle foglie adulte).
M. sylvestris ha frutti max 3,5 cm di diametro con polpa allappante, mentre in M. domestica sono sempre oltre 5 cm e gustosi.
in M. sylvetris i rametti tendono ad essere spinescenti mentre in domestica non lo sono mai.
DISTRIBUZIONE e HABITAT
Il Melo Selvatico è una specie con capacità di adattamento a terreni diversi è eliofila o emisciafila. Cresce nei boschi nelle radure e nelle siepi della pianura fino a 1300 m.
E' presente in tutta l'Europa centrale, meridionale, orientale ed occidentale (escluso il Portogallo) e verso est si spinge fino all'Asia centrale.
Specie rustica e di larga adattabilità al substrato, forma una sporadica presenza nei boschi di latifoglie, spingendosi anche in terreni periodicamente inondati. Ama suoli a reazione alcalina e stazioni in penombra.
IMPIANTO
Essendo una varietà selvatica da portainnesto l’ unico metodo utile per la crescita è la semina.
Si semina in autunno, ma anche in primavera dopo aver conservato i semi stratificati durante l'inverno.
USI e PROPRIETA’
I frutti servono oltre al consumo diretto per preparare marmellate,gelatine e sciroppi. Il succo fermentato è una bevanda che ha moderata gradazione alcolica (sidro). Il legno serve per sculture o manici ci martelli.
Dai suoi semi si ricava un ottimo liquore:
Liquore di semi di mela selvatica
100g semi di mela; 500g di zucchero; 400g di acqua; 350g di alcool a 95° Mettere in infusione i semi nell'alcool e tenerli per 40 giorni al sole.
Fare bollire l'acqua con lo zucchero, lasciare raffreddare lo sciroppo e aggiungerlo ai semi: tenere poi tutto al sole per altri 20 giorni.
Filtrare, imbottigliare, sigillare, lasciare stagionare per 6-9 mesi.
Attenersi scrupolosamente alle dosi e ai tempi riportati in ricetta poichè i semi della mela sono tossici per la presenza di acido cianidrico (cianuro). Se si rispettano dosi e tempi l’acido cianidrico, che è volatile, fuoriesce dal liquore.
Salsa di mele selvatiche
Mondare e tagliare a fette, con la buccia, un chilo di mele selvatiche. Introdurle in una pentola con poca acqua e 300 g di zucchero.
Appena cotte passare al passaverdure. Rimettere al fuoco con un bicchiere di aceto bianco. Dopo 15 minuti togliere dal fuoco ed aggiungere una manciata di foglie di menta. E’ un’ ottima salsa per il bollito.
CURIOSITA’
Una un'antica parola inglese "Aval" cioè mela, da qui "Avalon, l'isola delle mele", si diceva oblio, piante che crescono spontaneamente nei boschi fra l'erba rasa. La terra produce produce una profusione di frutti. Del resto si dice che è Avalon è un paradiso dove regnano una primavera è una pace perenne. Si dice anche che nell'isola di Avalon non cada mai né grandine né pioggia, né neve, per questo è chiamata l'isola che non c'è o "l'isola beata libera". Collegati ai meli di Avalon d'ambrosia sono quelli del giardino di Atlantide e delle Esperidi con le mele d'oro. Del resto anche San Brandano parlando delle trombe dell'isola Natale narrava che era coperta di meli; per gli antichi la mela era il frutto dell'immortalità in particolare per i Celti. La leggenda narra a Ito che gli dei nordici, per preservare la loro immortalità si abbeveravano d'ambrosia, l'elisir ricavato da lassù con delle mele raccolte dall'albero alla cui guardia era posto un serpente. Per gli iniziati, il pomo è simbolo della conoscenza che conduce alla necessità di una svolta.
La Bibbia lo identifica come l’albero della vita, i cui frutti fanno discernere tra bene e male
COME PASTURA